Equinozio di primavera

25.04.2012

Veniamo lentamente dal buio, dal nero delle lunghe notti invernali, dove tutte le nostre paure, i fantasmi, hanno preso corpo ci hanno rimandato tutta la profondità oscura del nostro essere.
Il nero dei reni taoisti , la radice dell'albero che ci lega alla profondità della terrà, il primo chakra di colore rosso scuro . Gli albori del nostro divenire, la matrice della nostra esistenza, si è preparata come una crisalide in questi lunghi mesi invernali, per rinascere rigenerando tutta la nostra struttura energetica.L'equinozio di primavera arriva in tutta la sua forza magica è uno dei due momenti dell'anno in cui la notte e il giorno sono in perfetto equilibrio, la metà oscura dell'anno finisce e comincia quella luminosa, associata alla fertilità, resurrezione, inizio. Il periodo oscuro veniva personificato nei miti antichi nel dio Adone in babilonese Tammuz, questi dimorava sei mesi all'anno negli inferi, come il sole che si trova al di sotto dell'equatore (autunno e inverno) per poi risalire alla luce ricongiugendosi alla dea Ishtar, l'equivalente dell'Afrodite greca.Appare di tutta evidenza come il simbolismo richiami le due polarità del cielo e della terra del sole e della luna della notte e del giorno. La primavera è infatti la stagione degli accoppiamenti perché è il momento favorevole alla fertilità. In alcune tradizioni antiche si celebravano dei riti di accoppiamento che rappresentavano l'unione del dio e della dea, spesso incarnati in un sacerdote e una sacerdotessa. L'intento era quello di "imitare" o meglio entrare direttamente e magicamente nel fluire energetico della natura e "propiziare" potenziandolo il simbolo corrispondente alla rispettiva funzione. Essere sciamanici nel fluire delle cose e nel manifestarsi dell'energia creativa.Il riapparire di questa luce ci scuote dal torpore in cui eravamo caduti. Il risveglio non è indolore, anzi, tutte le fibre del corpo vibrano per il mutamento che avviene dentro di noi ed emergono come per incanto tutte le emozioni che credevamo di avere definitivamente rimosso, è di questo periodo una sensazione mista tra la malinconia struggente di qualcosa che passa e la gioia quasi dolorosa di qualcosa che arriva. E' qui che interviene la consapevolezza che consente di leggere il senso che c'è dietro tutto questo. E una volta entrati nel flusso utilizziamo tutti i rituali e le tecniche antiche per stimolare, condurre e in definitiva essere, il rinnovamento e la rigenerazione.Rinnovamento e rigenerazione che riporta ad un altro grande e famoso simbolo che è l'uovo cosmico da cui nasce il germe della vita che emerge dal caos. Definiti da altre civiltà il "brodo primordiale" che si indentifica nella tradizione indiana e yogica in particolare nel secondo chakra con la notissima immagine del serpente che si srotola la famosa Kundalini che viene risvegliata con apposite tecniche e soprattutto utilizzando il respiro; nella tradizione taosita il dan tien, il centro, il punto di equilibrio energetico del corpo; la fonte da cui scaturisce tutta la nostra rappresentazione, in quel punto avviene la "fusione" (ritorna quindi il simbolo dell'accoppiamento) tra la radice della terra e l'energia del cielo e in questo caso la disciplina connessa è l'antica e di origine sciamanica alchimia corporea che si identifica nel Qi Gong, anche qui come per lo yoga chi pratica diviene il motore propulsore di questa unione il cui carburante è il respiro. (inserire immagine e descrizione del chakra secondo il reiki.) L'uovo è covato dalla grande Dea e dischiuso dal Dio Sole, anche in questo caso è evidente la relazione con l'immagine di Shiva che attraverso Shakti genera la sua esperienza.Ritornando al simbolismo pagano è importante rilevare come l'equinozio di primavera viene chiamato anche festa degli Alberi, l'"albero della vita", della "conoscenza", le radici che affondano nella terra e i rami che "toccano" il celo, catturano la luce, creano la vita con le gemme e poi le foglie e dentro il tronco avviene l'incontro tra le due polarità. Nel taoismo, come si è detto questa sintesi viene rappresentata dal radicamento dei piedi nel terreno, con le braccia che catturano energia dall'alto e il punto d'incontro nel baricentro del corpo che per questo divino meccanismo di fusione "vive". La stessa situazione è evocata dal simbolismo ermetico con il forno alchemico dove il fuoco costantemente alimentato consente la fusione dei "metalli" per creare la purezza della loro sintesi nel "radioso oro".