Il respiro e il Tantra

22.03.2012

E' noto che la base del Tantra è proprio la respirazione. Ora spesso accade che l'espansione e la capacità di gestione del respiro è insufficiente nella maggior parte degli esercizi e delle sessioni di tantra. Ed è altrettanto certo che chi comincia a fare tantra non cura molto questo aspetto. Sia le emozioni che i relativi stati d'animo sono strettamente collegati al respiro. Ho potuto personalmente verificare l'efficacia del lavoro fatto sul respiro. Tuttavia non ci si può consentire delle pause troppo lunghe, perché questo viene facilmente inquinato dalle dinamiche delle relazioni e dal contatto con gli eventi della vita. Quello che si teme durante le pratiche del respiro, soprattutto quello "circolare", è l'emergere, delle sensazioni fisiche e a seguire quelle emotive, prima tra tutte la paura di perdere il controllo. Per esperienza acquisita si può affermare che c'è una differenza negli effetti di questa tecnica nell'eseguirla da soli o con un partner. 

Col partner la sensazione è certamente più gradevole, il che non esclude esperienza anche sgradevolissime, tutto dipende dal complesso delle proiezioni che si scatenano nel contatto con l'altro e da come ci si sente in quel momento. In solitudine questa pratica appare più faticosa e sgradevole, perché si è obbligati a confrontarsi con i propri limiti, i blocchi emozionali senza mediazione, senza potersi appoggiare a nessuno e da nessuna parte. Se c'è il partner quando arriva la crisi scappi o ti appoggi a lui/lei, anche se vai in tensione e sei nel controllo hai comunque un "alibi". In solitudine, invece, devi necessariamente mollare tutto ed entrare in uno spazio che è solo e unicamente tuo, uno spazio dove emergono tutte le paure, dove il bambino che è in te vuole attenzione e la reclama a modo suo. 

Al riguardo è necessariamente creare un centro dal quale osservare tutto quello che accade e questo centro è il testimone, l'osservatore che si prende la responsabilità di dialogare con il bambino e rassicurarlo, ciò consente di andare oltre la paura. Con il partner trovi un riferimento, un punto di appoggio anche fisico su cui contare, la polarizzazione a specchio ti aiuta a leggerti dentro senza provare quel senso di vuoto che diventa critico quando si isola l'ego e i pensieri si rarefanno. Poi nel caso in cui il partner sia in sintonia energetica o per dir meglio allineato alla tua condizione interiore, la sensazione è di dissolvimento estatico, il dissolversi estatico col partner spesso non consente di essere testimone di ciò che accade.

Da soli si è più vigili, si osserva, per così dire, la scena ed si è sempre presenti se non altro per assicurarsi il controllo della situazione. Per questo è importante lavorare sul respiro in solitudine in modo da creare l'osservatore, il testimone vigile. Sperimentata questa condizione di vuoto senza appoggi ed essersi centrato su se stessi, usando come mezzo il respiro, è possibile valorizzare e potenziare al massimo l'esperienza a due, nella quale altrimenti diventa difficile non farsi coinvolgere e dove spesso ci si ritrova tesi e contratti e con il respiro corto nel tentativo di trovare, toccare e andare a cercare l'altro che per polarizzazione energetica ti attrae. Creare un centro forte, una vigile capacità di osservare e di lasciar accadere, che presuppone lo stare nel respiro, decontrae ed espande consentendo un'esperienza di unione veramente totale. E' quindi caldamente indicato praticare la via del respiro con training dedicati, prima di sperimentare la via del tantra o almeno lavorare allo stesso tempo su entrambi.