Giocando col vento

In questi incontri il numero dei presenti è costante, oggi siamo in nove con due nuove, giovani, presenze. Prima di iniziare scambio due chiacchiere con le new entry, non hanno mai partecipato ad una meditazione attiva, praticano ashtanga yoga in questa stessa palestra, sono venute per curiosità e per sperimentare nuove sensazioni. Si conferma anche il turn over, con scambi continui di presenze, tuttavia si sta allargando la base dei partecipanti che ora è arrivato a un totale di venti. Oggi si lavora sulla centratura e sulla creazione dello spazio interiore, in programma due meditazioni funzionali al riguardo: Il Bambu cavo e La Danza del Vento. Si inizia con l'ormai usuale riscaldamento iniziale, utilizzo come sottofondo musicale, danze sacre degli indiani d'America, i nuovi dopo una leggera impasse e un pò di imbarazzo si lasciano andare e quasi naturalmente si abbandonano alla danza che ha la caratteristica di cambiare spesso di ritmo e di avere cadenze particolari, questo consente di sperimentare la fluidità e la dinamicità del movimento. Aggiungo di mio alcuni stop and go per creare uno spazio interno e far convergere l'attenzione sul corpo e il respiro. Si passa alla descrizione della meditazione "Il Bambu cavo", definizione che incuriosisce i presenti che non la conoscono, durante la prima fase che mira a creare le condizioni per l'identificazione nel bambu e la relativa attitudine interiore, tutti si dimostrano di essere capaci di entrare "dentro", dopo qualche minuto qualcuno inizia anche a oscillare. Al termine della prima fase, l'espressione dei presenti è lo specchio dell'effetto dell'immersione nel vuoto e nel radicamento, lineamenti rilassati, respiro lento e profondo, in alcuni l'espressione è come di chi sta tornando da una dimensione sconosciuta che li ha sorpresi ma anche gradevolmente "impressionati". Ci si divide in due gruppi, i bambu da un lato e le "intemperie" dall'altro. Con sorpresa vedo che tutti interpretano al meglio i ruoli, non c'è imbarazzo nel lasciarsi andare alle sensazioni del tocco per i bambu, c'è intraprendenza e affettuosità nelle intemperie, subentro anch'io e integro queste ultime, introducendo delle varianti di ritmo e fantasia, che gli altri fanno proprie senza problemi. Al termine i bambu indugiano e restano nelle loto posizioni a lungo nonostante la musica sia cessata e quando dico che è il momento del cambio, qualcuno scherzosamente chiede se può rimanere bambu. La seconda fase ha la stessa intensità e partecipazione della prima, l'energia che si muove e tanta, c'è giocosità, gioia, divertimento e anche molta concentrazione, i gesti sono accompagnati con dolcezza come un dono d'amore e chi riceve mostra di apprezzare. Seguono diversi minuti di silenzio e di immobilità da parte di tutti, che assaporano e godono di quella sensazione gradevole di collocazione in uno spazio senza tempo e dell'energia che si muove nel corpo con dolcezza e totalità, queste impressioni vengono confermate durante la condivisione, unitamente a considerazioni su quale dei due ruoli piacesse di più e sulle sensazioni legate all'agire o al subire alla capacità più o meno prevalente di dare o avere e le conseguenti emozioni legate ai due ruoli. La meditazione viene definita da tutti molto bella e intensa. Dopo un breve intervallo, si passa alla meditazione della "Danza del Vento", anche qui l'impegno e la concentrazioni sono notevoli, la danza iniziale è quasi una trance e molti al termine della musica fanno fatica a fermarsi e passare alla seconda fase, che prevede uno scambio di energia con il partner, le coppie si formano con facilità anche perché su otto presenti sette sono donne!. C'è un po' di difficoltà iniziale a prendere il ritmo e coordinare il respiro ma dopo qualche minuto tutti sono dentro lo scambio. Segue il passo di Gourdjef, che crea qualche problema in termini di equilibrio e difficoltà a seguire il ritmo del passo legato alla musica, alla fine per alcuni risulterà anche faticosa la lunga passeggiata, ma l'effetto di radicamento e di centratura nel baricentro è innegabile e molto forte. L'ascolto seduti che segue è un momento di rilassamento ma anche di dolce abbandono ed elaborazione delle sensazioni corporee attivate dai primi tre movimenti. Il silenzio finale ricompone l'energia di tutti che al suono del gong restano a lungo a terra, è gradevole restare lì immobili con se stessi, si fa fatica a "ritornare" nella realtà. 
Quando tutti sono "rientrati", condivido una riflessione sulla presenza di meditatori giovani che trovo importante e che mi da molta gioia e ringrazio i presenti per esserci stati ancora una volta, i giovani mi confermano che la soglia di età si è abbassata di molto rispetto alla necessità di riflettere e fare il punto sulla propria esperienza di vita e che le crisi e i problemi "esistenziali" iniziano prima, di qui l'esigenza di comprendere e di fare chiarezza. Le discipline orientali in generale e le meditazioni attive, dinamiche, in particolare, appaiono a molti giovani una chiave di lettura della propria condizione interiore molto efficace perché hanno la caratteristica del movimento e della catarsi e quindi anche più divertenti e piacevoli. Ci diamo appuntamento per il 16 aprile, incontro particolare, perché è prevista una meditazione nuova, una prima assoluta, tutti i presenti confermano la loro presenza, salvo ovviamente imprevisti dell'ultima ora.