Il Cuore in fiamme
Anche stavolta Napoli è un richiamo irresistibile per l'ulteriore assaggio di Tantra con Tantralife. A distanza di un anno torno all'Osho No Mind, per una due giorni che promette faville, non a caso il titolo dell'incontro è: "Cuore in fiamme". Siamo in tre a partire, io, Pavan e Rosaria, tutti e tre con maggiore o minore esperienza alle spalle, solo io e Pavan però abbiamo deciso di partecipare. Il pomeriggio del Venerdì 20 ci mettiamo in viaggio, parto direttamente da Firenze dopo il lavoro e prendo al volo gli altri due nel Valdarno. Fino ad una settimana prima si era ancora indecisi se fosse il caso o meno di fare questa "follia", 480 e rotti chilometri tutti di un fiato, anche se ci sarebbe stata l'alternanza alla guida.
A tale proposito viene subito da fare una riflessione, quando per un certo tempo si è lontani dall'energia dei gruppi, si ricade in una sorta di addormentamento, di abulia, che fa sembrare impossibile ogni cosa. Memori però delle esperienze precedenti decidiamo di andare. E come le altre volte ci si renderà conto che ne è valsa la pena.
Il viaggio è comodo, senza intoppi, la giornata e buona, arriviamo a destinazione alle otto di sera, è buio da un pezzo, siamo un pò stanchi. Napoli ci accoglie con le sue luce e il suo caos, mentre percorriamo la tangenziale abbiamo l'impressione di passare in mezzo ad un presepe, case fittamente addossate l'una sull'altra su colline, le finestre e i balconi illuminati il colore giallo delle lampade delle strade, danno un tocco suggestivo e caratteristico. Il mare possiamo immaginarlo, visto che è buio, in una nera voragine sulla nostra destra, a guardar bene, però, si intravedono luccichii di fari lontani e luci di traghetti che scivolano via lenti. Infine siamo a casa, ospitati dalla suocera, in zona fuorigrotta, lì passa il trenino locale che ci porta a poche centinaia di metri dal Centro No Mind.
Il mattino del 21, si annuncia sereno anche se molto umido. L'appuntamento è per le 9,30, per le solite procedure di registrazione. Siamo tra i primi ad arrivare troviamo quelli dello staff, li conosciamo tutti, è bello riabbracciarsi e sentire che l'energia è tutta lì intera, intatta, forte; la stanchezza diventa subito un ricordo.
Affluiscono via via tutti gli altri, io e Pavan ci guardiamo interdetti, ma sono tutti maschietti, dove sono le donne! Sì, si fanno attendere ma poi arrivano, dovremmo essere pari numero, o forse un maschietto in più. Il numero è di quelli che fanno riflettere sulla "forza" di questa città. (Roma tutto sommato aveva deluso con i suoi 15 iscritti, è sempre la capitale, diamine!). Siamo in 23, oltre allo staff, a partecipare a questo week end.
I nuovi si fanno notare per un certo impaccio e "isolamento" dagli altri, molti c'erano anche lo scorso anno, non tutti hanno poi proseguito con i moduli, anche se hanno partecipato a varie iniziative promosse dal centro. Quello che abbiamo notato subito è che nessuno parlava in dialetto napoletano benchè il 70% dei presenti fosse del luogo. Quelli venuti da più lontano eravamo io e Pavan, dalla Toscana, c'era una coppia di Benevento, tutti gli altri giocavano in casa.
Qualcuno mi ha detto, ma perché vai sempre agli assaggi, non ti annoi, io rispondo sempre che ogni assaggio è diverso dall'altro e come ho avuto modo di scrivere in passato, in questi week end ti capita di vivere situazioni e incontrare persone che ti rivelano spazi di consapevolezza e di interiorità che non ti aspetti, è importante mantenere il contatto con l'energia ogni qualvolta è possibile, e poi, proprio l'imprevedibilità del programma, unita alla necessità di condensare in due giorni, rendono l'esperienza sempre intensa e profonda.
Anche "Cuore in fiamme" ha confermato la bontà della formula. Un lavoro che ci ha portato a unire la sessualità allo spazio del cuore. Varie le novità, anche per me che pure ho fatto 5 assaggi e sei moduli residenziali, una su tutte la Osho Mandala Meditation, che non ha nulla da invidiare alla più famosa e dirompente Dinamica. Quando è stata annunciata qualcuno che evidentemente la conosceva, si è lasciato sfuggire un'esclamazione non proprio entusiastica, questo ha dato lo spunto per riflettere su come la mente fa da ostacolo a qualsiasi cosa possa scavalcarla e lasciare il posto all'energia e al corpo.
L'impresa impossibile viene portata a termine da tutti, nessuno escluso, anche se ci sono momenti di flessione e di crisi, soprattutto nella prima parte, 15 minuti di corsa sul posto, la sensazione finale per tutti è di avere la febbre, un calore intenso concentrato nella testa, la kundalini è stata "catapultata" verso l'alto da questa interessante, e da ripetere, meditazione attiva.
Non mancano gli esercizi a coppie sul respiro e scambio dell'energia del cuore, momenti che lasciano il segno, e aprono ancora una volta il varco tra il primo e il quarto chakra. Gran finale con il "Segreto del Tocco", meditazione che ti rivela senza margini di errore dove sei e come sei; un duplice confronto, con te stesso e con l'altro. L'ho eseguita un numero indefinito di volte ma ogni volta è una scoperta;
stavolta mi sento come un bambino che ha voglia di tenerezza e di coccole, che ride
e piange in attesa di qualcosa che lo avvolga amorevolmente in un abbraccio totale. Effetto del lavoro fatto in questi due giorni sulla fusione dell'energia sessuale e quella del cuore. Sento il "cuore in fiamme", appunto, e non c'è, come in altre occasione, il fuoco del primo chakra che arde ed esplode in un'estasi totale con l'altro.
Il motivo che mi ha spinto a venire a questo assaggio, e l'ho anche detto in condivisione, é che sentivo il bisogno di ricollegarmi al cuore, buttare giù la maschera dei ruoli, istituzionale per quanto riguarda il mio lavoro, e di operatore olistico e meditatore che fa meditare un gruppo, per ritrovare un'autenticità, un modo di essere diretto che via via ho perso nelle dinamiche interpersonali e nelle aspettative sui risultati. Durante tutto il week end mi sono accorto di essere quasi sempre consapevole di dove ero e che cosa stavo facendo. Non mi sono creato aspettative ed ho lasciato che le cose mi accadessero senza interferire e voler fare alcunchè.
Belli anche i momenti di pausa durante i quali incontro gli altri, uno scambio di sensazioni e di riflessioni sull'esperienza che si sta vivendo. Scambi intensi, pieni di energia ad altri di tono più basso. In tutti i casi un'esperienza arricchente da tutti i punti di vista. Non posso fare a meno di riflettere che questa dovrebbe essere la modalità naturale di approccio all'altro, libero, sincero, onesto, gioioso, basato sulla condivisione e la compassione. Un senso di libertà e di disponibilità espansiva che si sperimenta solo in questi contesti. Autenticità e un essere diretti che via via si
perde nelle dinamiche interpersonali e nelle aspettative sui risultati. Quando ci salutiamo, altri spazi di condivisione si sono aperti, quelli che la prima mattina erano come estranei, si concedono ad un abbraccio caloroso e commosso, si sono aperti degli spiragli sia pur minimi nei quali si comincia ad intravedere qualcosa di conosciuto e dimenticato di amato e temuto insieme, la propria reale identità.
Lunedì 23 in viaggio verso casa, ci rendiamo conto di quanto sia importante rimanere in contatto, fare ciclicamente un bagno di energia e ripulirsi dai veleni dell'abitudine e della routine. Riflettiamo su quante persone abbiamo conosciuto nel corso di questi anni di pratica, con alcuni i contatti sono ancora vivi con altri un po' meno ma la netta sensazione e che tutti sono in uno spazio dentro di noi, sono con noi, sempre. E dobbiamo essere loro grati perché costituiscono una sorta di punti di riferimento, dei radiofari che ti consentono di orientarti e ti indicano la posizione incui ti trovi, siamo come navi in navigazione che fanno riferimento, nel buio a fasci di luce intermittente.
Così è il lavoro a specchio che si attiva sia in questi incontri che nei moduli residenziali e che spesso prosegue anche dopo, contatti che si conservano e che ti rendono consapevole di dove ti trovi a che punto sei del percorso, una verifica costante del fatto che ci sei, che esisti. È la sonda magica non può che essere che il cuore che tesse una rete sempre più fitta e forte, che crea un magico spazio protettivo, senza confini, ma al contempo incredibilmente sicuro.