L'ultimo atto: la Rinascita
Alla fine di una collaborazione, di una condivisione durata più di 5 anni, i sentimenti e le emozioni che si provano, si possono solo immaginare La mattina del 20 agosto 2010, segna una svolta definitiva di un cammino, in parte raccontato nei resoconti mensili riportati nel blog, in parte vissuto intimamente con chi ha fatto scelte condivise.
Quando il furgone con a bordo me, Andrea e Daniele, si muove lungo la strada sterrata, barcollando nei fossi scavati dalla pioggia, avverto distintamente che qualcosa che sta per estinguersi, allo stesso tempo un senso di qualcosa che sta per nascere e che si manifesta come grande sollievo e voglia di scoprire cosa ci aspetta. Ci segue, un fuoristrada un po' datato con altri due amici del gruppo di meditazione, Lelio, con il suo cane Sharpei e Rosy..
Siamo stanchi, prima di partire abbiamo dovuto caricare tutto quello che Andrea non ha voluto lasciare, ma eccitati dal viaggio che ci attende: Firenze Impruneta / Dusseldorf, 1200 km.
Nessuno si volta indietro lasciamo per sempre il luogo dove il nostro gruppo ha lavorato e sperimenta una colonica con le grandi terrazze e le colline dolci e lussureggianti che la circondano.
Viaggiare in 3 in un furgone e scomodo, tuttavia lungo il percorso abbiamo modo di condividere le impressioni su quello che sta accadendo, della svolta importante e abbiamo tutto il tempo per elaborare quello che è accaduto in questi anni di lavoro insieme
Andrea è agitata, tesa, ansiosa. Dice di aver lasciato un luogo che ha amato e odiato allo stesso tempo, odiato per i tanti problemi legate alla gestione sua gestione economica, problemi che negli ultimi tempi avevano finito per offuscare totalmente i momenti intensi, belli, gioiosi vissuti dal nostro gruppo. Si dice inoltre convinta che il discorso con l'Italia è chiuso. Dopo 23 anni sentiva che l'ultima parte della sua vita doveva viverla nel suo paese di origine.
Le sue radici sono molto lontane da qui, nei luoghi dell'infanzia e dell'adolescenza, sente molto forte la tensione del ritorno un misto di eccitazione e di timore per quello che avrebbe trovato a casa sua, per dover ricominciare daccapo, anche se con una consapevolezza diversa e con un tesoro prezioso di esperienze interiori vissute soprattutto negli ultimi anni.
La tensione si manifesta nella ripetizione di raccomandazioni, nel costante nervosismo, e dalla persistente preoccupazione che tutto fili liscio: sicurezza, pedaggi, traffico.
Noi invece affrontiamo questa avventura con serenità e allegria, una verifica della capacità di gestire una situazione estrema, per la brevità e intensità, e le sensazioni forti che generava. Nessun dubbio sulla intensità, dobbiamo percorrere 2400 km in 4 giorni. Arrivare, scaricare il furgone, fermarci lì un giorno e mezzo e rientrare per gli impegni pressanti di ognuno di noi.
Più ci avviciniamo alla meta, più avvertiamo il distacco da una situazione conosciuta e sperimentata per anni ad una del tutto nuova.
Gli ultimi chilometri che si separano dalla città natale di Andrea li viviamo con un miscuglio di euforia, stanchezza, tristezza e gioia. Il navigatore che fino a quel momento ci ha guidato con precisione robotica, viene sostituito dalla voce di Andrea che detta all'autista, che in quel momento sono io, le ultime indicazioni sulla direzione da prendere. Una volta giunti davanti alla sua casa, ci lasciamo andare ad esclamazioni liberatorie. Andrea scoppia in lacrime davanti alla porta di casa, vedendo sua madre affacciata alla finestra che ci saluta.
Il giorno e mezzo, passa veloce: visita al bosco incantato, sosta nei locali suggestivi, Dusseldorf, il suo centro storico il suo Reno navigabile, piatti caratteristici e birra a fiumi.
Nel giorno del commiato, il tempo ha le stesse sfumature delle nostre emozioni, grigio, piovoso, umido. Un'ultima visita a un paese medioevale e sosta finale in un locale per un ultimo aperitivo.
Nel cortile di casa il furgone, ormai vuoto, è pronto, così come il fuoristrada del nostro Lelio. Il saluto è il momento più toccante e lo viviamo con la massima totalità emotiva.
Svoltiamo l'angolo che ci nasconde alla vista di Andrea, la voce del navigatore, fredda e impassibile, inizia a indicarci la strada del ritorno. Per le successive dodici ore, attraversiamo posti stupendi, che all'andata non avevamo notato, pernottiamo a Monaco, dove assaggiamo una pizza napoletana! E la famosa "bionda". Città che ci riproponiamo di visitare con calma in altra occasione. Infine rieccoci in Italia, a Monaco nel furgone ha preso posto anche Rosy, perché Lelio si è trattenuto in quella città per alcuni acquisti, ci avrebbe poi raggiunto nel capoluogo toscano più tardi. Il viaggio di ritorno è divertente, rilassante, non c'e più tensione. Condividiamo le dinamiche, le sensazioni provate, quelle espresse e quelle nascoste, quelle confessate e quelle segrete, l'esperienza più bella di tutto il viaggio.
Nel tardo meriggio siamo a Firenze, consegniamo il furgone, ci sentiamo stanchi ma contenti per l'esperienza vissuta, recupero la mia Ford fiesta, salutiamo con un abbraccio Daniele, che va a Grosseto, raggiunge la famiglia che è già al mare. Poi partirà per il Mar Rosso. Ci ritroviamo con Lelio all'uscita di Firenze Certosa e poi tutti giù verso il Valdarno dove ci aspetta la "nuova vita".
Venerdì 27 agosto 2010, ultimo atto di questa morte – rinascita, consegno al rottamatore l'auto di Andrea, che era rimasta in un parcheggio sterrato nei pressi del posto dove lavoro. Parto, sento lo sfrigolio delle sospensioni, lo slittamento della frizione, il rauco sobbalzo del motore ormai agli sgoccioli. La lascio nel cortile dell'officina e consegno la chiave, un pezzo di storia termina con lei e questo mi commuove fino alle lacrime. La giornata è luminosa e calda, rifletto che ogni volta occorre morire un po', per rinascere ancora.