Il corpo si dissolve
"Tormentata" la ripresa autunnale del gruppo di Medattive. C'è stato un cambio di data il 12 invece che il 19 settembre per cui molti sono ancora in vacanza o comunque attirati da week end che offrono ancora scorci d'estate riducendo il numero di presenze. A San Giovanni Valdarno ieri è iniziata la Festa del perdono, quindi grande difficoltà a trovare parcheggio e tanta confusione e suoni assordanti.
Ma a noi piacciono le sfide. Io e Pavan siamo arrivati sul posto un'ora prima, così siamo riuscito a trovare qualche posto a un chilometro dalla location. Altre due partecipanti erano lì più o meno dalla stessa ora ed avevano approfittato per fare un giro e godersi la festa. Marisa invece, arriva verso le 20,30, dopo avere girato una buona mezzora per trovare un posto fuori centro. Non finisce qui, scopriamo che il Circolo è aperto proprio in virtù della festa, nessuno li aveva avvertiti che avevamo il gruppo, per cui in condizioni normali lo avremmo trovato chiuso!.
Una serie di "coincidenze" che in realtà confermano l'efficacia della legge del sincronismo, consente di rimuovere tutti gli ostacoli alle iniziative che risuonano con ciò che deve accadere.
Gaia, che non perde un gruppo, ci presenta la sua amica, Belis, è turca ma studia e lavora in Italia da diversi anni, l'ha conosciuta all'università e hanno vissuto per diverso tempo insieme condividendo la stessa stanza. E' una "pendolare" ritorna spesso nel suo paese di origine in famiglia e questo, poi ci dirà, la fa sentire non collocata, sempre precaria e oscillante come un pendolo appunto.
Entriamo nella location, c'è caldo, non come l'ultima volta che ci siamo stati. I vetri chiusi dei due finestroni faticano ad attutire i suoi e le voci che arrivano dall'esterno. Ci sediamo un attimo per presentarci e rompere il ghiaccio; Belis conosce bene Osho è stato un punto di riferimento importante e totale nella sua vita per diverso tempo, ha letto quasi tutti i suoi libri. Poi la "passione" si è un po' attenuata oggi, la possibilità di sperimentare una sua meditazione, l'ha convinta a mettersi in gioco.
Segue una breve presentazione della meditazione, che il gruppo non esegue da diversi anni. Decidiamo di spegniamo tutte le luci, tanto ci si vede lo stesso nelle penombre generate dalle luminarie colorate che filtrano dall'esterno. Questa che stiamo per sperimentare di può definire una meditazione decisamente "tantrica" è tratta dal Vigyan Bhairav Tantra, che prevede la connessione e il contatto con il proprio centro che interagisce con il proprio corpo e le proprie sensazione permettendo di osservarle dall'esterno a cui segue la frantumazione della fisicità rcollegata alla personalità ai ruoli e alle maschere sociali.
Parte il primo stadio, tutti seduti, si lavora sullo spazio e sui confini che apparentemente chiudono ogni via di uscita. Ssentimenti, sensazioni, anche fisiche si mescolano tra loro, si passano in rassegna, in queto modo si concretizza l'osservatore o testimone che è l'elemento comune a tutte le mediazioni
Nel secondo step si lascia che il corpo si dispieghi lentamente nell'alzarsi in piedi e inizi a violare gradualmente i vincoli e gli spazi angusti in cui sembravi essere relegato. Ci sono i primi accenni a movimenti fluidi dalla inziale rigidità di approccio. C'è ancora ruggine da grattare via. Questa fase è preparatoria a quella successiva, terzo step, dove si dà via liberà alla propria dimensione energetica. I ritmi frenetici, tribali, scuotono il corpo fino ad aprirlo a sensazione e scoperte inedite, un percorso lungo circa 20 mm, dove puoi sentire come lo spazio sia infinito e che quindi puoi arrivare dove vuoi e quando vuoi.
Le rigidità lasciano il posto a movimenti fluidi, spesso involontari, come nel Latihan, c'è chi cinge se stessa in un abbraccio intimo e tenero, un'altra lascia che il corpo si esprima con spontaneità istintiva, si sciolgono i capelli prima stretti in un elastico colorato e si scuotono e accarezzano con le mani nel ritmo che incalza. Accade il "miracolo" del lasciarsi andare, del mollare tutto, fino all'ultima nota che sfuma. Poi si collassa tutti distesi nelle pose più diverse che rappresentano il proprio modo di "mollare" il corpo e cullarsi in uno spazio di immobilità apparente. Fino ai tre tocchi dei cimbali che riportano al presente, al qui e ora, alla fisicità che ora viene sperimentata in modo diverso. Appare meno "pesante" più fluida pervasa di calda energia che vorrebbe ancora espandersi in infinite direzioni.
La condivisione che segue rivela l'incredibile sincronismo tra la scelta di questa meditazione e la presenza di una della partecipanti, che sperimenta un passaggio catartico nei tre stadi che le rivelano tutta una serie di "verità nascoste" sulla sua paura nel tenere gli occhi chiusi che in passato le hanno generato vere e proprie crisi di panico. Ebbene stasera ha potuto guardare in faccia alla sua paura, dopo un primo stadio molto sofferto, dal secondo in poi ha compreso che lasciarsi andare dentro se stessi è l'unico modo per comprendersi e accettarsi. La condivisione si chiude con una riflessione, non c'è nulla di più tantrico che accettare se stessi, dialogare intimamente con il proprio corpo e scoprire le vie nascoste per attraversarlo e ritrovare una dimensione di se da amare e accettare incondizionatamente. "Quanto più riesci a essere intimo con te stesso tanto più ci riuscirai con gli altri che alla fine comprenderai essere tante parti di te che attendono solo di essere riunite in un unico abbraccio."
