Consapevolezza e focus

30.09.2015

Stamani osservo con particolare attenzione le persone che incontro lungo il breve percorso cittadino che faccio in auto. Una donna cammina con passi corti e veloci con la borsa tenuta sull'avambraccio sollevato, non so come faccia a non stancarsi, distrattamente dà uno sguardo alla notizia del giorno sulla bacheca del giornalaio, gira la testa in modo innaturale per leggere, non si ferma, legge ma continua a camminare; la mente la proietta verso la meta, lo sguardo le è caduto su un titolo che attira e attiva una qualche zona del cervello che è nel qui e ora. Vedo studenti che trascinano faticosamente il loro carico di libri e di noia, sbadigli, capo chino, qualcuno cammina veloce, altri svogliatamente ciondolano si spintonano, si vede che non hanno fretta di arrivare a scuola. Nella penombra grigia di un cielo plumbeo, mi colpisce un uomo con grosse lenti scure a nasconde chissà quale malessere, come tutte le mattine è lì all'ingresso di una banca e saluta tutti, lo fa con un cenno del capo per pura cortesia, anche lui avrà dei compiti da svolgere ma preferisce starsene lì a osservare il passeggio e i culi di alcune badanti ukraine, inguainate in stretti jeans di marca cinese, che smontano dal loro lavoro notturno. I negozi aprono con indolenza, ritmi e tempi diversi, i rumori dei bandoni che si alzano creano un concerto dissonante che sprona le prime massaie a fare la spesa. Si tratta di pochi secondi, il tempo di attraversare la via del centro, 500 metri in tutto, evitando auto in sosta, gazebo di bar invasivi e passanti distratti, poi la mia attenzione ritorna alla guida e alla destinazione da raggiungere.

Perché questo stralcio di vita di paese scritto in forma di narrazione? Perché mi sorprendo a sentirmi sempre più estraneo al contesto, a osservare con distacco e disincanto, il messaggio mi arriva sempre più chiaro e inequivocabile, tutte queste persone vivono in un sogno, si muovono in base a un programma prestabilito, al quale aderiscono per inerzia, per timore, per emulazione e per altri mille motivi dettati dalla consuetudine. In questi corpi che si muovono e nell'espressione dei volti leggo di tutto tranne la consapevolezza di esistere e la curiosità di comprendere perché esistono, la stessa cosa mi capita quando, a piedi, giro per i vicoli e nelle piazze del paese: riesco a "sentire" chi è presente, vigile e consapevole, a volte è lo sguardo che ha una luce particolare o il corpo che vibra di una frequenza particolare, che "arriva" e muove qualcosa dentro, come un leggero colpo di vento agita la luce di una candela, la gran parte però ha lo sguardo spento, perso nel passato o nel futuro e il corpo non trasmette, è freddo, distante, i movimenti sono meccanici, a scatti, sembrano soldatini a cui hanno dato la carica oppure sono resi lenti e pesanti, dall'abitudine e dalla ripetitività.

Tutto questo va cambiato, mi dico, penso però ai cicli cosmici che si evolvono malgrado tutto, e convengo che il cambiamento è già in atto, una piccola "spinta" la diamo lo stesso, giusto per dare un colpo al volano che poi, per inerzia, girerà da solo sempre più velocemente. Siamo nella linea di passaggio da un ciclo all'altro, non è più l'epoca della totale oscurità, ma nemmeno quella aurea e luminosa della piena consapevolezza; è una condizione ibrida, fatta di chiaroscuri, di accelerazioni vertiginose e frenate brusche, di qui la necessità di individuare i punti di svolta, le opportunità, le tecniche per agevolare nel modo più efficace questo passaggio. Ricompare la più volte citata mission di formare rete, sinergia, e tutto quel che segue con l'aggiunta però di un nuovo elemento, fin qui trascurato, il focus.

La potenza generata dalla focalizzazione prodotta da un gruppo di persone che hanno la stessa visione e lo stesso "intento", in tempi cosi detti "oscuri", veniva definito occultismo e magia. Se si tiene fermo e attivo il fuoco su un "progetto" o un "intento" e si è in tanti, questi si realizzano, per il principio ormai scientificamente provato che la realtà può essere creata e plasmata dalla forte concentrazione energetica generata da un'idea. Per generarla è necessario costituire quella che, un tempo, era definita "catena iniziatica" che si caratterizzava in; incontri, condivisione energetica, coesione, costanza e perseveranza e il focus puntato costantemente sull'obbiettivo facendo in modo che lo stesso non fosse distolto, una volta soli e fuori dal cerchio, da eventi e fatti prodotti dalla realtà esterna. Il fuoco di una sola persona per quanto potente non può da solo alimentare un qualsivoglia idea-progetto con ambizioni visionarie e universali.

Chi può dirsi in grado di creare questa catena o rete? Persone indipendenti, costantemente disponibili, con predisposizione a sperimentarsi e a mettersi in gioco, che si siano sottoposti a un percorso di cambiamento e di trasformazione che abbiano una consapevolezza espansa e una visione a 360 gradi. Un tempo queste persone erano definite iniziati e si ritrovavano in riunioni più o meno segrete per alimentare alchemicamente gli intenti rivolti al cambiamento e alla trasformazione dello status quo.

Oggi si parla di rivoluzione interiore, ovvero di cambiare le persone per cambiare la realtà che è la proiezione delle stesse persone che la vivono. La realtà è un modello creato e plasmato dalla proiezione di intenti di chi fa l'esperienza e assume le forme e i contenuti che sono il riflesso della loro condizione interiore. Per banalizzare: se sei giallo dentro vedrai la realtà gialla, o verde o rossa e così via, se sei sintonizzato sull'intento originario dell'idea creativa, allora la realtà coinciderà esattamente con quella. Lo specchio riflette le figure che gli si parano davanti e sono tutte diverse, se metti di fronte due specchi rifletteranno la loro moltiplicazione all'infinito senza riflettere alcuna forma se non la loro. E questo è ciò a cui si deve tendere. Per arrivare a tanto ci sono vie, tecniche e "percorsi" per raggiungere una condizione interiore di trasparenza e vuoto, che permette di vibrare alla frequenza cosmica originaria, comprenderne gli intenti creativi e la tecnica con la quale crea. Se sai chi sei e perché ci sei, sai cosa e come fare.