Perchè ho scelto l'Olismo

05.06.2015

Per raccontare i motivi che mi hanno indotto a scegliere il mondo olistico non basterebbe un libro intero; in breve, per l'esperienza che successivamente ho maturato in tanti anni di frequentazioni di corsi e di lavoro su me stesso, posso affermare che tutto è partito da una condizione di crisi, di tipo sostanzialmente esistenziale. Nel mio caso si è trattato di un vero e proprio viaggio nelle profondità oscure dell'inconscio. I condizionamenti, i principi inculcati, il tipo di educazione, i pesi ereditati dal ceppo familiare e tanto altro provocarono in me intorno ai 25 anni un grave stato depressivo dal quale venni fuori grazie all'aiuto di un amico e dallo stimolo indotto da letture esoteriche e iniziatiche e dall'idea di formare un gruppo di lavoro su questi argomenti. In realtà quello che stava accadendo è che attraverso la crisi, la frattura che si era creata dentro di me, avevo intravisto uno spiraglio di luce, la mia autenticità.

In sostanza mi accorsi che esistevo osando l'inosabile e uscendo dalla routine e dai condizionamenti. Istintivamente mi avvicinai allo yoga, praticato da solo, in casa, un riavvicinamento al corpo e alla dimensione interiore constatandone quindi l'esistenza. Lo yoga come tante altre discipline che poi ho praticato, qi gong, tai chi, yoga kundalini e infine tantra, rientrano nelle discipline del mondo olistico, ma questo l'ho saputo dopo. L'olismo è un concetto che ho compreso a posteriori, il ritorno della persona, rimettere l'uomo al centro dell'attenzione e la visione globale si sono concretizzate durante il percorso stesso di riappropriazione del senso di me. Una scommessa vinta, rischiando in prima persona. L'esperienza personale che ha trovato poi il suo punto di forza nella pratica del tantra e nella scelta di sperimentazione e ricerca interiore ricevuta con il sannyas, mi ha portato a sentire l'esigenza di diffondere il messaggio olistico utilizzando tutti i percorsi e i mezzi a disposizione, tra gli altri le associazioni e i gruppi di lavoro e condivisione che sono efficacissimi veicoli di diffusione. Le condizioni individuali sono quasi sempre, o senza quasi, il riflesso di una condizione globale. In un gioco di specchi che confonde e disorienta. Si può uscire da questa spirale soltanto ponendosi le domande, chi sono, cosa ci faccio qui, cos'è tutto questo che mi ruota intorno; se le risposte non arrivano e il più delle volte è così, scatta la crisi.

Il mondo è tale non perché qualcuno lo ha dipinto così ma perché è il riflesso di ciò che siamo e di ciò che pensiamo di essere. Prendere atto di questo è il primo passo. Il movimento olistico è nato nel momento in cui sempre più persone sono diventate consapevoli di questo gioco di specchi e di riflessi. Io ho avuto la possibilità di incontrare persone e gruppi che stanno dando una risposta alle mie domande. Io stesso ora sono operatore olistico e sento come mission l'esigenza di diffondere e coinvolgere nel processo di maturazione e di consapevolezza quante più persone possibili. In un mio articolo, postato sul sito Il Forno Alchemico dal titolo "La riscossa possibile" riporto sul piano pratico ed esistenziale la dinamica della crisi e i modi per cercare di uscirne. Indubbiamente si sta attraversando un momento difficile. La crisi economica, accuratamente manovrata, ma questo è ammesso solo in parte parlando genericamente di speculazioni, sta rendendo la vita assai complicata. A questa situazione oggettiva si affianca quella soggettiva, si acuiscono le sensazioni di ansia e di tensione, sale la paura di non farcela e di avere di fronte un futuro incerto che porta a sempre più acuti squilibri psicofisici, alla perdita della fiducia nelle proprie capacità e a smarrire sempre di più la propria identità. In queste condizioni, proporre iniziative di tipo olistico, rilanciando un messaggio di recupero della persona attraverso prodotti, letture e corsi, sembra un paradosso, una scommessa molto rischiosa.

Invece è proprio da queste iniziative che può ripartire la riscossa: riportare al centro la persona, con i suoi bisogni, le sue esigenze di libertà, di autodeterminazione e di riscoperta della propria identità è forse l'unico modo per risvegliarsi dal sonno e dall'ipnosi di tutti questi anni di condizionamento e di pressioni e di provare a immaginare e applicare un modello di vita diverso e più sano. Riappropriarsi del senso di sé, ripristinare il proprio equilibrio psicofisico ed energetico, farlo insieme, e farlo in tanti è la premessa per porre le basi per un cambiamento radicale, dal basso, dello stato delle cose. È giunto il momento di riappropriarsi della propria vita, di gestire la propria esistenza in modo più autonomo e consapevole; per questo ci si può ora avvalere, ed io l'ho fatto, di eventi, convegni, presentazioni, con la possibilità di assaggiare i prodotti, provare le tecniche e approfondire gli argomenti trattati. Tutto questo gestito in forma associativa, che consente l'unione sinergica in uno spazio di condivisione. Questo orientamento si sta affermando sempre di più negli ultimi tempi, con una tendenza all'unione di rete e allo scambio di esperienze che consentono l'elaborazione di tecniche e iniziative per la diffusione capillare del messaggio olistico, salvaguardando al contempo l'autonomia e 'l'anima' di ogni operatore o associazione. Un equilibrio tra le esigenze individuali e il bene comune.

L'impegno non è dei più agevoli, per affrontarlo occorrono: fiducia, comunione d'intenti, condivisione, amore per questo pianeta, per se stessi e per la vita. Guarda caso proprio le caratteristiche tipiche dell'impostazione olistica. Si tratta di attivare, quindi, un circuito virtuoso che si autoalimenti e si espanda in modo esponenziale. Proprio in virtù di questa riflessione e nella necessità di trovare una riposta alle mie esigenze ed avendo io molta fiducia nel sincronismo, ho lasciato che gli eventi, come una corrente libera di fiume, mi portassero dove ero destinato.
La sincronicità io l'ho sperimentata in tempi non sospetti, prima cioè che diventasse un sentire comune e un sostantivo di largo uso. Quando? Nel 2010, a Firenze, ad un incontro della Siaf, cui alla fine dell'anno precedente mi ero iscritto come operatore olistico, mi imbatto in un volto conosciuto, una ragazza bionda, longilinea, dinamica, di quelle che attraggono l'attenzione. Ci guardiamo, per un po' restiamo interdetti, perplessi. Poi si accende la lampadina, "ma sì, tu eri quello che faceva il tai chi e il qi gong al centro Harmony al Romito", e "sì, tu eri quella che si fermava alla reception a parlare con una ragazza tedesca e tenevi un corso di respiro...". Così è avvenuto il primo incontro che avrebbe dato una svolta significativa al mio percorso personale e professionale. La ragazza in questione, Elisabetta Torrini, era ed è il presidente dell'associazione Il Volo della Libellula. Quel giorno in poche decine di minuti, mi parlò di tante cose, fu travolgente, inarrestabile, ricordo di essere tornato a casa con una testa piena di idee e di suggerimenti. Di lì a poco mi iscrissi all'associazione, sono stato socio per tre anni entrando dopo a far parte del direttivo come consigliere.

Una predestinazione? Una coincidenza? Non lo so, di fatto questo rapporto continua e non è mai stato in forse ed è il legame più duraturo con un ente o associazione che io abbia mai avuto. Ora a distanza di tempo posso affermare che era un 'matrimonio' annunciato, perché sentivo in me l'esigenza di collocarmi in uno spazio di creatività e di espansione, di trovare un 'veicolo' che potesse supportarmi e al contempo darmi l'opportunità di esprimere tutte le mie potenzialità. Sono sempre stato un solitario, orgoglioso, testardo, ho sempre voluto fare tutto da solo, ma in quel momento sentivo che quel tipo di spazio, quel tipo di energia, si sintonizzava perfettamente con le mie esigenze. Ricordo con emozione il giorno della prima volta, nella sede di Sesto Fiorentino, la riunione con i soci fondatori. Lo spazio non era grande, ma ebbi subito la sensazione di trovarmi a casa mia, mi sentivo accolto, avvolto da una gradevole energia, ed io in quel periodo stavo proprio lavorando sul sentire. E quello che sentivo nel luogo e nelle persone che erano lì sedute sui cuscini, davanti ad un grande foulard che fungeva da tappeto, a lume di candela e con una piccola effige di un delfino danzante, mi piaceva. Quando mi sono presentato ed ho spiegato i motivi per cui volevo diventare socio, le cose che dicevo mi partivano dal cuore, un fervore che si alimentava ad ogni scambio e condivisione. È stato un amore a prima vista. Di lì a poco ero parte attiva dell'associazione.

Da quel momento per me c'è stata una vera e propria escalation, ho messo su un gruppo di meditazione nel Valdarno, che ho tuttora, sono stato coinvolto in iniziative e progetti di vario genere, ho maturato nel tempo la capacità organizzativa e di intermediazione, potenziando ciò che da sempre sento essere la mia mission, quella di diffondere e far conoscere le discipline olistiche e al contempo di operare sul piano della sinergia tra associazioni creando una rete di collegamento e di scambio di esperienze reciproche. Dietro questa progressione ed espansione ho sempre sentito la presenza del direttivo e degli associati della Libellula, un sostegno e una propulsione che ho avvertito e avverto anche senza essere necessariamente in contatto fisico con gli stessi. Infatti, nonostante la distanza fisica dalla sede, io nel Valdarno, l'associazione a Sesto Fiorentino, il legame nel tempo si è rafforzato; sono stato in altre associazioni, lo sono ancora in un'altra nel Valdarno, ma la sensazione che provo ogni volta che entro nella piccola sede di Sesto è particolare. In questi anni si sono succeduti eventi, seminari, feste, sia in sede che in altre location, ogni volta che ho potuto sono stato presente.

Con la Libellula ho vissuto momenti particolarmente intensi e significativi, in particolare negli eventi di gruppo come le feste della primavera e del respiro organizzate prima e dopo l'estate, eventi che hanno suscitato in me tutta una serie di emozioni, sensazioni e riflessioni che ho messo per iscritto e che riporto in queste pagine, per rendere bene l'idea del filo magico che esiste tra me e la Libellula e l'azione incisiva del lavoro svolto sul sé di ognuno, attraverso le opportunità che offre il percorso olistico organizzato e indirizzato da un gruppo di persone che lavorano in sinergia e si muovono costantemente nello spazio del Cuore.