Vie dell'Intento
Di mattina le sensazioni sono più ovattate, si emerge dalla dimensione dell'inconscio e si fatica ad accettare la realtà. Mi passano per la mente pensieri e immagini legati a eventi accaduti, a emozioni vissute che sono attuali, risalite a galla per aver smosso il liquido nel quale galleggiavano.
L'inconscio lo immagino come un grande oceano, popolato da ogni tipo di creature, alcune nuotano e arrivano fino in superficie, altre giacciono sul fondo melmoso e se vengono stuzzicate, guizzano improvvise e possono arrivare anche mordere, pungere, graffiare. Sono in agguato, non è facile rimuoverle perché mimetizzate, nascoste dalla sabbia o dal fango e sono le più "pericolose". Si riproducono con grande rapidità. Poi durante il giorno, queste creature rallentano la loro azione, si lasciano cadere lentamente verso il fondo e rigiacciono lì, in attesa che un'altra notte di "rivisitazione" li spinga a risalire.
Questa riflessione prende forma e si cristallizza nelle prime ore di questo mattino gelido e diventa il punto di partenza per scrivere la seconda parte di "Le due facce della stessa medaglia".
Domenica 24 novembre, è una giornata splendida, luminosa, il sole a tratti è coperto da sottilissimi strati di nuvole, l'aria è frizzante. Si parte alle undici, destinazione località Giusterna, dove è in programma la seconda giornata di presentazione del progetto "La Via degli Intenti" nell'ambito della quale, alle quindici, presenterò e condurrò una meditazione attiva. L'umore stamane è uguale al tempo, l'uomo si prende la rivincita, sta proprio bene è sereno, disteso, tranquillo, pronto a godersi questa gita fuori porta. Il sannyasin ha con sè la borsa con dentro la "tenuta" da workshop, qualche cd e l'immancabile mala di Osho. Il percorso lo conosco, sono le bellissime campagne e colline della val d'Ambra, coi loro colori autunnali, con i suoi alberi dalle foglie verdi, oro, marrone. La strada è comoda, scorrevole, panoramica. Venti minuti e sono al bivio per Montebenichi, un piccolo paese in cima a una collina, medievale, suggestivo, lo raggiungo dopo alcuni tornanti, ma non lo attraverso, un centinaio di metri prima devio, seguendo l'indicazione Giusterna, anche qui c'è una strada sterrata ma nulla a che vedere con quella di ieri che portava alla Volpaia , poche centinaia di metri è sono ai cancelli di Villa Giusterna.
Mi accoglie un grande silenzio, interrotto solo dai suoni della natura, la ghiaia stride sotto i piedi, l'aria è fredda, davanti un panorama bellissimo, colline multicolori, strade che sembrano tratti di penna nera su fogli beige. Siamo quasi al confine con la provincia di Siena, infatti si intravedono all'orizzonte i classici colori della terra argillosa. Lascio il parcheggio e mi avvio lungo la strada che costeggia gli edifici, una colonica con diverse strutture autonome, mi fermo su uno spiazzo che è come una balconata dalla quale mi affaccio e vedo colline a perdita d'occhio. Provo ad entrare nel grosso edificio alla mia destra che ha una grande porta a vetri e tante finestre sulla facciata, immagino si tratti del settore alloggi, la porta è chiusa quindi mi dirigo verso una seconda casa più piccola in particolare un locale dotato di un'ampia porta a vetri, appannata dal vapore. La porta si apre e quella che intuisco sia la proprietaria ci saluta con grande calore e si scusa di non poterci stringere la mano perchè sta lavorando il pane e ci indirizza più avanti alle spalle della cucina dove c'è la sala degli eventi. Entro e mi colpisce subito un odore di legno e di intonaco fresco, a destra c'è una cabina di legno per la sauna, dall'altro lato, un grande vano doccia, con eleganti rifiniture. Sulla sinistra una saletta e lì incontriamo gli organizzatori di questo evento, ed altre persone, sta per iniziare la seduta di Rebirthing, ci chiedono di partecipare, decliniamo gentilmente l'invito, siamo appena arrivati e preferiamo visitare la struttura.
Il pranzo è alle tredici e trenta, c'è tutto il tempo per visitare la struttura accompagnati dal presidente dell'Associazione Atrapos, promotore insieme ai proprietari di Villa Giusterna, dell'inziativa "Le Vie dell'Intento", che ha come scopo di creare, in quel posto, un Centro orientato allo sviluppo delle potenzialità umane, alla salute del corpo e all'evoluzione della mente e dello spirito, all'amore per la natura e al rispetto per i valori umani, alla ricerca di una sintesi tra scienza, arte e spiritualità e al benessere psico-fisico.
Il giro ci consente di apprezzare la struttura sotto tutti i punti di vista: artistico, strutturale, ambientale. Colpisce in particolarmente la sala da pranzo con il grande camino, di mattoni rossi e pietra serena dove divampa una fiamma alta e vibrante. I tavoli, di legno massiccio, sono già apparecchiati per il pranzo imminente, con gusto e sobrietà. Raggiungiamo le stanze per gi ospiti, sono tutte arredate in stile rustico, ma sapienti e indovinati innesti di arredi moderni. Tutta la pavimentazione della struttura è in cotto originale dell'epoca, così come originali sono gli infissi. Gli spazi esterni per la ricreazione e la conversazione sono dislocati in più punti e più livelli ed arredati con panche, tavoli e poltrone di vimini. Infine ai due lati opposti del complesso sono state costruite due piscine una grande sul lato alto e una piccola su quello basso.
Torniamo alla sala eventi quando la seduta di Rebirthing e quasi terminata, il locale e ricavato da una struttura preesistente, probabilmente una grossa dispensa o granaio, in uno dei muri perimetrali, infatti, c'è ancora una porta doppia robusta a bloccaggio multiplo titpica di una ghiacciaia. Mi viene detto che questo spazio è stato ristrutturato dai proprietari senza l'aiuto di nessuno: le mura, il pavimento, le finiture, gli infissi, il parquet, che è riscaldato da condotte interrate, sono stati ristrutturati, elaborati, costruiti e applicati direttamente con le loro mani. La sala appare più lunga che largha è a mansarda, con il tetto spiovente e travi a vista sabbiate. La parete del lato basso è tagliata da grosse finestre che danno sulla valle, sulla parete più alta si aprono porte, con vetri doppi temprati e maniglie antipanico, che danno su un resede interno. E' tutto molto bello, caldo, accogliente, profumato e, ad un primo sondaggio, sento che c'è una buona energia. La sala sul fondo ha un vano disimpegno dove sono riposti dei tappetini, morbidi e candidi che all'occorrenza possono essere usati anche per sedie sdraio. Il disimpegno viene utilizzato anche come spogliatoio in abbinamento ad un grande bagno annesso.
L'impressione che ne ricavo è quella di un luogo pensato, costruito e rifinito con grande amore e attenzione e non solo per i particolari. La stessa cucina, decisamente casalinga, ha questa impostazione ideale. Si sente che tutto parte dallo spazio del cuore senza tuttavia trascurare anche l'aspetto del profitto, che però viene vissuto come equa controparte dei servizi resi. I proprietari danno l'idea di essere molto affiatati, uniti e autenticamente orientati verso l'offerta, entrambi sono Master Reiki.
Arriva il momento del pranzo che è un'occasione per assaggiare la cucina "casalinga" e naturale ma anche per conoscere meglio gli altri. C'è l'olio nuovo da gustare su fette di pane appena sfornato e tante altre prelibatezze preparate con cura e amore. Tra un assaggio e l'altrop ho scambio due chiacchiere un po' con tutti in particolare con un ragazzo di 18 anni, che scrive poesie, aperto alle sperimentazioni e con tanta voglia di mettersi in discussione, amante dei viaggi in solitario, affamato di scambi culturali ed esperienze all'estero; e una scrittrice che si definisce ribelle ad ogni schema. Tutti i presenti parteciperanno al gruppo di meditazione che terrò di lì a poco.
Finito il pranzo, mentre gli altri vanno fuori nello spazio conversazione a godersi l'ultimo sole, io mi avvio alla sala eventi per preparare la meditazione. I piatti buonissimi e abbondanti e le libagioni hanno "appesantito" un po' tutti e la meditazione, così a ridosso, non sembra entusiasmare i presenti, infatti si sfora l'orario di inizio e c'è da esortare il gruppo che resterebbe volentieri ad indugiare all'aria aperta. Si comincia alle quindici e trenta. Il tempo di presentarmi e di spiegare brevemente il contenuto della meditazione e si parte.
Il contrasto con il sabato alla Volpaia è evidentissimo, qui è tutto più comodo, il parquet elastico e riscaldato, la luce radente del tramonto che filtra dalle finestre, rende l'ambiente particolarmente luminoso, accogliente e morbido, la musica si espandersi in un'acustica più fluida, anche se il ritmo appare meno incalzante e tribale. L'energia c'è e si attiva, si muove, circola in tutto lo spazio, lentamente nella fase della preparazione della luce del cuore, per poi accellerare nella fase dell'aura di luce e, infine, vibrare e fluttuare come la fiamma che vive e pulsa. C'è partecipazione e impegno da parte di tutti, compreso il ragazzo, che riesce a dare continuità a tutto il percorso meditativo. La condivisione è breve, fluida, concreta, l'esperienza viene definita interessante e positiva.
Un breve intervallo e segue l'altro evento, "Il Canto delle Ali", una sessione con la mediazione degli Angeli, molto toccante e profonda, la conduttrice ci conduce in una dimensione spirituale attraverso, suoni, voce e musica. Alla fine la decisione di rimanere è stata ampiamente compensata.
La giornata si chiude con il Bio Aperitivo, in realtà un vero e proprio apericena, con un tavolo a buffet, ricchissimo di piatti e prodotti biologici, un momento interessante di confronto dopo l'intensa giornata di sperimentazione accompagnata da assaggi di prodotti particolari. Si approfitta della convivialità per approfondire la conoscenza reciproca, scambiarsi i contatti e accennare ai progetti e programmi futuri. Mentre si ritorna verso casa, non si può fare a meno di riflettere sulla incredibile diversità delle esperienze fatte in questo week end, ma, al contempo, di affermare che si tratta, decisamente, di due facce della stessa medaglia.