Uscire dal tempo

11.01.2013

A volte mi perdo tra mille labirinti senza trovare una via di uscita. Cerco l'equilibro degli opposti, la condizione sublime, la cosa più bella, ma mi perdo nei miei pensieri e così perdo il punto, creo il contesto e il suono delle parole, guardo l'ora che passa.....dovrei buttare via gli orologi e ascoltare solo il battito del mio cuore. Non devo avere traguardi da raggiungere, e quindi starmene immobile a godermi il panorama, guardare lontano e vedere una luce, nella luce scegliere le immagini, che sembrano il mio "destino", ma che la consapevolezza rende, invece, libero arbitrio. Artiglio la terra con le mani e tendo verso il cielo. 

Scavo nei ricordi e non trovo che tristezza, scavo nell'attimo che mi porta a ricordare e provo gioia, sono sempre sul confine tra verità e bugia e quando comincio ad apparire a me , sento che scompaio agli altri, perché in fondo, ciò che amo così ardentemente nell'altro non è che me stesso. E perdo foglia dopo foglia, come un albero in autunno, per rinnovarmi e cogliere l'alba di un nuovo giorno, senza tuttavia lasciare andar via la notte, la sintesi sublime!Dai petali dispersi dal vento nascono nuovi fiori perché ciò che mi sembra mancare ce l'ho già in me, agisco dallo spazio del Cuore e non rimpiango nulla, nel silenzio ho tutto, la mente lo rende troppo vuoto e può sembrare una mancanza, ma se lo sperimento, e lo conosco, la creatività sopita si risveglia alimentata dal fuoco e dal soffio. 

Diventa immanente il senso di non avere nessun obiettivo da raggiungere, nessun destino a cui obbedire. Smetto di contare i secondi che passano e così riesco a cogliere il cambiamento che accade, il tempo diventa passato che strato su strato forma il presente nel quale poi si scioglie. L'equilibrio si crea nell'esatto momento in cui il tempo scompare e si cogliere la sintesi di tutte le cose. E' come svegliarsi dal sonno, uscire dal sogno e nuove scoperte, nuove sensazioni diventano parti di me, momenti che posso ritrovare ogni volta che voglio, sottraendoli al passato, a quella nostalgia che è l'impressione di non poterli più avere, rendendoli vivi e attuali.