Il parco e gli Esseni
L'autunno, oggi, regala una delle giornate più belle, cielo sereno, sole, luce, temperatura gradevole. Si va al parco Bum Bum Ga. Un parco a tema che ho visitato per la prima volta soltanto quest'estate, anche se vivo nel Valdarno ormai da più di 20 anni! Io dico sempre, le cose si fanno o accadono, quando hanno un senso sincronico con altri eventi collegati al proprio percorso personale.Questa visita è stata organizzata come seguito di un incontro di ieri con una coppia di rappresentanti il movimento Esseno.
Riguardo agli argomenti trattati la sera prima, questi sono stati per me di grande interesse e come al solito, chi non c'era ha perso tantissimo, ma si sa alla fine c'è sempre e solo chi doveva esserci, tanta energia e messaggi forti.Molte similitudini, anche per questa "disciplina", con il mio percorso tantrico, benchè quell'esseno sia un percorso inziatico, molto potente ed efficace, più vicino alla tradizione ermetica e misterica occidentale. Numerosi i richiami all'alchimia, alla cabala, al cristianesimo e ad altre religioni che predominano in occidente.
Soprattutto è evidente la predominante rituale egizia. Nelle due ore di conferenza si è parlato di personaggi come: Mosè, Gesù, Giovanni, Maria, Maria Maddalena, Maometto, Lao tzu, Buddha, la Cabala, i rituali egizi, i Faraoni, le civiltà solari dell'America meridionale, della Lemuria o Atlantide.Dopo la parte teorica era prevista, per oggi, un seminario sul Padre Nostro e sull'efficacia mantrica di questa preghiera che, purtroppo, non si è concretizzato per mancanza d'adesioni.
Si utilizza la mattinata per dare l'opportunità alla coppia essena di visitare il famoso parco a tema. Ci fa da guida lo tesso ideatore e fondatore del parco. Arriviamo e lui è già lì, con la sua due cavalli, originale francese, di un colore impossibile (un grigio-rosa) e dal motore che è un "orologio svizzero" come dirà poi la ragazza essena, francese anche lei, ma di remota origine italiana, lui invece è originario di una colonia francese. Ci accoglie con grande entusiasmo e con uno dei suoi caratteristici abbracci calorosi.
Ci fa sistemare l'auto su un bel prato verde, gli faccio notare che le ruote hanno schiacciato l'erba lasciando delle tracce profonde alterando il bellissimo allineamento dell'erba a raso; non importa, mi dice, l'erba si riaggiusterà da se.Dopo pochi minuti arrivano gli altri. Saluti e abbracci e poi inizia la visita guidata. L'artista si sofferma sulle opere più caratteristiche e importanti; si scattano foto, i clic si alternano al ronzio della ricarica delle macchine digitali e il crac degli smartphone.
Ogni angolo di questo posto prende vita nei giochi di luci prodotti dal sole radente: penombre d'alberi piegati come in preghiera, spazi disegnati da rami, svettanti cipressi giovani sostenuti da tiranti colorati contro la furia del vento. Slarghi magici, dall'acustica incredibile, "qui si sono fatti concerti di musica da camera" dice l'artista, indicando uno spiazzo che cresce naturalmente vero l'alto creando un dislivello che disegna una gradinata naturale.Poi lamiere studiatamente contorte, crocefissi stilizzati, volti scavati nel tufo, forme primitive accanto ad oggetti moderni come i televisori, imprigionati nella rete del tempo o appollaiati su un palo alto, come fari spenti circondati e "divorati" dal fogliame degli alberi; "la natura per fortuna prende sempre il sopravvento" spiega.
Un amplesso passionale scolpito nel granito, i corpi si fondono l'uno nell'altro, nascono da un unico gesto creativo, da un unico pezzo di pietra ma perfettamente visibili nella loro individualità, compenetrazione e abbandono totali, una delle opere più affascinanti e forti. Rappresenta l'amore con la sua totalità e intensità. Ad un tratto c'è un silenzio improvviso, si sente solo il canto degli uccelli uno in particolare che sembra assecondare il verso dell'artista e il gesto della mano che c'invita ad ascoltare e poi c'indica sempre senza parlare, un passero stilizzato nel ferro, saldato ad una grata, infissa su una base di granito "La ricerca della libertà attraverso il volo interiore della creatività"; poco più in là una scultura simile scolpita nella pietra, qui il passero si fonde e prende forma come emanazione di una sbarra della grata, dove s'incorporano e aggrovigliano le braccia e il volto di un prigioniero, il passero è pronto a spiccare il volo, proprio davanti al volto deformato del prigioniero che sembra ascoltare il suo messaggio che lo esorta alla libertà interiore.
Il percorso prosegue senza soste e si completa tornando al punto di partenza, nel prato dove sono parcheggiatele le auto, ora i solchi segnati dalle ruote sono quattro, poi diventano sei, perché la due cavalli in pochi secondi è sistemata anch'essa sul prato e nasce lì davanti a noi un'altra opera d'arte. Posta in prima piano e in piena luce, dietro di lei una vecchia 500 ingabbiata in una rete metallica, un pterodattilo appollaiato sulla sua struttura portante, e tante piccole sculture su pietra, più a sinistra l'opera "materiale da teatro" e le "rovine" colonne abbattute di un tempio, magistralmente rappresentate da tronchi d'albero di varie lunghezze e volumi appoggiati sul prato in ordine apparentemente casuale.Sulla nuova intuizione, quest'improvvisata opera d'arte, si spalma un crescendo di creatività della coppia essena che è ripetutamente immortalata in pose spiritose, divertenti, originali e spontanee.