Tantra della Mano destra e della Mano sinistra II

27.05.2014

II Tantra della mano sinistra prescrive l'uso delle cosiddette cinque cose proibite. Sono anche chiamate le cinque "M", o "Makara", e sono:

1. Maithuna, unione sessuale

2. Mada, vino (e altre sostanze intossicanti)

3. Mamsa, carne4. Matsya, pesce5. Mudra, cereali disseccati (o denaro)

Nei codici di condotta seguiti in India dalla maggior parte delle tradizioni Yoga, la condivisione di questi articoli è proibita o limitata, poiché si ritiene che tali oggetti abbiano sulla mente un effetto tamasico (ottenebrante) duraturo. Risulta quindi chiaro che il loro impiego appartiene a un sentiero di tipo eccezionale. Nel Tantra, questi articoli vengono offerti alla divinità come parte integrante dell'adorazione.Anche nel Tantra della mano sinistra non si raccomanda di farne uso per piacere personale. Queste sostanze non sono pure, e l'atto di offrirle alla divinità le purifica, situandole a un livello che mira a promuovere la crescita spirituale.

In realtà nella civiltà occidentale l'uso di queste cinque cose proibite, salvo rari casi, è una consuetudine. Il Tantra agisce proprio per "liberare" gradualmente da queste cinque M e non le impone per poi sublimarle perché già se ne fa ampiamento uso. Piuttosto lo scopo è portare gradualmente a farne a meno dopo averle conosciute a fondo con l'utilizzo di pratiche che sviluppano la consapevolezza e la comprensione.

Il Tantra della mano sinistra è, a sua volta, suddiviso in due tradizioni:

la tradizione "simbolica" e la tradizione "letterale", definite tali relativamente al fatto che le sostanze condivise lo siano fisicamente o solo metaforicamente.

La tradizione simbolica usa le cinque cose proibite unicamente come simboli. Il rapporto sessuale è l'unione di Shiva e Shakti, le forze cosmiche maschili e femminili all'interno della psiche. L'intossicazione si riferisce alla condivisione della beatitudine della pura coscienza. Questa formulazione di natura interiore del sentiero della mano sinistra è in armonia con il sentiero della mano destra. È soltanto la formulazione letterale della mano sinistra, e non la via della mano sinistra in sé, che differisce dallo Yoga tradizionale.Tutte le religioni comprendono eccessi simbolici, e questi sono comuni a tutte le tradizioni. Quando si dice che il Dio vedico Indra è elogiato per avere mangiato trecento bufali e per avere bevuto tre laghi di vino, o quando si dice che abbia ucciso il proprio padre, si tratta di una forma di simbolismo drammatico. La carne e il vino si riferiscono alla conquista dei sensi. Il padre da uccidere è l'ego. Quando ai buddisti viene detto di uccidere il Buddha, si tratta di un gesto simbolico, ovviamente non letterale, e significa che è necessario spezzare l'attaccamento alla forma esteriore dell'insegnante. Di fatto, gran parte dello strano simbolismo che si riscontra nei testi tantrici - come l'unione sessuale con la propria madre - non è credibilmente da prendere alla lettera! La madre simboleggia Kundalini, con cui si desidera la fusione.La tradizione Yoga non è mai stata attaccata a banali parole, ai nomi, alle forme. L'impiego di enunciazioni strane o simboliche è comune a tutti gli insegnamenti Yoga. L'intento è quello di provocare un più profondo esame della mente. Prendere queste cose in modo letterale corrisponde a non cogliere il punto interamente.

Il Tantra praticato in occidente, non è solo simbolico nelle sue impostazioni operative, o meglio il simbolo c'è ma è direttamente rappresentato e materializzato nei corpi. Per esempio nel caso dell'unione sessuale di Shiva e Shakti, sono previste sessioni e tecniche tra partner di sesso opposto che impersonano direttamente le divinità per celebrare il Maitunha, l'unione sacra. Per arrivare al Maithuna il percorso di preparazione è arduo e difficile e presuppone proprio la conoscenza profonda dei cinque elementi proibiti, per comprenderne l'intima essenza e trasmutarla e "sublimarla" (questo modo di procedere non è nuovo in occidente, vedi la tradizione esoterica, alchemica ed ermetica anche se in questo caso il confronto avviene, prevalentemente, per via interiore e individuale, senza l'uso di un partner). In sostanza l'identificazione con la divinità non è solo una suggestione mentale ma una vera trasformazione interiore che si può acquisire proprio attraverso le pratiche di trasmutazione e sublimazione.