La Via del Buddha o la Via di Zorba

28.09.2015

Il Satsang, il silenzio, il vuoto sono le condizioni per la via del Buddha, via sostanzialmente ascetica, Shivaita, che tende a ritrovare il principio maschile originario. Per questo, nella sua dottrina egli accenna a Maya, l'illusione, alla sostanziale inesistenza della realtà, in verità usava questa negazione come tecnica per indurre uno stato di coscienza permanente di vuoto e di silenzio. Per essere uno "svegliato" non devi tener conto della realtà e "sentirla" come una proiezione della mente. Il fatto è che quella realtà proiettiva però continua, malgrado tutto, ad esistere. La mente ti consente di vederla e "giudicarla" illusoria, proprio attraverso il suo generarla, però la mente dove attinge l'energia per dare forma alla realtà "illusoria"? Dalla sua controparte energica più "appariscente", quella Shaktica.

Zorba, personaggio di un romanzo e al contempo simbolo dell'Uomo nel suo aspetto più spiccatamente materiale, costituisce la parte fisica generata dalla mente attraverso proiezioni energetiche attinte dalla dimensione Shaktica e, come tale, vi si perde dentro, la vive con totale visceralità, genera sensazioni ed emozioni, sperimenta l'animalità estrema.

Al riguardo Osho ha avuto l'intuizione più profonda, la visione estrema, unire ciò che è impossibile: Zorba, la dimensione materiale, apparentemente illusoria e lo stato di buddhità. In questo modo il cerchio si chiude, ed è paradossale che questo avvenga tramite la visione di Osho ritenuto eretico e odiato dagli induisti puri, poiché questa visione conferma proprio la teoria cosmogonia indù in relazione alla dualità Shiva- Shakti, uno che genera il due come parte illusoria di se. La "mente" di Shiva genera l'illusione del suo esistere nella dimensione shaktica, per potersi riunire ad essa. L'Uomo nella sua duplice forma di manifestazione, maschile e femminile, ne rappresenta la dimensione simbolica ed ha il compito di creare dentro di se questa sintesi, ma come? Proprio con l'unione tra Zorba e Buddha, unione che dà vita all'Uomo Nuovo, che ha in se le caratteristiche dell'unità che, mirabilmente, continua a esistere nella rappresentazione e la trasmuta dall'interno.

La via del Buddha e quella di Zorba sembrano linee parallele che procedono senza potersi incontrare, in realtà si tratta di linee curve che hanno un'origine comune, si allontanano per tornare a riunirsi in un altro punto, formando un'ellissi.

Questa visione non è accessibile a chi è nella linea curva del Buddha perchè "vive" la realtà solo come "proiezione" e "illusione", generata dalla mente, pronta a svanire se si crea la non mente e il vuoto. La mente e il fragore, però, da cosa sono generati se non dalla stessa dimensione del vuoto e del silenzio affinchè, a specchio, ci si possa riflettere e quindi accorgersi di esistere. Ed è negata ma per motivi esattamente opposti, da chi percorre la linea curva dell'esperienza Zorba.

Vivere l'esperienza illusoria, con la consapevolezza che lo si è, è questa la "novità", la sfida. Poter generare da se stesso i presupposti per ricomporre l'unità, senza necessariamente ritirarsi solamente in un silenzio isolamento, negando una realtà nella quale fisicamente si continua a esistere o in un frastuono coinvolgente negando il silenzio e il vuoto che è già presente in se.