Paradosso quantistico

19.06.2023

La fisica quantistica sembrerebbe aver dato un duro colpo alla visione olistica e a tutta la tradizione occidentale basata sull'esoterismo e a quella orientale basata sui simboli e su forme di energia morfologizzate in altrettante divinità.

Dico sembrerebbe perché, proprio in relazione ai principi quantistici, la realtà sarebbe, semplificando, né più né meno quello che immaginiamo debba essere. Se andiamo ancora più avanti potremmo affermare che noi siamo sostanzialmente i creatori di tutto quello che vediamo e sperimentiamo come reale.

Per questo motivo ritengo che possano placidamente coesistere l'interpretazione quantica dell'esperienza della vita e la visione esoterica e simbolica cui accennavo sopra. La differenza la fa il livello di consapevolezza.

Ho praticato, lungo tutto l'arco della mia esperienza di vita, tutto ciò che era praticabile e possibilmente fuori dagli schemi: esoterismo, tradizione ermetica, alchimia, cosmogonia orientale; discipline corporee le più disparate: da quelle più "fisiche" come il nuoto, la bicicletta, arti marziali ecc. a quelle più energetiche ma non per questo meno fisicamente coinvolgenti: yoga, qi gong, yoga kundalini, tantra. Ora pur essendo approdato a conoscenze più "scientifiche" e all'"avanguardia", non ritengo affatto superate quelle discipline, che tuttora pratico.

Conoscere elementi sempre più "sottili" della realtà, per me è un valore aggiunto e ci sono arrivato proprio grazie a quelle pratiche più "grossolane". Si afferma che si è creatori dell'universo e che prima ci si rende conto  di questo e prima si torna alla vera essenza.

Concordo, ma quale pratica, di quelle che ho elencato, non pretendeva e pretende di portare i praticanti alla consapevolezza di chi si è veramente?

Se ho acquisito un certo livello di consapevolezza posso far coesistere dentro il "mio" universo tutto quello che ritengo sia utile per la mia conoscenza e appagare così l'esigenza della "coscienza" di fare l'esperienza duale.

Se così con fosse dovrei negare l'utilità della presenza, contemporanea, di chi ancora non è arrivato a un certo livello di consapevolezza che quindi non dovrebbe "apparire" più tra le cose che continuo a vedere. E' evidente, che se ancora le vedo, sono utili al processo di cui sopra.

Ho notato che quando qualcosa non è più utile al mio percorso di conoscenza mi scompare alla vista che siano persone o cose, oppure smetto di praticare, quando si tratta di discipline. Ho anche notato che, se voglio, posso farle ricomparire o rincontrarle e, per le discipline, ripraticarle, senza che perda nulla in quando a consapevolezza e conoscenza.

Il fatto che pratico tuttora il tantra e altre discipline collegate, significa che, per me, queste cose hanno un sapore diverso proprio perché ho acquisito ulteriore conoscenza e consapevolezza, se davvero non dovessero più servirmi sparirebbero, perché le avrei ritirate (in gergo sciamanico) dalla proiezione neuro simulata. Per chi invece ha livelli di conoscenza e consapevolezza diversi (facendo finta, per un momento, che non siano parti di me che non hanno ancora capito!), quelle pratiche servono proprio per acquisire quella ulteriore conoscenza e consapevolezza come è accaduto a me e accadrà a loro (altre parti di me in "ritardo" sui tempi) Più paradosso di così…….