Aum Meditation

Il 4 maggio, non è una data inserita negli annali degli avvenimenti storici particolarmente importanti, tuttavia diventata un punto di riferimento del nostro gruppo e di tutti quelli che amano Osho e la meditazione attiva. La data si avvicina e aumenta la tensione, allo stesso tempo la sensazione che qualcosa di bello sta per concretizzarsi. Le adesioni si susseguono a ritmo regolare e costante fino a tutto il giorno prima dell'evento. Quando stampo la lista dei partecipanti, il numero raggiunto è di quasi 40 persone. Ce l'avrebbe fatta la Halle a contenerci tutti?

Splendido sabato di sole, temperatura mite, condizioni ideali per un evento, l'appuntamento è alle 16, sono già davanti alla location alle 15,15, con la mia "sacca da lavoro" e una confezione di bottiglie d'acqua. Dentro di me tensione ed euforia insieme. Trovo l'ingresso chiuso e mi prende l'ansia, faccio un profondo respiro. Stanno già arrivando i primi partecipanti da Firenze, poi a seguire amici del Valdarno e via via gli altri. Nel frattempo la location apre e tiro un sospiro di sollievo. All'arrivo del conduttore, circondato dagli amici della Scuola di Lucca, sono già presenti i due terzi dei prenotati, hanno già occupato la sala più grande e fanno gruppo e capannelli rumorosi, sdraiati sui materassini o seduti. Ci sono problemi di impianto sonoro, mi chiamano, guardo, non c'è rimedio, si deve cambiare sala......dico tra me che lo sapevo che saremmo finiti nella Budda Hall come la chiamo io, dove il sabato si riunisce il nostro gruppo di meditazione. È troppo forte l'energia, li, e l'impianto è tecnicamente più valido ha anche un mixerino per il microfono. Ci trasferiamo tutti volentieri..

Alle 16,30 manca all'appello, solo un amico che viene da Livorno, inserito all'ultimo tuffo nella lista dei partecipanti. Indirizzato male, sta girando nella periferia del paese. Lo chiamo, gli do le dritte giuste, sarà qui tra una ventina di minuti.

La sala "piccola" ci assorbe con disinvoltura, sembra quasi allargarsi magicamente per accoglierci. E' di forma quasi quadrata, compatta, senza spigoli, rimanda subito un'altra sensazione, ci sentiamo tutti molto vicini, uniti, carichi!! Aspettando che arrivi l'ultimo della lista, si parte con la spiegazione teorica dell'Aum Meditation e la descrizione sommaria delle sue 13 fasi: rabbia, compassione, resistenza fisica, energia vitale, caos, danza, tristezza, gioia, sensualità, canto, silenzio, riconoscimento. Quando l'ultimo arrivato si affaccia alla porta della Halle, partono grida di approvazione e un fragoroso appaluso. Si può cominciare!

Con questa di oggi sono alla mia terza Aum, ogni volta è una rivelazione, ogni volta è diversa, fa decisamente da specchio al mio cambiamento. Sento che il gruppo è compatto, l'impressione è di essere stati insieme da sempre. Nella fase della rabbia c'è totalità, nessuno si tira indietro, si grida così forte che nessuno riesce a sentire più il suo grido, a un certo punto sembra subentrare il silenzio, ma è un silenzio interno. L'energia va, scorre nel gruppo, ad ogni cambio di partner c'è un sussulto, nella breve pausa della ricerca di un altro "nemico" si è sospesi nel nulla, quando lo step termina, c'è ancora qualcuno che grida senza potersi fermare. Di certo questa è la parte più impegnativa e più temuta della meditazione. Si attiva un'energia sotterranea, tellurica, primitiva, ancestrale, che scarica la tensione e lo stress generati da divieti e repressioni.

Se c'è rabbia, se c'è sesso, se c'è avidità, il Tantra dice che anch'essi sono bene.L'unica cosa che manca è che tu non sei centrato in te stesso; questa è la ragione per la quale non puoi usarli.La rabbia non è un male.In realtà il problema è che tu non sei nella tua interiorità, ecco perché la rabbia crea scompiglio. Se sei presente nell'interiorità, la rabbia diventa un'energia salutare, diventa salute. La rabbia viene trasformata in energia, diventa buona." - OSHO -

Un breve stacco e si passa dalla rabbia-odio, all'amore-compassione. Emozioni all'apparenza opposte e invece, messe così vicine l'una all'altra, ci si accorge che sono due facce della stessa medaglia, all'improvviso dentro c'è una grande calma e colui che prima rappresentava il "nemico", diventa oggetto di amore, le labbra tese dall'odio ora si rilassano in un sorriso, le braccia si tendono verso l'altro, si esclama "ti amo", "ti voglio bene", l'abbraccio e spontaneo, naturale. Rifletto che in condizioni normali sarebbe impossibile pronunciare queste parole a una persona contro la quale poco prima inveivi. Ad ogni cambio di partner aumenta sempre di più l'intensità della sensazione amorevole e del calore dell'abbraccio.  

Si vorrebbe ancora indugiare in questa condizione rilassata, tranquilla, dolce, il terzo step non è d'accordo e si è catapultati in una corsa pazza sul posto, accompagnata da grida di gioia. Si riconosce il primo stadio di "Mandala", con piccole ma faticose variazioni. In questa fase l"aiuto" degli altri diventa importante, quando i muscoli bruciano e il fiato diventa corto, si cerca un partner lo si affianca o ci si mette di fronte e la corsa riprende con rinnovato vigore. Qui si lotta con la mente che suggerisce di rallentare, di fermarsi, di tirar giù le braccia e farla finita, superare i limiti con il testimone è una bella conquista sul controllo. L'energia in questo stadio viene spinta potentemente in alto, la testa è in fiamme, il corpo è caldo, madido di sudore e gli specchi....si appannano. Quando si sta per "esplodere" il ritmo cala, la musica scema fin quasi a spegnersi.

"Finalmente ci si rilassa", ma no, qualche secondo e si riparte senza soluzione di continuità, un crescendo che passa per l'energia vitale e il caos, uno slancio ulteriore, oltre la resistenza possibile, sale la "la pressione" e la kundalini, il corpo si scuote, con forza, con continuità come un'onda elettrica, minuti insistenti, interminabili, il corpo è preda di movimenti parossistici, involontari, poi si "stacca" all'improvviso e ci si perde totalmente nel caos. E' l'abbandonarsi a libere espressioni vocali e corporee, ci si rotola sul per terra, si cammina carponi, si sta immobili in pose innaturali, si battono i cuscini, si va in giro a stuzzicare e giocare con gli altri. Una fase di totalità e autenticità assolute, estreme, un colpo destabilizzante per la mente e l'ego.

" Tu sei un caos e l'ordine deve essere instaurato da loro; saranno loro a portare l'ordine.E hanno fatto del mondo intero un pasticcio, una confusione, un manicomio, perché hanno continuato a fare ordine per secoli e secoli, a disciplinare per secoli e secoli.Hanno insegnato così tanto che coloro cui è stato insegnato sono impazziti.Il Tantra crede nella tua bontà interiore: ricordati questa differenza.Il Tantra dice che ognuno è nato buono, che la bontà è la tua natura.È una condizione di fatto! Sei già buono!Hai bisogno di una crescita naturale, non hai bisogno di alcuna impostazione."OSHO

Si prepara il terreno per sperimentare le due emozioni più forti e condizionanti la tristezza e la gioia. Emozioni contingue dove termina l'una, inizia l'altra. Si evoca la tristezza con una musica struggente, si crea uno spazio "privato", un posto dove concentrarsi sul proprio dolore. Non si può forzare il pianto ma lasciare che accada sì.....mollando il controllo e aprendosi all'onda emotiva che sale dal basso spinta dalla musica, il dolore arriva come un peso, che schiaccia, poi lasciandolo premere diventa fluido raggiunge l'area del cuore, dove si scioglie in lacrime.  

Si piange singhiozzando, con disperazione, con dolore, o con "dignità", poi si raggiunge il fondo, dove non ci sono più lacrime e da lì che parte la risata che risale. Ad un certo momento pianto e riso si somigliano, hanno lo stesso suono, quasi non si distinguono, è una vibrazione, un'ondulazione incontrollata e incontrollabile, il pianto diventa così intenso, totale fino a saturarsi e a quel punto si trasforma dando impulso alla risata, prima sottile e soffocata poi sempre più consistente e rumorosa.

A questo punto si è passati attraverso tutto lo spettro dei colori emozionali collegati ai tre chakra inferiori, ora tocca allo spazio del Cuore, il torrente di sensazioni evocate vi si riversa e con un moto circolare ritorna verso il basso e trabocca sensualità e piacere. Si cerca l'altro da se, il contatto fisico, o si resta su se stessi intimamente connessi, si danza in coppia o in solitudine. In tutti i casi è stabilito il contatto con la sfera della propria sensualità. Tutto il lavoro fatto negli stadi precedenti qui trova il suo compimento, le barriere sono abbattute, cadono i blocchi, ci si concede al tocco, alla carezza, al contatto dei corpi persi in una danza, armoniosa, fluida, serpentina.

Lo spazio del Cuore, una condizione senza condizioni, un dare senza pretendere, un'espansione e un'apertura guidati dalla "fiducia". La pienezza, il contatto con tutto ciò che è fuori e dentro, porta alla ricerca dell'unione attraverso il contatto fisico, prima, a quello sonoro dopo. L'aum risuona flebile, si cerca l'accordi con altri, la sincronia dei respiri, passano i minuti e il suono diventa più prolugato e forte, si scioglie fino a risuonare in un un unico grande accordo che fa vibrare il cerchio di corpi e braccia. E' un momento, forte, potente, commovente. Sintonizzati sulla stessa lunghezza d'onda, non più individui separati ma un'unica energia, ci si spalma e scioglie nello stesso spazio. Tuttavia resta viva l'attenzione, la percezione di una condizione vigile. Avanti e dietro, sopra e sotto, dentro e fuori tutto questo, c'è un unico osservatore.

L'ultimo step riassorbe e ricompone l'energia che si è mossa, riportando gradualmente e lentamente al senso di individualità. Qualcosa però è cambiato, c'è un valore aggiunto ora: il riconoscersi.

L'Humaniversity Aum Meditation è un percorso ascendente che attraversa tutti chakra e le loro dimensioni emozionali fino a sfociare nell'energia sottile del settimo chakra con il magico suono Aum. E' "meditazione dell'amicizia": si condividono di emozioni, stati d'animo, contatto fisico, senza soluzioni di continuità, lo scambio è totale e continuo, e crea solidarietà, unione, intesa, coesione, crescita.  

E' la meditazione dei paradossi, nella fase della rabbia l'uno fa da specchio all'altro in una dinamica di aggressività e odio, ma c'è qualcosa di più sottile, sorprendente, una condizione che emerge anche nella condivisione, un modo di odiare che genera amore e gratitudine, che diventa addirittura un sostegno una forza per l'altro, con riflessi a specchio che fortificano ed energizzano a vicenda. E' la meditazione del respiro, respirare sempre e comunque in ogni momento ed in ogni condizione emotiva, rende totali e fa partire ogni cosa dal basso, dal profondo con grande fluidità e rilassamento. Per cui, nella rabbia non si "perde" la voce, nel pianto e nella risata non c'è "mal di pancia", tutti gli effetti collaterali e indesiderati della tensione e della contrazione vengono risolti. E' la meditazione della totalità, nella fase del pianto, si può "raschiare" il fondo, fino a rimanere prosciugati e l'azione diventa inerzia, pulsioni continue trasformano il pianto in riso. L'uso del corpo, il suo movimento, caotico, fluido, parossistico, in progressioni crescenti porta al superamento dei limiti. E' una meditazione magica, chi gli si è avvicinato per la prima volta o e alla sua prima esperienza meditativa in assoluto, l'affronta come un veterano, senza abbandonare mai e senza saltare uno step. Così come nella "danza d'amore" dovè può accadere il contatto fisico, è possibile provare, osare, sperimentare liberamente. E' una meditazione progressiva, ogni step prepara il terreno a quello successivo in un crescendo sinergico che consente di affrontare gli impegni più difficili e critici alla giusta condizione energetica.

E' una meditazione "strategica" perché "prende" e coinvolge anche chi non ha esperienze pregresse. L'energia che si muove, stimolata e "guidata" dalla presenza di praticanti più esperti, colloca tutti gli altri in uno spazio protetto, accogliente, che consente di aprirsi e mettersi in gioco senza timore. E' "strategica" perché aggrega, dovunque viene celebrata si crea uno spazio di condivisione e coesione molto forti. E tra i vari punti dove crea questi spazi, tesse una rete sempre più fitta e resistente nel suo essere proposta in forma itinerante.

La condivisione finale è piena, fluida, intensa, messaggi profondi e meditati si succedono ad altri gradevolmente ironici e spiritosi. Fra i tanti ho scelto questo che mi è arrivato il giorno dopo e che riflette l'efficacia e la bellezza di questa meditazione.

 .......vorrei ringraziarti ancora per la bella esperienza di ieri, stamani mi sono svegliato con dei bei pensieri... ho visualizzato di trasformare dove abito in un posto ancora più bello di come è... di creare una piramide con all'interno uno spazio per meditare e tanto altro ogni idea ne portava un'altra.... è stato un sogno ad occhi aperti bellissimo!!!!!

Però ho realizzato anche che fino ad oggi ho vissuto in una scatola...una scatola con 5 sensi... vista, tatto, olfatto ecc...bè ieri per un pò è saltato il coperchio.... e ne sono molto felice..... il velo di "maia" è la scatola in cui sono racchiuso...fortificata da ego, condizionamenti, paure, aspettative... ecc...

Sento che all'esterno di questa scatola ci sono come degli aculei che non permettono alle persone di avvicinarsi...fintanto che non riuscirò a "essere" e stare bene con me stesso gli altri non potranno stare bene con me...mi sono accorto che se qualcuno è aperto con me, allora piano piano gli aculei svaniscono e riesco a comunicare veramente....

Ieri non mi sono riusciti tutti gli "stadi" della meditazione, ma ero un pò più tranquillo del solito e quindi in alcuni sono riuscito a mollare un pò di freni....è stata un'esperienza "forte"... in cui sono entrato solo in parte...l'ho capito dalla condivisione dell'esperienze alla fine.

... quanto avrei perso di "me"....se non avessi partecipato all' AUM ....

Adesso so che se sono in una scatola è perchè ci "voglio" stare, potrei uscirne in qualsiasi momento se solo decidessi di farlo.....ma la paura dell'ignoto...di essere se stessi perchè non siamo abituati ad esserlo... di prendersi la responsabilità della propria vita ... delle proprie scelte.... bè tutte queste "catene" di carta ci tengono imprigionati nella scatola....

Come l'elefante che fin da piccolo è legato per una zampa ad una catena che lo trattiene, ed anche da grande rimane li alla stessa catena.... perchè non è consapevole che potrebbe romperla in qualsiasi momento....