Lettere a una Stella

07.04.2010

Cara Stella, avere costantemente dei dubbi, mai dare niente per certo, è questo quello che emerge dal brano di Osho, e le tue parole lo confermano, se non sei d'accordo vuol dire che tutto quello che Osho raccomanda, nel suo discorso, che non avvenga in te, non è avvenuto, è questo è bello. Lo so le tue sono sempre scelte di sperimentazione e nessuno te le impone. Il brano che ti ho inviato era una sorta di provocazione per darti l'opportunità di comprendere come sei e dove sei. Era scontato che tu non fossi d'accordo, il fatto è che se, facendo delle scelte "libere", avverti comunque sofferenza, qualcosa non torna, è necessario quindi cambiare, sperimentare altro. La creatività fa fatica a rimanere a lungo in un contenitore. L'esperienza da e toglie, poi i conti li fa il testimone che osserva e decide; a volte si è totalmente nell'esperienza e si fa fatica a rendersi conto se la stessa si è esaurita, qui interviene lo specchio di riferimento, il radiofaro, che ti da la posizione come avviene in una navigazione. La via degli alberi è quella che rimane una costante nella tua vita, un punto fermo che non ti annoia mai e che ti da fragranza e gioia, ritorna quindi agli alberi quando qualcosa non va, loro hanno sempre una risposta....

Cara Stella, è proprio così occorre perdersi per ritrovarsi, perdersi alle abitudini, alle dipendenze, agli schemi mentali, ai desideri e ai rimpianti, ai progetti e alle rinunce, agli amori impossibili, in questo modo si cade in un pozzo apparentemente senza fondo, si abbandona l'io, la personalità con la quale ci si relaziona con gli altri e con l'esperienza di vita. Fermarsi a riflettere o anche solo ad ascoltare quello che si sente dentro, in mezzo ai rumori della vita, può essere doloroso soprattutto se permangono i pensieri e si sperimenta un senso di abbandono e di solitudine, in realtà non si è soli c'è qualcuno o qualcosa che rimane ed è chi osserva e descrive tutti questi sentimenti e sensazioni, se si ha la capacità di spostarsi nello spazio di chi sta osservando tutto questo, si scoprirà che la solitudine non è una condizione negativa, perché da qual punto di osservazione si è con tutto e tutti allo stesso momento e non si ha più la necessità di legarsi o dipendere da qualcosa o qualcuno, pur decidendo di viverli e sperimentarli.

Perdersi in qualcosa che è altro da se è solo un alibi, un temporaneo rifugio per la mente impaurita, il cuore può sorridere solo se lo si vuol far sorridere e questo accade quando si entra nel cuore da soli, da se stessi senza l'aiuto di nessuno, ritrovarsi nel cuore porta il sorriso, la gioia. Nessuno può sapere meglio di se stessi cosa è bene e cosa è male. Osservare allo specchio la propria via non aiuta a capire dove porta perché è solo un riflesso, la via è da quest'altra parte dello specchio, dentro se stessi, ed è fatta di scelte, azione, responsabilità, sperimentazione, senza timore di cosa potrà accadere ed accettare tutte le conseguenze del proprio agire, dagli errori si impara, dalle esperienza si comprende quando si è in sintonia con quello che è in accadimento oppure no.

Cara Stella il presupposto per raggiungere l'equilibrio tra mente e corpo è di non forzare per raggiungerlo, il cuore è il grande mediatore. Ho praticato per diversi anni qi gong e tai chi proprio per ottenere questo equilibrio corpo mente, ma qualche risultato concreto l'ho ottenuto quando ho iniziato a praticare yoga kundalini e tantra, che hanno la chiave per arrivare al Cuore, dove normalmente è molto difficile collocarsi, perché quello spazio prevede accettazione dello stato delle cose, adesione agli eventi, consapevolezza del proprio stato, amore incondizionato verso tutto e tutti, il dare senza nulla chiedere in cambio ecc.

Arduo, a dir poco, l'esatto opposto delle dinamiche che governano, salvo rare eccezioni, i rapporti interpersonali della nostra civiltà. Per inciso, essere nel cuore presuppone che si sia attraversato tutto lo spazio interiore, e affrontato gran parte dei fantasmi e dei condizionamenti che si sono accumulati durante l'esperienza di vita. A volte è doloroso altre gioioso, talvolta anche traumatico. Ma è l'inevitabile passaggio per potersi collocare dentro questo prezioso spazio d'azione, perché è un passaggio che porta a riscoprire la propria identità ripulita dagli orpelli e dalle sovrastrutture, questa conoscenza di se porta ad amarsi come mai prima e quando si ama se stessi e si è pieni d'amore è possibile mediare e adoperarsi secondo i principi di cui sopra.

Ciò che rende ardua la via è che si cerca sempre fuori ciò che può appagare e rendere felici, e se fuori le cose non vanno in questo senso, si crea il conflitto, la delusione o la rabbia con le relative proiezioni e si da la "colpa" alle cose che stanno fuori perché non "girano" come si vorrebbe.

In realtà il fuori è una proiezione, il fuori assume l'aspetto che gli viene dato perché in se non ha aspetti è semplicemente quello che è, è chiaro che se l'agire è condizionato da aspettative deluse o da conflitto, si alimenterà la "visione negativa". Inizia la costruzione di una rappresentazione soggettiva da cui scaturisce un giudizio negativo perché quella rappresentazione non corrisponde a quello che vorremmo che fosse.

Il Cuore non vuole che le cose siano come si vorrebbe ma le accetta e le identifica nella loro essenza, e per questo usa il "testimone" colui che osserva e fa si che ciò che scaturisce dalla conoscenza dell'esperienza, sia in armonia con lo stato delle cose, qualunque esso sia.

Mi sono dilungato un pò sull'argomento Cuore perché lo scopo del tantra è proprio quello di permettere la collocazione in quello spazio e da lì agire per espandere il se.

Ora cara Stella sei nella fase del ripiegamento su te stessa, ti sei ritrovata, ti stai muovendo verso te stessa, senza tuttavia chiuderti alla realtà esterna ma con la consapevolezza che qualcosa ora c'è, la puoi chiamare luce o in altro modo, e che in questo momento sei nella fase della ricerca dell'equilibrio corpo mente e in questo ti soccorre la fede in una entità esterna a cui fare riferimento e come già ti dissi, se questo stato di cose ti fa star bene con te stessa e con il mondo, va bene.

Arriverà poi il momento dell'ulteriore emancipazione anche da questi ultimi appoggi per spiccare il salto definitivo verso te stessa, a quel punto come un bimbo che cammina con le sue gambe non avrai più bisogno che ci sia un "padre" ad assisterti. Quando questo momento sarà maturo, dici bene, sarò il primo ad accorgermene.

Ora più che mai è importante il lavoro a specchio, per riflettere tutte le sfumature del percorso e rimandare ogni più piccolo cambiamento ed evoluzione.

Ti aiuterò a spolverare, e il sole prenderà definitivamente il posto della tua, ora, tanto amata nebbia cinerina.....