Perchè ho scelto l'Olismo

Per raccontare i motivi che mi hanno indotto
a scegliere il mondo olistico non basterebbe un libro intero; in breve, per
l'esperienza che successivamente ho maturato in tanti anni di frequentazioni di
corsi e di lavoro su me stesso, posso affermare che tutto è partito da una
condizione di crisi, di tipo sostanzialmente esistenziale.
Nel mio caso si è trattato di un vero e
proprio viaggio nelle profondità oscure dell'inconscio. I condizionamenti, i
principi inculcati, il tipo di educazione, i pesi ereditati dal ceppo familiare
e tanto altro provocarono in me intorno ai 25 anni un grave stato depressivo
dal quale venni fuori grazie all'aiuto di un amico e dallo stimolo indotto da
letture esoteriche e iniziatiche e dall'idea di formare un gruppo di lavoro su
questi argomenti.
In realtà quello che stava accadendo è che attraverso
la crisi, la frattura che si era creata dentro di me, avevo intravisto uno
spiraglio di luce, la mia autenticità.
In sostanza mi accorsi che esistevo
osando l'inosabile e uscendo dalla routine e dai condizionamenti.
Istintivamente mi avvicinai allo yoga,
praticato da solo, in casa, un riavvicinamento al corpo e alla dimensione
interiore constatandone quindi l'esistenza.
Lo yoga come tante altre discipline che poi
ho praticato, qi gong, tai chi, yoga kundalini e infine tantra, rientrano nelle
discipline del mondo olistico, ma questo l'ho saputo dopo. L'olismo è un
concetto che ho compreso a posteriori, il ritorno della persona, rimettere l'uomo
al centro dell'attenzione e la visione globale si sono concretizzate durante il
percorso stesso di riappropriazione del senso di me. Una scommessa vinta,
rischiando in prima persona.
L'esperienza personale che ha trovato poi il
suo punto di forza nella pratica del tantra e nella scelta di sperimentazione e
ricerca interiore ricevuta con il sannyas, mi ha portato a sentire l'esigenza
di diffondere il messaggio olistico utilizzando tutti i percorsi e i mezzi a
disposizione, tra gli altri le associazioni e i gruppi di lavoro e condivisione
che sono efficacissimi veicoli di diffusione.
Le condizioni individuali sono quasi sempre,
o senza quasi, il riflesso di una condizione globale. In un gioco di specchi
che confonde e disorienta. Si può uscire da questa spirale soltanto ponendosi
le domande, chi sono, cosa ci faccio qui, cos'è tutto questo che mi ruota
intorno; se le risposte non arrivano e il più delle volte è così, scatta la
crisi.
Il mondo è tale non perché qualcuno lo ha dipinto così ma perché è il
riflesso di ciò che siamo e di ciò che pensiamo di essere. Prendere atto di
questo è il primo passo.
Il movimento olistico è nato nel momento in
cui sempre più persone sono diventate consapevoli di questo gioco di specchi e
di riflessi. Io ho avuto la possibilità di incontrare persone e gruppi che
stanno dando una risposta alle mie domande. Io stesso ora sono operatore
olistico e sento come mission l'esigenza di diffondere e coinvolgere nel
processo di maturazione e di consapevolezza quante più persone possibili. In un
mio articolo, postato sul sito Il Forno Alchemico dal titolo "La
riscossa possibile" riporto sul piano
pratico ed esistenziale la dinamica della crisi e i modi per cercare di
uscirne.
Indubbiamente si sta attraversando un
momento difficile. La crisi economica, accuratamente manovrata, ma questo è
ammesso solo in parte parlando genericamente di speculazioni, sta rendendo la
vita assai complicata. A questa situazione oggettiva si affianca quella
soggettiva, si acuiscono le sensazioni di ansia e di tensione, sale la paura di
non farcela e di avere di fronte un futuro incerto che porta a sempre più acuti
squilibri psicofisici, alla perdita della fiducia nelle proprie capacità e a
smarrire sempre di più la propria identità.
In queste condizioni, proporre iniziative di
tipo olistico, rilanciando un messaggio di recupero della persona attraverso
prodotti, letture e corsi, sembra un paradosso, una scommessa molto rischiosa.
Invece è proprio da queste iniziative che
può ripartire la riscossa: riportare al centro la persona, con i suoi bisogni,
le sue esigenze di libertà, di autodeterminazione e di riscoperta della propria
identità è forse l'unico modo per risvegliarsi dal sonno e dall'ipnosi di tutti
questi anni di condizionamento e di pressioni e di provare a immaginare e
applicare un modello di vita diverso e più sano. Riappropriarsi
del senso di sé, ripristinare il proprio equilibrio psicofisico ed energetico,
farlo insieme, e farlo in tanti è la premessa per porre le basi per un
cambiamento radicale, dal basso, dello stato delle cose.
È giunto il momento di riappropriarsi della
propria vita, di gestire la propria esistenza in modo più autonomo e
consapevole; per questo ci si può ora
avvalere, ed io l'ho fatto, di eventi, convegni, presentazioni, con la
possibilità di assaggiare i prodotti, provare le tecniche e approfondire gli
argomenti trattati. Tutto questo gestito in forma associativa, che consente
l'unione sinergica in uno spazio di condivisione.
Questo orientamento si sta affermando sempre
di più negli ultimi tempi, con una tendenza all'unione di rete e allo scambio
di esperienze che consentono l'elaborazione di tecniche e iniziative per la
diffusione capillare del messaggio olistico, salvaguardando al contempo
l'autonomia e 'l'anima' di ogni operatore o associazione. Un equilibrio tra le
esigenze individuali e il bene comune.

L'impegno non è dei più agevoli, per
affrontarlo occorrono: fiducia, comunione d'intenti, condivisione, amore per
questo pianeta, per se stessi e per la vita. Guarda caso proprio le
caratteristiche tipiche dell'impostazione olistica. Si tratta di attivare, quindi,
un circuito virtuoso che si autoalimenti e si espanda in modo esponenziale.
Proprio in virtù di questa riflessione e nella necessità di trovare una
riposta alle mie esigenze ed avendo io molta fiducia nel sincronismo, ho
lasciato che gli eventi, come una corrente libera di fiume, mi portassero dove
ero destinato.
La sincronicità io l'ho sperimentata in tempi non sospetti, prima cioè
che diventasse un sentire comune e un sostantivo di largo uso. Quando? Nel
2010, a Firenze, ad un incontro della Siaf, cui alla fine dell'anno precedente
mi ero iscritto come operatore olistico, mi imbatto in un volto conosciuto, una
ragazza bionda, longilinea, dinamica, di quelle che attraggono l'attenzione. Ci
guardiamo, per un po' restiamo interdetti, perplessi. Poi si accende la
lampadina, "ma sì, tu eri quello che faceva il tai chi e il qi gong al centro
Harmony al Romito", e "sì, tu eri quella che si fermava alla reception a
parlare con una ragazza tedesca e tenevi un corso di respiro...".
Così è avvenuto il primo incontro che avrebbe dato una svolta
significativa al mio percorso personale e professionale.
La ragazza in questione, Elisabetta Torrini, era ed è il presidente
dell'associazione Il Volo della Libellula.
Quel giorno in poche decine di minuti, mi parlò di tante cose, fu
travolgente, inarrestabile, ricordo di essere tornato a casa con una testa
piena di idee e di suggerimenti.
Di lì a poco mi iscrissi all'associazione, sono stato socio per tre anni
entrando dopo a far parte del direttivo come consigliere.
Una predestinazione?
Una coincidenza? Non lo so, di fatto questo rapporto continua e non è mai stato
in forse ed è il legame più duraturo con un ente o associazione che io abbia
mai avuto.
Ora a distanza di tempo posso affermare che era un 'matrimonio'
annunciato, perché sentivo in me l'esigenza di collocarmi in uno spazio di
creatività e di espansione, di trovare un 'veicolo' che potesse supportarmi e
al contempo darmi l'opportunità di esprimere tutte le mie potenzialità. Sono
sempre stato un solitario, orgoglioso, testardo, ho sempre voluto fare tutto da
solo, ma in quel momento sentivo che quel tipo di spazio, quel tipo di energia,
si sintonizzava perfettamente con le mie esigenze.
Ricordo con emozione il giorno della prima volta, nella sede di Sesto
Fiorentino, la riunione con i soci fondatori. Lo spazio non era grande, ma ebbi
subito la sensazione di trovarmi a casa mia, mi sentivo accolto, avvolto da una
gradevole energia, ed io in quel periodo stavo proprio lavorando sul sentire. E
quello che sentivo nel luogo e nelle persone che erano lì sedute sui cuscini,
davanti ad un grande foulard che fungeva da tappeto, a lume di candela e con
una piccola effige di un delfino danzante, mi piaceva.
Quando mi sono presentato ed ho spiegato i motivi per cui volevo
diventare socio, le cose che dicevo mi partivano dal cuore, un fervore che si
alimentava ad ogni scambio e condivisione. È stato un amore a prima vista. Di
lì a poco ero parte attiva dell'associazione.
Da quel momento per me c'è stata una vera e propria escalation, ho messo
su un gruppo di meditazione nel Valdarno, che ho tuttora, sono stato coinvolto
in iniziative e progetti di vario genere, ho maturato nel tempo la capacità
organizzativa e di intermediazione, potenziando ciò che da sempre sento essere
la mia mission, quella di diffondere e far conoscere le discipline olistiche e
al contempo di operare sul piano della sinergia tra associazioni creando una
rete di collegamento e di scambio di esperienze reciproche.
Dietro questa progressione ed espansione ho sempre sentito la presenza
del direttivo e degli associati della Libellula, un sostegno e una propulsione
che ho avvertito e avverto anche senza essere necessariamente in contatto
fisico con gli stessi.
Infatti, nonostante la distanza fisica dalla sede, io nel Valdarno,
l'associazione a Sesto Fiorentino, il legame nel tempo si è rafforzato; sono
stato in altre associazioni, lo sono ancora in un'altra nel Valdarno, ma la
sensazione che provo ogni volta che entro nella piccola sede di Sesto è
particolare.
In questi anni si sono succeduti eventi, seminari, feste, sia in sede
che in altre location, ogni volta che ho potuto sono stato presente.
Con la Libellula ho vissuto momenti particolarmente intensi e significativi, in particolare negli eventi di gruppo come le feste della primavera e del respiro organizzate prima e dopo l'estate, eventi che hanno suscitato in me tutta una serie di emozioni, sensazioni e riflessioni che ho messo per iscritto e che riporto in queste pagine, per rendere bene l'idea del filo magico che esiste tra me e la Libellula e l'azione incisiva del lavoro svolto sul sé di ognuno, attraverso le opportunità che offre il percorso olistico organizzato e indirizzato da un gruppo di persone che lavorano in sinergia e si muovono costantemente nello spazio del Cuore.