Sannyas, sessualità e specchi

14.02.2013

Si potrebbe credere che in un percorso di trasformazione e cambiamento, le situazioni diventino critiche solo quando, chi decide di cambiare, mette in crisi la relazione con l'altro e la realtà esterna, prima che con se stesso. In realtà anche chi ha compiuto un percorso più o meno lungo, partecipando a moduli, stage, training, woorkshoop ed altro di discipline come il tantra e simili, può avere dei problemi nella gestione della propria vita e nella relazione con l'altro pur essendo soli, compresi gli stessi sannyasin.

Il sannyas è un passaggio, sancisce un cambiamento, la nascita di una nuova identità che si affianca a quella vecchia e va gradualmente a demolire la maschera, la personalità con la quale fino a quel momento ci si era presentati rispetto a se stesso, agli altri e alla realtà esterna. Con il sannyas inzia un percorso di sperimentazione e ricerca che va ad integrare l'esperienza di vita che per ruolo e collocazione ci si è trovati a vivere.

"L'iniziazione è morte e vita, è discontinuità con il passato. Hai vissuto la tua vita, hai fatto esperienza di molte cose, ma tutte le tue esperienze e tutta la tua vita non sono state un compimento, una realizzazione. Non sono state appaganti, non sono state estatiche. Erano più che altro infelicità, sofferenza, dolore. Era più un trascinarsi che vivere. Questa è la ragione per cui si inizia a cercare un nuovo modo di vivere, una nuova modalità esistenziale. Il sannyas è una rivoluzione, significa che la fai finita con il passato e non vuoi più ripeterlo..........Si diventa sannyasin per trovare la vera casa, per trovare qualcosa dell'eternità, per trovare qualcosa che la morte non può distruggere. Certamente non può essere il corpo che è solo un accampamento. Certamente non può essere la mente che cambia di continuo. L'iniziazione al sannyas è l'inizio della ricerca di qualcosa che è aldilà della mente e chi prende l'iniziazione con profondo amore, senso dell'avventura e la comprensione che qualsiasi cosa abbia vissuto prima non era giusta.......una semplice iniziazione che vista da fuori non significherà niente, ma che per la persona è una mutazione, tutto il suo essere è trasformato. Il suo passato si dossolve e il futuro apre le sue porte......una nuova vita, un nuovo essere, un nuovo amore, una nuova consapevolezza. E' l'ingresso in una verità universale"OSHO 

Questa cerimonia iniziatica, perché di questo si tratta, presuppone che dentro la persona che lo "prende" sia accaduto qualcosa, si sia aperto un varco, uno spiraglio di luce, sia in atto un cambiamento e questa sensazione, non spiegabile a parole, è netta, precisa ed arriva all'improvviso durante il lavoro di demolizione e di decondizionamento che si fa nei moduli, negli stage, treaning ecc. E' una scintilla che salta e accende un fuoco, è la netta sensazione che dentro di te è accaduto qualcosa di irreversibile, un qualcosa che deve essere consacrato e celebrato e a cui va apposto un sigillo. 

Il cambiamento del nome è indicativo del cambiamento di stato, prima c'è una persona individuata, storica, anagrafica e inserita nel contesto della realtà strutturata dall'ego e dalla società, dopo c'è un ricercatore, sperimentatore, meditatore. Le due figure restano affiancate ma la seconda segna indelebilmente il modo di apparire della prima, le dà dei connotati inconfondibili di trasformazione e cambiamento, l'una diventa il riflesso dell'altra, è come se la maschera si animasse e mutasse di forma, diventa più fluida, può scomparire o riapparire, secondo le circostanze, ma è sempre più sfuggente, sempre meno aderente all'apparire e a ciò che gli altri si aspettano da essa, il volano di questo cambiamento è la consapevolezza. 

 Non sempre però chi "prende" il sannyas ha sciolto alcuni nodi di fondo perché il cambiamento e la trasformazione possano avviarsi. Il sannyas è una scelta che si fa quando senti che dentro qualcosa si è mosso ed ha cominciato a liberare e rimuovere un po' alla volta tutti gli ingorghi e i blocchi che anni di condizionamento e di repressione hanno formato, la sensazione è quella di una forza ascenzionale che dalla radice sale lentamente verso l'alto e nel suo passaggio effettua questa opera di demolizione e ripulitura e questo processo appare irreversibile. 

La forza che ascende è facilmente individuabile nell'energia sessuale o kundalini. Osho nei suoi discorsi parla di questa risalita della kundalini, parla di energia sessuale sublimata, parla di sessualità di base, distinguendola da quella contemplativa e meditativa di cui è la naturale evoluzione, ha pure puntualizzato che i passaggi e la trasformazione avvengono solo quando ogni aspetto della stessa energia sessuale sia stata scandagliata, vissuta e sviscerata in modo completo. Non si può sperimentare lo spazio del Cuore se prima non si è conosciuto a fondo e con totalità l'aspetto della sessualità più grezza, e prima di aver fatto esperienza di tutti gli stati legati ai vari chakra, cosiddetti inferiori. 

Collegare il primo e il quarto chakra è uno dei traguardi fondamentali nel percorso tantrico ed è un dato di fatto che pochi possono dire di avere realizzato permanentemente questa condizione. Questa incompiutezza provoca i suoi effetti destabilizzanti soprattutto nelle relazioni interpersonali, sessuali e o sentimentali che siano. Si assiste, in questi casi, a comportamenti contraddittori e paradossali come quello di chi, dopo anni di lavoro su se stesso, ancora va in crisi nelle relazioni con l'altro sesso, non riesce ad instaurare un rapporto equilibrato, libero e appagante. 

Oppure c'è chi, pur essendo totale, libero, disinvolto e aperto nell'ambito di spazi di sperimentazione, entra in crisi nella vita di tutti i giorni al primo coinvolgimento sentimentale, non riuscendo a gestire il legame ricadendo nelle dinamiche che pensava di aver superato. Altri ancora, vivono "su due livelli", trovano molto bello, gratificante, esaltante, condividere a specchio, anche in modo intimo e totale, con i compagni di "lavoro", con i quali si aprono, meditano, condividono. Salvo poi insabbiarsi in relazioni sessuali complicate e stressanti. In tutte questi casi c'è l'esigenza di vivere una sessualità ancora di primo livello, ma allo stesso tempo, anche il bisogno aprirsi a sensazioni altre, accade una scissione, il corpo e la parte fisica la condividono con una persona, la parte interiore e "spirituale" con un'altra. 

Per di più chi è in queste condizioni lamenta di non riuscire a trovare qualcuno che racchiuda i due aspetti. E' fin troppo facile dedurre che il problema è in chi si lamenta. E' dentro di lui/lei che non è avvenuta questa sintesi, e che non può avvenire fino a quando esistono dei "sospesi" come per esempio nell'area della sessualità di base, non ancora interamente appagata. D'altra parte chi ha già raggiunto il livello contemplativo e meditativo, non può soddisfare, per il principio che "non si può più tornare indietro", una forma di sessualità che ha ormai trasceso. Interessante, infine, notare che c'è chi riesce, in un contesto protetto, operativo, energetico a sperimentare esperienze estatiche e meditative intense, ma al contempo non riesce a "ripetersi" fuori da qual contesto tornando a ricercare una relazione "normale". 

Qui si affianca ad un'irrisolta elaborazione della sessualità di base, la necessità, molto sentita, di una presenza che affianchi, che allegerisca il "peso" della solitudine, che concretizzi il "sogno" di una relazione "normale", tranquilla", di routine. Tutto questo può essere metaforicamente definito "una situazione da guado": si è lasciata una riva del fiume ma non si riesce a raggiungere l'altra, troppi gorghi e correnti, allora si cerca la corda o la mano tesa di qualcuno che ti aiuti ad andare oltre, ma è evidente che si è ancora troppo prossimi alla riva di partenza e la tendenza è di appoggiarsi agli scogli più vicini. La temerarietà, l'impavidità, la voglia di osare e mettersi realmente in discussione non è ancora così forte da consentire di andare oltre, ancora c'è da lavorare e scavare sul fango della riva. Imparare a nuotare è istintivo ma occorre esorcizzare la paura di annegare. Il Fuoco non ha ancora raggiunto il Cuore.