La Trasmissione sussurrata

Mai come in questa occasione mi sono affidato al qui e ora, per la prima volta fino all'ultimo momento, non sapevo se avrei partecipato ad un modulo di tantra. Il corpo, negli ultimi mesi mi aveva dato dei segnali forti, che ho letto non senza sforzo come una spinta ad occuparmi nuovamente di me, dopo l'orgia dei gruppi meditativi di quest'anno. Attività che mi aveva distolto dai miei momenti meditativi. Un'eccessiva apertura verso l'esterno e un'attenzione all'altro che mi ha penalizzato energeticamente al punto da produrre danni anche a livello fisico. Ma proprio la constatazione di quanto fosse necessario tornare ad occuparmi di me, mi ha fatto decidere per il sì, ma soltanto tre giorni prima. La sensazione di tensione e di timore misto ad eccitazione che hanno preceduto la partenza, stavolta sono stati molto forti, mi sembrava di essere tornato ai tempi dei primi moduli, di essere un novellino e forse lo ero ridiventato, visto che era un anno esatto che non partecipavo a un residenziale impegnativo. La mattina di domenica 30, ho avuto modo di sperimentare una sensazione del tutto nuova da un lato mi sentivo attratto, "chiamato" dal gruppo, e dall'altro mi ha colto una profonda malinconia e nostalgia di casa. Una dimensione, quella casalinga, che negli ultimi mesi ho sentito particolarmente forte, ritrovare il gusto delle piccole cose, modifiche all'arredamento, voglia di condividere serate con amici, cene e tutto quanto è legato al vivere la casa in modo totale e confortevole. Due sensazioni contrastanti che mi hanno accompagnato durante tutto il viaggio, mano a mano però che mi avvicinavo alla meta era sempre più forte il richiamo del gruppo e l'eccitazione per la sperimentazione. Un effetto elastico, mollava alle mie spalle e tirava davanti.

Qualcos'altro poi rendeva particolare l'esperienza di questa volta. C'era anche mio fratello che nel giro di un anno mi aveva raggiunto al traguardo del quarto modulo. Non c'era particolare disagio tra di noi, perché siamo abituati a condividere ormai da diverso tempo le nostre rispettive esperienze per cui questa prova a due costituiva una motivazione in più. Non è mancata nemmeno la sensazione di stanchezza fisica che di solito accompagna l'inizio di questi corsi, dovuta alla tensione. Siamo stati tra i primi ad arrivare, ci separano, io negli appartamenti, lui nel "fienile" dove era stato ospitato anche nel modulo precedente. Quando arrivano gli altri e si completa il numero, siamo in 23, è ormai buio. Due terzi dei compagni di viaggio li conosco, gli altri li conoscerò nel corso dei giorni successivi, con chi avevo avuto poco dialogo nei corsi precedenti in questo ho avuto modo di approfondire la conoscenza. Come altre volte ho potuto verificare che, finiti i preliminari di iscrizione e di collocazione logistica, comincia a subentrare una certa euforia, una voglia di cominciare e di scoprire cosa ci riserva questa "Trasmissione sussurrata". Non ci sono precedenti, nessuno l'ha mai fatta, semplicemente perché è stata "creata" ad hoc per questa occasione ed è tutta da sperimentare, in effetti si rivelerà, poi, un vero e proprio laboratorio tantrico. Ritrovo le "vecchie", si fa per dire, meditazioni tradizionali, l'amata-odiata dinamica, l'incubo mattutino, per la verità stavolta temevo davvero di non farcela fisicamente visti gli acciacchi che ancora non mi avevano del tutto lasciato. Ma già dalla prima dinamica e poi nei giorni successivi, sentivo di poter reggere il ritmo e pur non raggiungendo i livelli degli altri corsi, ho "vissuto" la dinamica fino in fondo, ottenendo comunque dei risultati importanti. L'ho in qualche modo, modellata su di me, me la sono per così dire cucita addosso, utilizzando tutte le sfumature e le potenzialità che offre. Nella catarsi ho usato spesso il gibberish, che mi consentiva di approdare alle emozioni in modo induttivo, se c'era rabbia, urlavo, se c'era dolore, piangevo, se c'erano sensazioni piacevoli le lasciavo emergere, e ci arrivavo sempre dal di dentro e in modo autentico, senza forzature, per intenderci senza necessariamente urlare quando non ce n'era bisogno e questo valeva per tutte le altre emozioni, che emergevano in modo naturale, durante l'emissione dei suoni indistinti approdavo a sensazioni dirette a frasi ed esclamazioni che uscivano da me senza mediazione mentale e senza intenzione. A quelle frasi e a quelle esclamazioni si "attaccavano" le emozioni che venivano scaricate nella catarsi. La kundalini, che amo di più, mi ha ridato emozioni molto forti, intanto ho sperimentato quasi sempre lo scuotimento involontario con picchi molto alti che quasi perdevo l'equilibrio se non fossi stato ben radicato, in altre occasione ho liberato un mare di sensazione ed emozioni piangendo tutto il tempo della fase dall'ascolto. Molte le novità di questo modulo che hanno avuto su di me effetti tali da farmi dire "meno male che ho partecipato". Ero arrivato con molto dolore, come frammentato. per usare un gergo informatico ma molto calzante, le sessioni, una dopo l'altra, mi hanno mostrato dimensioni nuove, aperto spiragli nella mia interiorità e fatto sperimentare spazi in cui non pensavo di poter approdare. Deframmentandomi e ricompattando l'energia. Mi sono trovato numerose volte di fronte ai miei limiti, a cose che non

avevo mai sperimentato prima, e ogni volta ho avuto modo di superarli e scoprire cosa c'è di bello e misterioso dentro di me.

Poche volte ho provato imbarazzo, ancor meno paura, ma tanta eccitazione, gioia, piacere intenso a tratti estastico e con grande soddisfazione ho sentito cadere le mie resistenze e i miei controlli. Mi sono dedicato a me con cura, tenerezza e amore come non avevo fatto in altri gruppi. Ed ho trovato compagni di viaggio che mi hanno aiutato tantissimo. Non mi sono risparmiato nulla è stato proprio un mettermi in discussione senza scuse o ipocrisie, la maschera è caduta molte volte alla fine ho avvertito la sensazione precisa di essermi sottoposto ad una disintossicazione, in una delle condivisioni ricordo di aver detto che mi sentivo come in un gruppo di guarigione. Il dolore che alchemicamente si trasforma in gioia, questo può essere la definizione di quello che mi è accaduto in questa intensa esperienza. Ora sono pienamente consapevole di come è facile avvelenarsi senza rendersene conto e quindi della necessità di innaffiare spesso la "pianta" interiore, mettere radici solide e possibilmente fiorire ad ogni stagione e perché no, consumare i dolci frutti. Un'ultima annotazione, per me molto coinvolgente e toccante, mio fratello Antonio ora è Pavan Anand, ha passato la soglia che rompe con il passato, è un sannyasin. Per me è stato come rivivere l'intensità di quell'indimenticabile momento, vissuto in prima persona. Per la prima volta ho "sentito" mio fratello per come è realmente, la sua energia, la sua identità, unica e diversa da tutte le altre e soprattutto dalla mia, malgrado lo stesso legame di sangue. Questa sensazione ci ha definitivamente riavvicinati e uniti in un abbraccio oltre che ideale anche e soprattutto fisico, cosa che in passato non era mai avvenuto, come se avessimo dormito e sognato in una dimensione irreale per tutti questi anni. Recitando ruoli, indossando maschere, dominati da condizionamenti, disagi, imbarazzi, e vergogna. La settimana è scivolata via veloce e ci ritroviamo la domenica successiva a salutarci e abbracciarci con una energia rinnovata e diversa. Ora uno spazio più ampio mi si è aperto davanti, l'orizzonte si è ulteriormente allargato, è come se in volute circolari volassi tra alte cime di monti come un uccello che scruta attento tutti i particolari, con vista acuta, l'Aquila, uccello che amo in modo particolare e che, una perspicace e molto intuitiva compagna di viaggio, ha visto in alcune mie caratteristiche, facendomi commuovere fino alle lacrime. Dopo questa esperienza mi porto dentro una dimensione nuova, una visione e una consapevolezza che ha varcato, anche se per pochi istanti, il confine del mistero. Un fuoco interiore che ho voglia di alimentare e che vigilerò perché non si spenga.