La Sacra Unione maschile e femminile

06.03.2015

La lunga introduzione sul respiro e la sua sinergia con la sessualità, si collega a un altro argomento trattato sempre nel libro "Tantra" di Alice Ki, dove si parla di "La Sacra unione maschile-femminile".

"In tutti i sistemi yogici il perno è il Purusha, cioè l'anima consapevole che conosce, osserva, attrae, dirige. Ma nel Tantra in primo piano è piuttosto Prakriti, cioè la Natura, l'Energia, la Forza-Volontà esecutrice dell'Universo"

Il Tantra tiene in grande conto il corpo, quale veicolo attraverso il quale sperimentare la vita nella sua manifestazione energetica, quindi i 5 sensi, il rapporto con la realtà esterna e l'altro. La sperimentazione totale e diretta di tutto quello che si genera come sensazioni, emozioni, di qui la necessità di utilizzare tecniche e rituali collegati alla forza creativa per eccellenza che è la sessualità, individuata come shakti o kundalini.

"Il Tantra non si ritira di fronte alla Manifestazione, alla Creazione, ma ne cattura l'essenza, i segreti, il metodo, l'energia attiva, per conseguire conoscenza, perfezione, liberazione. Il principio del sesso ha un ruolo estremamente importante nella vita e nella natura e bisogna tenerne conto. Questo non può essere semplicemente ignorato, soppresso, tenuto a freno o totalmente allontanato dalla vista. Senza di esso non ci sarebbe potuta essere la creazione del mondo, né ci potrebbe essere alcuna manifestazione del principio universale del Purusha e della Prakriti (Anima e Natura).

In questa cioviltà benchè sembri che tutto sia permesso e non ci siano freni inibitori, in realtà sussiste ancora un'ipostazione sostanzialmente repressiva, frustrante e condizionante soprattutto per quando riguarda la sfera della sessualità; la "libertà sessuale" non è altro che una ribellione caotica e disordinata alla repressione. Nella "libertà sessuale" manca la consapevolezza sull'essenza della sessualità stessa, è sostanzialmente una dispersione energetica che si scarica verso il basso attraverso la libido e il piacere localizzato. Nulla a che vedere con l'espansione e la risalita dell'energia sessuale. E pur vero però che la sperimentazione delle sessualità non può che cominciare dal basso, conoscerla in tutte le sue sfumature, variazioni e fantasie, per sviscerarla totalmente. La divinizzazione delle sessualità accade solo nel momento in cui è del tutto appagata la "sete" di sperimentazione del suo aspetto più tellurico e istintivo, più forte è la repressione subita più lunga ed estrema è l'esigenza di sperimentare. Il Tantra arriva nel momento della crisi, quando tutto è stato sviscerato, aperto, sezionato, assaggiato, toccato e provato e si avverte come un senso di frustrazione e di incompletezza, e porta a cogliere l'intima essenza della sessualità, la controparte energetica, così come nel respiro il prana è la controparte energetica dell'aria. Allora si verifica la magia descritta in modo molto suggestivo ma efficace nel capoverso "Il Femminile Cosmico, la Dea Shakti"

"Il tantra considera il femminile la personificazione della saggezza, l'energia della coscienza, mentre la forza maschile rappresenta l'essere, la volontà, la percezione.....la sessualità è metafora della qualità della Dea. La Dea Shakti è dunque l'archetipo della divinità femminile"

C'è da dire che questa percezione avviene nel momento in cui si concepisce la dualità in se stessi. Il maschio avverte che c'è qualcosa dentro che è lo specchio di ciò che disperatamente cerca fuori nella figura femminile e viceversa. Il più delle volte questo accade quando va in crisi un rapporto, quando pur scavando a fondo nell'altro non si riesce a "catturare" quello di cui si sente avere bisogno per sentirsi compiuti. L'uomo che percorre la via del Tantra, diventa consapevole di essere dualità e quindi di racchiudere in sé anche l'elemento femminile, quando sperimenta la propria sessualità come espansione identificandola come fonte di energia ed esprimendola come manifestazione di saggezza. La donna in natura ha già queste caratteristiche e quindi dovrà "riconoscere" la propria essenza, volontà e percezione per compiere in se l'unione.