Ritiro avanzato di Tantra e Meditazione

Avvertivo una leggera inquietudine quando nel pomeriggio di domenica 31 ottobre ho iniziato ad affrontare un'esperienza tantrica che sentivo più ardua delle altre volte, il ritiro avanzato. Il tempo grigio e piovoso non mi aiutava certo ad alleggerire questa sensazione. L'inquietudine si è sciolta nell'istante in cui ho ritrovato i miei compagni di percorso e l'ambiente energetico e accogliete della struttura. Quanto fosse impegnativo e "avanzato" questo terzo training, me ne sarei accorto nei giorni successivi, con il succedersi delle meditazioni e delle sessioni, mi sono reso conto che stavolta dentro di me sarebbe cambiato qualcosa, una vera trasformazione. Scaturiva forse da questa consapevolezza la sensazione di inquietudine. Era abbastanza evidente come l'ego avesse ripreso possesso di me, e temesse di subire un attacco forte. Conoscendomi mi sono detto che era proprio il caso di darsi una ripulitina a distanza di un anno dal fuoco interiore. Nel frattempo ho fatto altre cose, ho partecipato al training "Con te e senza di te", ad un ulteriore assaggio a Firenze ed altre brevi esperienze in week end vari, ma un training prolungato e totale mi mancava da troppo tempo. Questa lunga pausa ha prodotto un accumulo di "immondizia", sullo specchio di consapevolezza con tanta fatica ripulito nelle precedenti esperienze. Riflettendo, devo convenire, che pur occupandomi di iniziative legate a questo percorso e ideando progetti, lavorando con gruppi dal contenuto tantrico, mi ero spostato, senza rendermene conto sul fare e sul progettare trascurandomi, ancora una volta tutta l'attenzione era rivolta all'esterno allontanandomi dal mio centro. Poche le meditazioni eseguite, troppa dispersione nella realtà, per cui al momento di ritornare a lavorare dentro di me, ho avuto paura o meglio l'ego mi ha trasmesso la sua paura. Ritrovando le meditazioni classiche e le sessioni a coppie, l'inquietudine ha lasciato il posto alla voglia di sperimentare, ho ritrovato il mio spazio interiore e il mio respiro. Mi ha stupito la risposta alla prima dinamica, pensavo di faticare tanto dopo una sosta di mesi, invece non mi ha recato disagio e anzi ho cercato di interpretarla, piuttosto che aderire passivamente agli

schemi ripetitivi proposti dall'abitudine della pratica. Stessa cosa per la kundalini, che istintivamente preferisco perché è una meditazione meno esplosiva, energeticamente ricompositiva, che è stata qualcosa di "diverso" dalle altre volte, soprattutto ho sentito molto la seconda parte, la danza, che mi ha trasmesso sensazioni suggestive di echi tribali che mi hanno piacevolmente trascinato in spazi interni profondi e dissolutivi, in una in particolare mi è capitato di scaricare una rabbia sottile e invadente che si era impossessata di me nei primi giorni di lavoro per dinamiche negative in cui mi ero trovato coinvolto. E per essermi reso conto di quanto la dimensione psicologica della sessualità mi crei ancora oggi dei problemi, inducendomi a prendere decisioni contrarie a quelle che la naturale legge dell'accadere vorrebbe. Momenti di gioia e beatitudine si sono succeduti ad altri di grande tensione e paura; soprattutto per quello che sentivo accadere dentro di me in alcune sessioni di grande potenza ed efficacia. Tecniche che in altre occasioni mi avevano provocato stress, stavolta mi donavano sensazioni inaspettate; ho avuto modo di mettere più volte alla prova la mia "cronica" tendenza al controllo e con grande gioia ho constatato che ora mi lascio andare molto di più con risultati decisamente gradevoli. L'esperienza è stata sorprendente per gli effetti prodotti e soprattutto mi piace ricordare l'effetto dell'ultima dinamica (ormai è un'abitudine) nella fase del cosiddetto congelamento ho avuto modo di sperimentare il famoso "punto" di cui parla Osho che, dice, si perde se non ci si blocca immediatamente e totalmente al momento dello stop. L'esperienza è rivelatrice del vero "luogo" in cui ci si trova quando si crea il vuoto e il silenzio improvvisi. Ed è quello che è accaduto quando allo stop mi sono fermato come il corpo fosse improvvisamente scomparso, e mi sono sentito precipitare dentro, è arduo descrivere la sensazione ma è come se mi osservassi da dentro di me, come se fossi rivestito del mio stesso corpo ma non ero il corpo, l'unico legame inscindibile con esso era il respiro, tutto il resto, compreso il cuore erano come "presi in prestito", quest'ultimo ha rallentato subito i battiti appena l'ho "concepito" non appartenere a quello che sentivo essere. E' come se si fosse creata una "forma" all'interno del mio corpo e io fossi quella "forma", potevo osservare e sondare il corpo con lo sguardo interiore, muovendo al contempo gli occhi nelle varie direzioni, potevo ascoltare il respiro, il battito cardiaco, lo scorrere dell'energia lungo gli arti, il sudore e tutte le altre sensazioni come se le stessi osservando dal di "dentro". A tratti ritornavo a essere il corpo e sentivo, il dolore, l'affanno, il sudore scorrere, poi di nuovo osservavo e questo è accaduto varie volte durante tutto il tempo della fase congelamento. Tutto il training mi ha trasmesso prevalentemente un senso di gioia e a tratti di estasi che è emersa dirompente nella fase finale della celebrazione della dinamica. Il picco l'ho raggiunto quando ho sentito e "visto" l'energia sessuale salire verso l'alto, è accaduto una notte, all'improvviso. Un'onda gigantesca mi ha sollevato verso l'alto, generando dentro di me un vortice di sensazioni tutto il corpo e diventato senza peso e attraversato da una vibrazione estatica che lo ha fatto fluttuare per diversi minuti per poi fuoriuscire dalla zona del cuore e lì sono precipitato come da un altissimo picco senza però cadere da nessuna parte. Dopo quel momento è rimasta costante, dentro di me, la presenza di questa sottile piacevole, vibrazione, sempre presente e pronta ad attivarsi. Il pomeriggio di domenica 7 novembre quando sono partito pioveva così come pioveva quando sono arrivato qui su queste colline, sarà stata suggestione, mi sembrava una pioggia decisamente diversa.....