L'Acqua corrosiva e la Via del Tantra

05.01.2016

Acque corrosive è il termine usato nell'alchimia per indicare tecniche e metodi estremi e veloci per arrivare, attraverso a trasformazione, alla percezione di se o immortalità. Corrisponde a tecniche altrettanto potenti utilizzante nelle vie iniziatiche orientali. La troviamo principalmente nella via del Tantra dove l'uso dell'energia sessuale o kundalini e del respiro, corrisponde all'uso dell'acqua corrosiva o acido che scioglie, creano i presupposti per una sublimazione della dimensione corporea che nasconde il se e dell'esperienza di vita di cui è parte integrante.Perché ciò avvenga senza pericoli, occorre che nel praticante ci siano le condizioni di centratura, equilibrio e radicamento tali da affrontare l'esperienza catartica senza subire danni psichici e fisicamente destabilizzanti. Che si sia creato il "testimone" che è già "allenato" ad osservare con "distacco" tutto ciò che accade durante l'esperienza di vita e che quindi è pronto anche a riconoscere gli stati di coscienza che si attivano durante l'esperienza stessa.Questi "effetti collaterali" inducono, molto spesso, i praticanti di tantra a lasciare e i neofiti ad avere timore di iniziare. Occorre che sia presente nelle persone che decidono di praticarlo un'attitudine naturale che consente di avvicinarsi a queste pratiche con una giusta e consapevole determinazione. .L'accelerazione, negli ultimi tempi, degli eventi e della frequenza energetica che è alla base dell'esperienza di vita, induce ad utilizzare, sempre di più, metodi veloci, soprattutto da parte di persone che sono oltre la metà del periodo mediamente previsto per tale esperienza e che non hanno più "tempo" di sperimentare vie meno traumatiche.Chi si è appena affacciato alla vita ha invece la possibilità di accedere alla consapevolezza e alla scoperta del se con metodi meno "corrosivi", perché ancora non si è stratificata la pesante coltre di condizionamento indotta dall'esperienza di vita.Questo sta accadendo sempre di più spesso, l'esperienza di vita profondamente necessitata in un epoca di totale identificazione con la stessa, sta lasciando il posto, gradualmente, all'esigenza di una sperimentazione via via più sottile e quindi meno legata alla parte "pesante" e "materiale" della stessa.
L'attenzione rivolta verso chi sta venendo al mondo, rispetto a chi lo lascia è direttamente proporzionale a questo assottigliarsi dell'esperienza stessa. In pratica diventa sempre più importante indicare a chi viene al mondo come stanno realmente le cose che non a chi lo sta lasciando, perché sarà sempre meno necessario spiegare cosa accade quando l'anima ritorna ad essere quella che era prima di affondare nell'esperienza "terrena", poiché, durante la vita stessa, questa consapevolezza e questo ricordo riaffiorano sempre di più.