Meditazione e consapevolezza

18.01.2019

Meditazione e consapevolezza (mindfulness) sono unite da un legame indissolubile come due facce di una stessa medaglia.

La meditazione ti consente di ritrovare il senso del corpo e dell'ascolto di te, l'assiduità di questa condizione apre le porte alla consapevolezza che non è altro che il senso di se che emerge dalle nebbie prodotte dall'illusione del gioco e dell'interazione con la realtà che sperimenti.

Se mediti diventi consapevole.

Nel Tantra si prediligono inizialmente tecniche dinamiche per consentire a chi non è abituato a stare seduto in ascolto di se e del proprio respiro, (che è la caratteristica degli occidentali in generale) di realizzare una condizione del tipo: mente calma, senso del corpo, radicamento, percezione energetica, centratura sul respiro. La fase successiva è la meditazione fisicamente statica per eccellenza che è la Vipassana (in sostanza la meditazione creata da Buddha) conosciuta anche come Mindfulness nella versione occidentale.

Tuttavia c'è chi inizia a meditare direttamente con la Vipassana, questo dipende dalle condizioni iniziali con le quali ti approcci alla meditazione.

Dopo che hai creato l'osservatore (meglio sarebbe dire quando cominci a ricordarti di te), ritorni alla realtà e alla relazione con l'altro con una consapevolezza diversa, con un senso di appartenenza e di unione. Puoi sperimentare quindi l'altro con un approccio diverso. L'altro diventa il tuo specchio e ora vuoi comprendere in che modo e con quali sfumature ti manifesti. Annalisa ha accennato ad una tecnica di PNL Mirroring (letteralmete rispecchiare) con la quale si "imitano" i gesti dell'interlocutore per entrare in empatia e (in questo caso) individuare gli spazi nei quali "entrare". Nella meditazione questa tecnica viene definita a specchio e utilizzata per riconoscerti attraverso il riflesso dell'altro. Anche qui entri in empatia ma lo scopo è riconoscerti e gioire della scoperta di te stesso. Nel Tantra vengono usate diverse tecniche di questo tipo, il raccontarsi mentre l'altro ascolta; giudicare e descrivere i difetti fisici dell'altro nella consapevolezza che scaturiscono dal tuo giudice interiore e sono in sostanza rivolti a te. Rispetto al Mirroring, la tecnica suggerita da Annalisa nasce dallo spazio del cuore e lo trasforma in "accoglienza".