Perchè più donne alle meditazioni

12.10.2012

L'esperienza di questi ultimi anni di pratica meditativa e di partecipazione a gruppi e moduli residenziali, mi ha indotto a pormi una domanda, perché negli incontri di meditazione c'è una partecipazione in larghissima maggioranza di donne.La prima risposta che mi sono dato è che la meditazione è fondamentalmente un entrare dentro, una introversione, quindi un atteggiamento passivo e di staticità attiva, di segno femminile; il maschio, invece, condizionato dall'andare verso l'esterno, ad essere estroverso, incontra molte difficoltà a cambiare orientamento e guardarsi dentro. 

Questo perché ha l'abitudine al controllo e all'azione, perché teme di perdere la "virilità", concedendosi alla fluidità e al discontrollo, sarebbe in realtà la riscoperta della propria parte femminile, un modo molto bello e gioioso di ammorbidire le rigidità e creare un'alternativa all'estremizzazione intransigente e paralizzante.Il maschio, in realtà, si dimostra abbastanza infantile, più condizionabile e condizionato dalle imposizioni familiari, dai condizionamenti della scuola e dalle regole sia sociali che religiose. 

La donna, parrà strano, si rivela più impermeabile a questi condizionamenti e la sua fluidità e creatività le consentono di relativizzare di più rispetto al maschio. Riscoprire la propria parte femminile intimorisce nella misura in cui si devono lasciare emergere i sentimenti e i bisogni repressi, tutte le esternazioni emozionali, come il pianto, il riso, la gioia, il dolore, il piacere, l'intimita fisica; lasciarsi andare a tutto questo, per il maschio, è come perdere la propria identità e assumere caratteristiche proprie della donna. Far comprendere che invece la scoperta del lato femminile può donare tesori inestimabili e sensazioni ineguagliabili, resta un compito arduo. 

Solo un costante lavoro su se stessi, stimolato e indotto da un lato da una sorta di predisposizione innata e dall'altro, da momenti di crisi molto intense, può produrre dei cambiamenti e incrinare la corazza del "guerriero".La meditazione, e quella attiva in particolare, è un mezzo efficace per cominciare a scardinarla, i radi maschi, che hanno partecipato ai miei gruppi di meditazioni, o erano in coppia, quindi al seguito delle loro partner che potevano quindi "controllare" o alle quali potevano "appoggiarsi", salvaguardando la maschera e il ruolo (tutta da "godere" l'espressione dei maschi quando si dava disposizione di scegliersi un partner che non fosse il proprio!); oppure, più raramente, avevano delle caratteristiche spiccatamente femminili, come la sensibilità, la creatività, il senso del corpo, la voglia di scoprire e di sperimentare, in altri casi, ancora, la necessità di trovare uno sbocco e un'alternativa a momenti di crisi. 

Chi è venuto da solo, dopo un po' ha lasciato e già durante le esperienze di gruppo aveva mostrato una tendenza alla rigidità, all'isolamento soprattutto nelle fasi di coinvolgimento fisico, nella fluidità della danza e nelle dinamiche di coppia.Diverso il discorso per quanto riguarda la partecipazione a stage e residenziali, in quel caso la presenza dei maschi è maggiore e, certe volte, supera quella delle donne, qui parrebbe ovvio insinuare che in quel contesto si attiva nel maschio l'istinto predatorio, è noto che molti vengono ai moduli di tantra, per esempio, con lo scopo di avere un'avventura sessuale che altrove non potrebbero vivere, ovviamente non è così per tutti, ma c'è sempre una buona percentuale! . 

A specchio, le donne temono i moduli proprio per questo rischio o perché temono di subire delle ferite dall'esperienza del confronto con il maschio o con la propria sessualità.Tornando ai gruppi di meditazione, vi sono stati dei casi in cui, le donne fidanzate, sposate o comunque impegnate in relazione di coppia, hanno provato a fare un proprio percorso individuale, "accordandosi" con i compagni sulla gestione dei figli e delle altre dinamiche di convivenza per potere essere libere per qualche ora un paio di volte al mese. Dopo due o tre incontri, però, quelle che avevano parlato di disponibilità e di "larghe vedute" da parte dei propri compagni, hanno cominciato a saltare qualche incontro, poi non sono più venute senza comunicare nulla, scomparendo letteralmente.