Scritto di getto sulla scelta olistica

19.07.2013

Per raccontare i motivi che mi hanno indotto a scegliere il mondo olistico non basterebbe un libro intero, in breve per l'esperienza che successivamente ho maturato in tanti anni di frequentazioni di corsi e di lavoro su me stesso, posso affermare che tutto è partito da una condizione di crisi, di tipo sostanzialmente esistenziale. 

Nel mio caso si è trattato di una vero e proprio viaggio nelle profondità oscure dell'inconscio. I condizionamenti, i principi inculcati, il tipo di educazione, i pesi ereditati dal ceppo familiare e tanto altro provocarono in me intorno ai 25 anni una grave stato depressivo dal quale venni fuori grazie all'aiuto di un amico, allo stimolo indotto da letture esoteriche e iniziatiche e dall'idea di formare un gruppo di lavoro su questi argomenti. 

In realtà quello che stava accadendo è che attraverso la crisi, la frattura che si era creata dentro di me, io avevo intravisto uno spiraglio di luce, la mia autenticità. In sostanza mi accorsi che esistevo, osando l'inosabile e uscendo dalla routine e dai condizionamenti. Istintivamente mi avvicinai allo yoga, praticato da solo, in casa, un riavvicinamento al corpo e alla dimensione interiore constatandone quindi l'esistenza. 

Lo yoga come tante altre discipline che poi ho praticato, qi gong, tai chi, yoga kundalini e infine tantra, rientrano nelle discipline del mondo olistico, ma questo l'ho saputo dopo. L'olismo è un concetto che ho compreso a posteriori, il ritorno della persona, rimettere l'uomo al centro dell'attenzione e la visione globale di sono concretizzate durante il percorso stesso di riappropriazione del senso di me. Una scommessa vinta in sostanza, rischiando in prima persona. 

L'esperienza personale che ha trovato poi il suo punto di forza nella pratica del tantra e nella scelta di sperimentazione e ricerca interiore, ricevuta con il sannyas, mi ha portato a sentire l'esigenza di diffondere il messaggio olistico, utilizzando tutti i percorsi e i mezzi a disposizione, tra gli altri le associazioni e i gruppi di lavoro e condivisione che sono efficacissimi veicoli di diffusione. Le condizioni individuali sono quasi, o senza quasi, sempre il riflesso di una condizione globale. In un gioco di specchi che confonde e disorienta. 

Si può uscire da questa spirale soltanto ponendosi le domande: "chi sono, cosa ci faccio qui, cos'è tutto questo che mi ruota intorno", se le risposte non arrivano e il più delle volte è così, scatta la crisi. Il mondo è tale non perché qualcuno lo ha dipinto così ma è il riflesso di ciò che siamo e di ciò che pensiamo di essere. Prendere atto di questo è il primo passo. Il movimento olistico è nato nel momento in cui sempre più persone sono diventate consapevoli di questo gioco di specchi e di riflessi. 

Io ho avuto la possibilità di incontrare persone e gruppi che stanno dando una risposta alle mie domande. Io stesso ora sono operatore olistico e sento come mission l'esigenza di diffondere e coinvolgere nel processo di maturazione e di consapevolezza quante più persone possibili. In un mio articolo che ho intitolato "La Riscossa possibile" riporto sul piano pratico ed esistenziale la dinamica della crisi e i modi per cercare di uscirne.