L'ascolto

15.02.2019

Essere presente vuol dire essere attento, radicato, vigile in tutto quello che fai e dici. Un lavoro alchemico di osservazione costante che non ha lo scopo di essere perfetti nell'agire, subentrerebbe l'ego e la sua longa manus che è il giudice interiore (vedi seconda parte del post) ma di essenzializzare la comunicazione, eliminare le parole superflue che velano e nascondono quello che veramente vuoi dire e "arrivare" direttamente al tuo o tuoi interlocutori. Nel Tantra l'allenamento alla presenza si fa con la comunicazione del Cuore, descrivere al partner di turno, che ascolta in silenzio e senza espressioni di assenso o di dissenso, quello che senti più che quello che pensi emergere da dentro di te. Un dialogo con te stesso ad alta voce. Senza temere l'interferenza del presunto giudizio di chi ti ascolta. La comunicazione con l'altro il più delle volte è condizionata da ciò che l'altro può pensare in relazione a ciò che dici per cui all'altro arriva qualcosa di molto diverso da quello che volevi trasmettere. Queste "schermature" le inserisci in "automatico" per i motivi che seguono: 
Il giudice interiore è la somma di tutti i condizionamenti, anche ereditati, su ciò che è stato stabilito come giusto o sbagliato da fare e non fare, i divieti e gli obblighi. Tutti frutto si esperienze che non sono direttamente le tue.
Riconoscere il giudice interiore per quello che è, è il primo passo verso l'ascolto del nuovo e del diverso, dell'autentica esperienza diretta della vita e la reazione del giudice interiore ad ogni tua azione è lo specchio che ti porta a individuare e riconoscere l'azione libera e creativa. 
Come fai a riconoscere l'azione originale, autentica, creativa. Se l'azione parte dalla frequenza cardiaca e prende forma nel campo elettromagnetico del Cuore è autentica e unica perché origina dalla fonte stessa della vita, quello che origina dalla frequenza mentale, elettrica, è "contaminata" da campi spuri, sovrapposti e stratificati: decisioni, pensieri e azioni ripetitive, di tipo collettivo, il cosiddetto loop.