Osho Heart

Oggi lavoro nello spazio del Cuore, nel quale ho "costruito" la mia dimensione interiore e per il quale ho preso il sannyas ormai più di dieci anni fa.
Questo spazio mi mette ogni volta alla prova e con che cosa se non l'aspettativa che è la provocazione naturale per lo spazio del Cuore, creando sensazioni sgradevoli, benché conosciute. Nei giorni scorsi ho "perso" una componente del gruppo, per "abbandono", queste le sue parole "non è un buon periodo per me, devo lasciare non ce la faccio, grazie per l'impegno nei miei confronti".
Parole che hanno creato subito un "vuoto" dentro, una "perdita" inaccettabile, una sorta di fallimento personale. Ho provato a intercettare il suo disagio scrivendole frasi di incitamento e di sostegno, suggerendole di darsi un'ultima chance. Ed ho riposto fiducia che se la sarebbe offerta. Ma ho compreso che la mia era manipolazione non una sincera offerta d'aiuto senza condizioni.
Con questo stato d'animo parto da casa, gli ultimi riflessi del tramonto stanno lasciando il posto alle ombre della sere. In quel gioco di penombre provo difficoltà a tenere ferma l'attenzione e il viaggio mi appare più lungo e faticoso del solito.
Arrivo con sollievo alla grande piazza con parcheggio e trovo ad aspettarmi puntuale Pavan fuori dal circolo. Saliamo subito su senza aspettare nessuno. Nella sala troviamo un tavolo nel mezzo e tante sedie schierate, ci deve esser stata una riunione. Facciamo un po' di "karma yoga", rimettendo in ordine e questo comincia a stemperare quel "sospeso". Sistemo il tavolino contro il muro e lo copro con il pareo rosso con il logo di Tantralife. (che ricordo di aver utilizzato forse una volta sola, preferivo il mio, color arcobaleno, che ha segnato tutte le tappe del mio percorso tantrico e che tuttora conservo come una "preziosa reliquia").
Vi appoggio i cimbali, l'altoparlante bluetooth e il cellulare, osservo il tutto e rifletto sul trascorrere degli anni e sull'evoluzione tecnologica un tempo usavo il lettore cd collegato all'amplificatore (sento di provare nostalgia per il vecchio metodo ma mi accorgo che è legato alle sensazioni di quel tempo e a quei gruppi ormai irripetibili).
Il programma di stasera prevede una meditazione che mi sento di definire tantrica, Osho Heart, che non conduco più da anni. La mia creatività ancora presente ed attiva mi ha suggerito, nel pomeriggio, di rivedere il palinsesto, via la danza sacra degli indiani d'America, dentro musica tantrica. Lavoriamo sul grounding e la connessione energetica. Stasera ho tre coppie e la cosa mi stimola molto in tal senso.
Quando me le ritrovo davanti schierate in cerchio, comprendo il "sacrificio" di chi non è venuto e soprattutto di chi ha definitivamente rinunciato. D'improvviso quella sensazione sgradevole, che mi accompagnava dal pomeriggio, svanisce nel nulla.
Rispolvero il camminare nello spazio collegato al respiro e al grounding, la percezione delle dimensione dello spazio e il "sentire" la presenza degli altri. Gli sguardi che si incontrano a turno per quante sono le coppie, con scambio di partner. Una strategia che funziona sempre, le rigidità si sciolgono, il respiro diventa fluido e al cerchio finale, tenendosi per mano, il collegamento energetico dei presenti nello spazio del Cuore e aperto.
Gli step della Osho Heart si susseguono: i primi 5 minuti per individuarsi nello spazio e nel tempo; i secondi quindici per richiamare il dolore individuale e purificarlo con l'alchimia del Cuore ridonandolo con gioia a se stessi; il terzo step che accogliere la sofferenza del mondo per ridonarla trasformata nel suo opposto. Il sound penetrante e struggente di questo step fa salire il pianto agli occhi ed è impossibile arginarlo ed è bellissimo lasciarsi andare.
Quindi il silenzio e il rilassamento finali dopo questo lungo lavoro alchemico.
La condivisione che segue e chiude la serata è brillante, ricca di spunti di riflessione e flash intuitivi: c'è chi ha incarnato il suo dolore in personaggi di fantasia e li ha mandati a danzare al centro della sala, chi invece ha alternato i momenti dolorosi con altri felici senza provare a trasformare i primi nei secondi: chi ha passato in rassegna i pensieri negativi spostandoli da un lato e facendo spazio e quelli positivi. Solo due dei presenti hanno lavorato con il metodo della trasformazione, hanno alle spalle un lungo trascorso meditativo e sono gli stessi che durante la condivisione, partita con un mio "dite o fate qualcosa dettata direttamente dal Cuore" si abbracciano con affettuoso trasporto restando a coccolarsi tutto il tempo.
Mentre ripongo tutte le mie cose, ritrovo l'equilibrio e la limpidezza che cercavo. Il Tantra è la mia via se ancora avessi avuto dei dubbi. Ho provato in questi ultimi tempi a provare qualcosa di diverso anche e soprattutto per arricchimento e crescita personale, ma come diceva un mio vecchio e caro amico di meditazione "questa qui è tanta roba!"