Gourishankar

Il tempo non esiste, è un escamotage dell'ego, complice la mente, per dare una dimensione all'esperienza di vita. Il tempo toglie il gusto dell'imprevedibilità della vita, rende necessario progettare, obbliga a raggiungere obbiettivi. Con grande dispendio di energie. Questa premessa per comprendere l'importanza del lasciar accadere, del lasciar scorrere, come lo scorrere di un fiume che sa da dove viene e dove deve andare perché è collegato simultaneamente alla sorgente e alla foce. Questo è l'attitudine che paga quando si lavora con un gruppo di meditazione. L'energia si autorigenera e si espande senza che si debba fare nulla se non essere lì al momento giusto e cavalcare l'onda. Il gruppo ormai si muove da solo, ha un'anima propria ed è piacevole sentire la sua fluidità, la sua pulsazione il suo allargarsi e restringersi a seconda delle situazioni e del tipo di energia. A questo incontro erano previste otto presenze, ma inaspettatamente se ne aggiungono altre 4, provengono dal gruppo di Ruy, sono venute, così, al buio senza sapere se avrebbero trovato qualcuno al centro. Sono gli imprevisti ovviamente più graditi. Oggi si sperimenta una meditazione importante la Gourishankar. Le cime altissime della montagna più alta del mondo rendono bene l'idea dell'intensità che può raggiungere uno stato meditativo. C'è richiesta di restare nei tempi per impegni vari presi da tre partecipanti. Perciò si comincia senza tanti preamboli con la meditazione guidata sul primo chakra che si doveva fare già la volta scorsa. Meditazione semplice, breve, ma estremamente efficace, consente di fare un vero e proprio viaggio immaginario alle radici dell'energia e centrarsi in essa allineando tutto il corpo in un'unica, armonica struttura, i pochi ma importanti movimenti previsti vengono eseguiti con puntualità e fluidità. Niente di meglio per prepararsi alla Gourishankar. La descrivo brevemente soffermandomi in modo particolare sulla respirazione della prima fase che è fondamentale per l'effetto diretto che avrà su quelle successive. Si parte e dopo qualche minuto qualcuno dei praticanti è già in difficoltà nell'impostare la doppia apnea nel vuoto e nel pieno, un ritmo di respirazione chiaramente inusuale che mette in crisi la routine abitudinaria. Quasi tutti trovano più agevole trattenere il respiro dopo lo svuotamento. Questa tecnica dovrebbe alterare la composizione chimica del sangue e porre le basi per uno stato di coscienza favorevole al distacco del controllo della mente sul corpo, condizione rafforzata dalla seconda fase, osservare la luce, un induzione quasi ipnotica che genera la fissazione della luce del terzo occhio accentuando il distacco mentale. In questa fase noto la maggiore insofferenza nei partecipanti, fissare una luce senza muoversi e soprattutto senza chiudere gli occhi non è facile poi il ritmo pulsante e intenso dei tamburi che fanno da supporto sonoro, se da un lato aiutano la fase ipnotica dall'altro iniziano a stimolare la voglia di muoversi che però è inibita dalla fissità legata alla luce. Questo stato di "tensione" assomiglia a un arco che sta per scagliare la freccia. Il successivo alzarsi in piedi chiudendo al contempo gli occhi fa partire il movimento involontario che si snoda lungo un percorso imprevedibile ma fluido ed armonioso a tratti elegante supportato da una musica trascendentale. Riesco a percepire che tutti si stanno muovendo più difficile stabilire se il movimento sia più o meno involontario. La fase del silenzio consacra l'accesso ad una dimensione altra. La meditazione termina esattamente alle 18,00 consentendo a chi doveva andare di poterlo fare. Gli altri rimangono per la condivisione. Durante la condivisione emergono soprattutto riferimenti legati al respiro, con difficoltà più o meno accentuate nella fase del pieno piuttosto che in quella del vuoto e viceversa; l'osservazione della fiamma ha indotto a seconda dei casi un senso di leggerezza e di pulizia oppure uno stato di chiara insofferenza. Quasi nessuno parla della fase del Latihan se non in termini di completo rilassamento e di una musica molto gradevole, pochi accennano ad una strana sensazione come di qualcosa che imponeva al corpo di muoversi e che li ha messi un po' in crisi. 
Quando usciamo dalla stanza, fuori tutto sembra ovattato, la sensazione è quella di stare sognando e di camminare sopra le nuvole, oggi abbiamo scalato una vetta importante.