Il nuovo volo

23.08.2012

Vorrei voltarmi indietro ma non ho più un passato, solo un'eco infinita di cose morte. Scopro che donarsi la solitudine è il più grande modo di amarsi ed è lunga la notte se il sonno tarda a venire. Il cuore mantiene in se stesso la sua essenza ed è questo il germe della vita. Anche il pensiero di perde in questo incantesimo di luce, quasi una sfumatura di nebbia tra alberi in attesa. Il sogno svanisce e resta un sonno vigile, interrotto da vaghi pensieri, poi anche quelli svaniscono. 

Mi abbraccio ad un presente intenso per tagliare col passato, anche gli oggetti si animano quando fanno da specchio ai ricordi. Ovunque ci sia luce e ombra c'è colui che osserva, sente e dissolve con l'acuta consapevolezza dell'aquila. Sento il cuore scandire il tempo, rosso, primordiale, l'acuta voglia di vivere. L'intensità degli attimi annulla la paura di non essere più di lì ad un attimo....attimo vivo, intenso, presente, zen. Mi abbandono fiducioso al flusso, mi rilasso e corro gioioso, mi riprendo me stesso, fuori dal tempo e decido di essere, allora l'ennesima crisalide si apre e offre l'opportunità del volo ad una nuova farfalla, la bellezza ineguagliabile del non dover decidere nulla. Per conoscere una verità uso mille menzogne, poi però scaccio i cattivi pensieri e il corpo mi offre l'esperienza di vita e so che, terminato il suo compito, mi restituirà a me stesso. 

Ora scopro che la vita è un'offerta, un miracolo, un fior di loto, una goccia di lacrima bianca su ciglia verdi. E non il sottile confine che divide il desiderio dall'appagamento, quella è l'abitudine, il delirio dell'ego, dell'onnipotenza che si rivela dolorosa impotenza. Se resto nel silenzio del cuore, posso ascoltare la voce amorevole della madre terra e non solo i suoi rimproveri. Mi sciolgo nel buio e sento di appartenergli, quando c'è la quiete dentro finisce la tempesta fuori, tutto allora mi appare di genere femminile, quello che non appare è maschile, ma so che occorrono entrambi, perché tutto abbia un senso. Vivo nello scorrere dei cicli ed è una ripetitività sempre nuova. 

Danzo, celebro, guardo il lato ironico di tutte le cose e soprattutto della mia serietà. Il muro è nella mente, apro uno spiraglio togliendo spazio ai pensieri e più di una finestra si apre e mi offre l'immagine di una rosa che risplende in tutto il suo colore, e poi finisce, offrendo la sua fragranza a chi la vuole cogliere.