Il giudice interiore

14.05.2018

Il decondizionamento, così come la meditazione, è una via per arrivare alla consapevolezza. Nel Tantra il decondizionamento affianca ed integra la meditazione utilizzando tecniche che "liberano" da vincoli e lacci emotivi, indotti da fattori ereditari, dall'educazione familiare, dalla scuola, dalle religioni e dalle relazioni sociali.

Questa adesione passiva a principi dati, è definita anche idea collettiva che viene nutrita da tutti quelli che ne fanno parte fino a darle "vita" propria trasformandola in dogmi, leggi, usi e abitudini, imperativi morali ai quali sembra impossibile sottrarsi, perché vissuti come autentici e necessari.

Il decondizionamento interviene sulla sfera emotiva, e fa in modo che il praticante, ricordi la vera origine dei suoi condizionamenti, la radice e il contenuto in modo da "riconoscerli" elaborarli e sublimarli.

Senza tuttavia diventare un androide senz'anima, le emozioni e le sensazioni vengono vissute per quello che sono, effetto dell'esperienza che stai sperimentando e il motivo per cui sperimenti.

Quando agisci le modalità di approccio alla realtà esterna e alla relazione con l'altro, passi in rassegna una sorta di codice comportamentale, suggerito da una voce interiore che ti dice se stai facendo la cosa giusta o sbagliata questa voce è il "giudice interiore" (o Superego).

Le pratiche di decondizionamento e meditative consentono di ascoltare quella voce con il distacco dell'osservatore. In questo modo puoi decidere se aderire o meno al suggerimento in base a ciò che per te va bene e non per ciò che è stabilito a priori.

"Non fatevi guidare dalla tradizione, dalla consuetudine e dal sentito dire; dai testi sacri; dalla logica o dalla verosimiglianza; dalla dialettica o dalla fedeltà a una dottrina. Non fatevi convincere dall'apparente intelligenza di qualcuno o dal rispetto per un maestro. Quando capite da voi stessi cosa è falso, stolto e nocivo, vedendo che porta danno e sofferenza, abbandonate lo. E quando capite da voi stessi che cosa è giusto, coltivatelo."

Buddha