Spezzare le catene

Il ponte delle festività di tutti i santi. Ecco il giorno prescelto per le battute finali di questo 2012 tanto atteso, tanto temuto. Proprio in un periodo che viene definito dai più come critico e decisivo e che provoca una sensazione di pressione e schiacciamento non solo psicologico, decido di fare una meditazione che si muove proprio nel senso opposto: liberare dai pesi, dalle costrizioni, dalle limitazioni, dai numerosi muri che innalzano in senso metaforico, e non solo, sulle possibilità di espansione e di sperimentazione.

La meditazione di oggi è tra una della più belle di Veet Marco insieme a "Focus on Fire" ed è "Espanditi in tutte le direzioni". In questa giornata particolare c'è il gradito ritorno, dopo anni di assenza, di un'amica di vecchia data, che è venuta in passato alle meditazioni di Sogni e Corpo. Questo ritorno, oltre a rendermi ovviamente felice, è un segnale che il percorso intrapreso da questo gruppo, quest'anno, ha una forza e un'energia particolari.

In questa giornata al Centro siamo circa una dozzina di partecipanti. C'è la solita alternanza di presenze ma il turn over è sempre tra le stesse persone, non ci sono defezioni come lo scorso anno come non ci sono continui nuovi ingressi, c'è una presenza costante all'interno di una stessa cerchia di persone, il tutto crea una stabilità e una continuità che rende più interessante il lavoro.

Si comincia in leggero ritardo ma si passa subito ad esercizi di qi gong e di attivazione energetica un po' diversi dal solito, più coinvolgenti ed impegnativi ma divertenti, si lavora sui muscoli e sui tendini, sull'intenzione e sul rilascio delle tensioni. L'esecuzione è perfetta, gli effetti si notano subito, si crea armonia, complicità tra i presenti, una spontaneità nella relazione anche tra chi non si conosce, altro elemento che caratterizza questo gruppo. Anche guidare gli esercizi è un vero piacere, c'è un canale aperto di scambio in entrambe le direzioni.

Ci concediamo una breve pausa, perché gli esercizi sono fisicamente impegnativi e ci prepariamo dopo tanto allenamento ad abbattere i muri e i travalicare i limiti che ci impediscono di affermare la nostra vitalità. Espandersi in tutte le direzioni è un meditazione impegnativo, che va a testare direttamente lo spessore dei blocchi, la tipologia degli ostacoli emotivi che emergono in un lavoro intimo, individuale ma al contempo coinvolgente, perché anche se ognuno analizza i suoi limiti e osserva i suoi muri, nello spazio della propria interiorità, l'energia che si muove coinvolge a spirale tutto lo spazio condiviso, soprattutto nella fase dell'espansione, quando cioè vengono abbattuti tutti gli ostacoli e si lascia traboccare tutta la voglia di uscire e sciogliersi nell'aria e nella musica, questa condizione contagia e avvolge collegando gli uni agli altri, chi apre di più consente anche a chi ci riesce di meno di forzare la mano e provare a superare i propri limiti. E questa caratteristica emerge soprattutto nelle meditazioni di gruppo, dando spazio all'espansione e alla vitalità.

La meditazione si snoda nei suoi quattro canonici tempi, il primo abbatte i confini, crea l'insicurezza, il cambiamento, l'imprevedibilità; il secondo inizia a farti uscire e a disegnare lo spazio intorno, restando radicato, ma muovendo le braccia come fossero i rami di un albero, è un accenno di danza che trova poi la sua consacrazione nel terzo tempo dove tutte le barriere cadono, tutti i punti di riferimento scompaiono, anche le radici sono divelte, resta solo lo spazio del cuore da cui ti espandi in un senso di infinitezza. La danza dura 20 minuti durante i quali ognuno per suo conto scarica tutta la tensione e la pressione di cui ha avuto consapevolezza durante i primi due tempi. Il movimento diventa fluido, circolare, le braccia tracciano cerchi in tutte le direzioni, l'espressione è di chi vuole uscire prepotentemente dal corpo e dilatarsi all'infinito.

Nella condivisione finale emerge la sofferenza e anche l'angoscia di constatare fino a che punto si è prigionieri, per poi passare ad una prima tenue possibilità di riscatto e di ribellione, infine la catarsi finale per chi è riuscito a scrollarsi di dosso il peso dei propri limiti e non sono stati in tanti, perché la catena invisibile si allunga dandoti l'illusione di essere libero.