Esisti perchè ami

01.10.2015


"Esisti perché ami"
L'assunto, in effetti, è chiaro: l'esperienza dell'eros è irrinunciabile e drammatica a un tempo. E la sola via attraverso la quale noi possiamo conoscere quello che Yannaras chiama ii tropos, vale a dire il modo o, più ampiamente, il senso, la chiave di comprensione della vita. Eppure, pur essendo il massimo insegnamento sulla vita, I'eros e anche il massimo inganno, poichè tale « modo» della vita, pur intravisto, risulta radicalmente inaccessibile alla nostra natura tutta tesa alla propria sopravvivenza naturale. L'eros, in altri termini, pone la questione radicale della condizione umana, il fatto che la vita passa solo attraverso la relazione con l'Altro, che si vive solo mettendo a rischio, anzi spezzando quell'autonomia cui tanto teniamo e che, invece, non è altro che la prigione distruttiva e soffocante che ci tradisce proprio nel momento in cui ci promette sicurezza.


L'Eros nel Tantra è alla base di tutta l'esperienza di vita, la stessa esperienza di vita è Eros, il filosofo greco citato nello scritto lo afferma secondo l'ottica occidentale e speculativa lo definisce la chiave di comprensione della vita, ma al contempo un inganno perché inaccessibile alla nostra natura, l'inaccessibilità come è stato detto più volte è dovuta all'impostazione fondamentalmente egoica e condizionata del modello di vita imposto in occidente. L'Eros è inteso come qualcosa di contrario all'etica e alla morale, peraltro fortemente influenzate dalla visione cattolica e islamica predominanti. Yassaras pone la questione in modo molto chiaro asserendo inoltre che la vita passa attraverso la relazione con l'altro. Che, come si sa, nella nostra civiltà e basata prevalentemente sulla competizione e la contrapposizione. Anche nel tantra la via per la comprensione di se passa attraverso l'esperienza dell'altro e di tutto l'altro, e la sessualità è una componente essenziale, anche se poi lo scopo è ritornare a se e quindi all'individuo. L'altro nel tantra viene vissuto come specchio di se stesso, specchio attraverso il quale puoi comprendere te stesso.. L'amore per l'altro nel tantra è soprattutto l'amore per se stesso, che poi si riversa all'esterno e può raggiungere l'altro come tutto il resto. Nella nostra civiltà impera la paura dell'altro, che viene sentito come un pericolo, un qualcosa che delimita la propria libertà e dal quale ci si può aspettare solo il tradimento. Questo perché non si ha la consapevolezza di cosa sia il "se stesso", la paura arriva dal profondo, da un abbandono ancestrale che condanna il "bambino interiore" a una perenne paura di esistere e di guardarsi allo specchio, come i bambini tenuti sempre in isolamento, sia pure ovattato, che hanno paura quando vedono o incontrano degli "estranei". L'altro da adulti, continua ad essere l'estraneo da temere. L'incontro tra l'adulto e "bambino interiore", l'amore con il quale il primo è in grado di rivolgersi al secondo è la chiave di volta che risolve il conflitto, il bambino rassicurato dall'accoglienza amorevole dell'adulto comincia a fidarsi anche dell'altro e dell'"estraneo" che appare sempre meno tale, fino alla perfetta identificazione di se con l'altro ovvero il bimbo con l'adulto.


Le parole con le quali Yannaras descrive l'aporia della condizione umana sono precise: vita significa che rinunci ad esigere vita a favore della vita dell'Altro. Che vivi nella misura in cui ti dai per accogliere l'autofferta dell'Altro . Non che esisti e in più ami. Ma che esisti solo perché ami, e nella misura in cui ami». Una nuova definizione dell'esistenza, dunque, profondamente agonica e, vale ripeterlo, drammatica, che ci accompagna in un'avventura per la quale ancora ci scopriamo profondamente impreparati, privi di un linguaggio adeguato anche solo per indicarne le coordinate di massima, ancora vittime degli innumerevoli tabu che hanno da millenni tentato di arginare la forza dirompente e incontrollabile dell'eros, la logica radicalmente scorretta e dissacrante dell'amore. Nè e un caso che Yannaras abbia scelto di affidarsi al linguaggio della musica, segnalando già così l'impreparazione del nostro vocabolario a sillabare le dinamiche profonde dell'eros quell'esperienza che nessuno può dire se non con le proprie, personalissime parole, nessuno può narrare se non narrando di se. « L'eros non abita il linguaggio » afferma perentoriamente Yannaras.

Questa seconda parte conferma l'asserto della visione tantrica appena descritta, ovvero la vita ha un senso se è basata sulla rinuncia ad esigere (ego) e la vivi a favore dell'altro, che esisti solo perché ami, e qui il senso è proprio quello di riuscire a comprendere il senso della vita attraverso l'amore. Questa affermazione di Yannaras, sarebbe secondo l'autore dello scritto, una nuova definizione dell'esistenza, in realtà si tratterebbe della definizione per eccellenza dell'esistenza, essendo quella che si crede reale un grosso inganno della mente e dell'ego. Ed è proprio l'ego che suggerisce l'affermazione che detta definizione dell'esistenza sia profondamente agonica e drammatica, perchè mette proprio in crisi l'ego e la sua visione della realtà, lo pone in fase agonica, perché la vita come Amore, uccide l'ego, la cui sparizione viene vissuta come "drammatica". Poi in un barlume di consapevolezza si afferma di essere profondamente impreparati a sillabare le dinamiche profonde dell'Eros, che non può essere descritto a parole per cui sfugge alla ragione e all'ego, per essere vissuto in squisita dimensione esperenziale e nel caso di specie, musicale. Questo il significato dell'affermazione finale di Yannaras "L'Eros non abita il linguaggio", il tantra direbbe "La vita va sperimentata attraverso l'Eros e la sua divina armonia"Testo tratto dalla rivista Testimonianze 498-499 Variazione sul Cantico dei Cantici del filosofo greco Christos Yannaras. Pag, 31