I limiti del mentale

24.07.2015

Fin dalle prime righe dello scritto di Renè Guenon, appare evidente che un percorso iniziatico interno alla tradizione ermetica occidentale, presuppone una mentalità e un'attitudine particolare in chi lo intraprende. La stessa cosa può dirsi di tutte le tradizioni iniziatiche orientali, in particolare per il Tantra. Guenon parla di riti e forme esteriori da osservare, precisando però che tali riti e forme possono avere degli effetti di un ordine più profondo, indipendentemente dalla volontà di chi li pratica.

Il Tantra è una via molto dura e impegnativa, un percorso che induce trasformazione e cambiamento, meglio ancora una tecnica di decondizionamento dagli schemi interiori precostituiti, il che presuppone una destabilizzazione dell'equilibrio dell'ego così come si è strutturato nella maggior parte delle persone rispetto al modello di vita condotto. Per questo motivo prima di iniziare a frequentare moduli e gruppi di lavoro è necessario essere nelle piene facoltà psichiche e non avere gravi malattie in atto. Anche il Tantra ha i suoi riti e forme che si identificano nelle tecniche di meditazione e nelle sessioni, che se eseguite soltanto nella forma e non nella sostanza, possono comunque produrre degli effetti all'insaputa del praticante. Di qui la necessità di essere pienamente consapevoli e totali nelle meditazioni e nelle sessioni e di prediligere la gradualità dell'esperienza.

Guenon parla di "mentalità profana e mentalità necessaria" per l'acquisizione della conoscenza iniziatica, quest'ultima appunto si struttura attraverso i riti e le forme; inoltre mette in evidenza che il mentale di per se non è sufficiente per approcciare conoscenze di ordine superiore e metafisico. Nel Tantra allo stesso modo si interviene sul "mentale" o ego per liberare la dimensione interiore e creare il testimone o osservatore, la mente viene quindi posta come elemento esterno e contingente utilizzandola unicamente in funzione del percorso decondizionante.

Guenon parla anche di ragione ed intelletto, facendo una distinzione, la prima è di ordine puramente individuale, il secondo è sopraindividuale e aggiunge che "la conoscenza metafisica, nel vero senso della parola, essendo di ordine universale, sarebbe impossibile se non vi fosse nell'essere una facoltà dello stesso ordine, dunque trascendente in rapporto all'individuo, tale facoltà è propriamente l'intuizione intellettuale". Qui è fin troppo evidente che si sta parlando di consapevolezza e che tale stato interiore è concretizzabile proprio perché c'è dentro l'essere già la dimensione trascendente, nel caso della visione orientale e del Tantra in particolare questa dimensione è identificabile nella duplice figura di Shiva e Shakti, la prima come proiezione manifesta e l'altro come l'intenzione che crea la proiezione. Nella tradizione occidentale non ci sono identificazioni di queste divinità, tuttavia Guenon al riguardo dice "la conoscenza metafisica" "è possibile solo perché l'essere che è un individuo umano in un certo stato contingente di manifestazione(!) è anche altro al tempo stesso"….."ma l'essere che appare in questo mondo come un uomo è, in realtà, tutt'altra cosa per il principio permanente e immutabile che lo costituisce nella sua essenza più profonda (!)…."ogni conoscenza che si possa dire iniziatica risulta da una comunicazione stabilita coscientemente con gli stati superiori".

Nel Tantra il collegamento con la dimensione energetica è alla base di tutto il lavoro "iniziatico", con l'utilizzo di tecniche specifiche (meditazioni, sessioni, respiro ecc.) si entra in contatto con l'energia creativa e manifesta (Shakti) e grazie alla conoscenza della stessa e delle sue potenzialità, è possibile operare il decondizionamento e la ripulitura di cui si è parlato all'inizio. Il Tantra non parla di coscienza superiore ma, più alchemicamente, di fusione tra la manifestazione e l'intenzione creativa, tale processo riconduce all'unità e quindi si diventa "coscienza superiore" non ci si limita solo a entrarne in contatto, la fase della comunicazione è solo propedeutica.

Guenon argomenta ancora, sempre in relazione ai limiti della facoltà mentali, che "la conoscenza diretta di ordine trascendente"……"è incomunicabile e inesprimibile" e che l'utilizzo delle parole e delle descrizioni servono solo da supporto indispensabile per chi voglia farne un uso iniziatico. Il Tantra per tradizione si afferma che è una via che ha forse l'un per cento di teoria e tutto il resto è pratica, tuttavia anche nel tantra ci sono i cosiddetti "veicoli" tecnici da utilizzare, gli step delle meditazioni, il suono, il movimento, il respiro, la musica, la danza, la comunicazione e lo scambio energetico, in certi casi i Mantra ecc.

Al riguardo Guenon parla di "una grande differenza da fare, come mezzi di espressione, tra i simboli e il linguaggio ordinario"……"i simboli per il loro carattere essenzialmente sintentico, sono particolarmente atti a servire come punto d'appoggio all'intuizione intellettuale, mentre il linguaggio, che è essenzialmente analitico, non è propriamente che lo strumento del pensiero discorsivo e razionale"

Nell'esoterismo tantrico compaiono anche i simboli, evocativi e interiormente visibilivi, ai quali appunto ci si appoggia per attivare e risvegliare stati di coscienza particolari, pensiamo al cerchio di luce, al filamento luminoso al Latihan ecc. L'importanza data al tantra alla sperimentazione e alla ricerca, all'esperienza attiva e diretta è giustificata dalla necessità di non limitarsi unicamente alla conoscenza teorica delle tecniche e dei simboli ma dell'utilizzo immediato e diretto degli stessi. Non è difficile imbattersi in persone che pur dichiarandosi praticanti di tantra, non mostrano alcun cambiamento reale dello stato di coscienza ed energetico anzi a volte la pratica superficiale e incostante acuisce i problemi e i blocchi che queste persone hanno solamente sfiorato e in minima parte intaccato.

Anche Guenon è dello stesso avviso per quanto riguarda la teoria e la pratica nel mondo della tradizione ermetica, "la preparazione teorica, per quanto sia indispensabile, non ha tuttavia in se stessa che un valore di mezzo contingente e accidentale; fintantochè ci si limita ad essa, non si può parlare d'iniziazione effettiva, neanche al grado più elementare"……"giacchè una tale conoscenza, semplicemente teorica, non è che attraverso il mentale, mentre la conoscenza effettiva e <con lo spirito e l'anima>, vale a dire con l'intero essere."…."fintantochè la conoscenza non è che attraverso il mentale, essa non è che una semplice conoscenza <per riflesso>"…. "dunque una conoscenza indiretta e tutta esteriore; passare dall'ombra alla realtà……dall'iniziazione virtuale all'iniziazione effettiva"

La teoria dello specchio e del riflesso è una delle basi su cui si fonda il lavoro del tantra, come in altre occasioni abbiamo detto, il "segreto" è percepire, intuire, che quello che si osserva all'esterno e le sensazioni che ne derivano, sono una proiezione del mentale proiettato dalla necessità di effettuare l'esperienza di vita, che assume l'aspetto che gli viene dato dal condizionamento indotto da archetipi soprattutto inconsci costruiti strato su strato dalle "abitudini" di tutti quelli che hanno fatto e stanno facendo la stessa esperienza, qui vale la pena ricordare come il bambino, prima che gli vengano "spiegate" le cose che osserva e le dinamiche di relazione, è direttamente collegato alla sua dimensione essenziale, poi si "costruisce" la sua realtà in base a quello che gli dicono e a quello che vede fare agli altri. L'iniziazione quindi non è altro che un riconnettersi con la dimensione ancora incontaminata e pulita e da quella "posizione" riprendere il discorso con l'esperienza di vita che assume ovviamente tutto un altro aspetto, ora sai che sei tu a crearti la vita e quindi puoi far si che corrisponda a quello che deve essere e non a quello che cercano di farla essere gli schemi e i condizionamenti sovrapposti, renderla quindi un'esperienza unica e irripetibile.

"Questo passaggio" continua Guenon,"comporta la rinuncia del mentale, ossia di ogni facoltà discorsiva che è ormai divenuta impotente, poiché non può superare i limiti che gli sono imposti dalla sua stessa natura, solo l'intuizione intellettuale è aldilà di questi limiti"….."Servendosi del simbolismo tradizionale fondato sulle corrispondenze organiche, si può dire che il centro della coscienza dev'essere allora trasferito dal <cervello> al <cuore>"

Lo spazio del Cuore è il luogo dove il tantra fissa il traguardo della prima parte del suo percorso, spazio che si apre grazie alla risalita della kundalini o energia di base dal primo chakra dove è raccolta e che, risalendo. "brucia" tutto quello che di disarmonico e "innaturale" trova negli altri due centri energetici, il terzo e il quarto. Ricollegare l'energia di vita e la consapevolezza è il risultato iniziatico che corrisponde all'intuizione intellettuale. Il passo successivo è la discesa di Shiva verso il Cuore ad incontrare la sua Sposa e ricongiungersi con essa.

"ed è a partire da là (dal cuore) che è possibile parlare veramente di iniziazione effettiva. Il punto in cui questa incomincia è pertanto ben al di là di quello in cui finisce tutto quello che vi può essere di relativamente valido in qualsiasi speculazione; tra l'uno e l'altro vi è un vero e proprio abisso, che solo la rinuncia al mentale….permette di superare"

Nel tantra tale rinuncia al mentale è in realtà identificata con un "riposizionamento" della funzione mentale e non a un definitiva rinuncia, quest'ultima è mirata soprattutto ai pensieri generati dalla mente, infatti la creazione del vuoto mentale è lo scopo della meditazione tantrica, in quel vuoto si innesta il testimone o osservatore che corrisponde allo stato di consapevolezza o all'intuizione intellettuale di cui parla Guenon.

"Colui che si aggrappa al ragionamento e non se ne libera(!) al momento voluto rimane prigioniero della forma, che è la limitazione per la quale si definisce lo stato individuale…….rimarrà legato al ciclo della manifestazione. Il passaggio dall'esterno all'interno è anche il passaggio dalla molteplicità all'unità, dalla circonferenza al centro, al punto unico da cui è possibile all'essere umano, restaurato nelle prerogative dello <stato primordiale>, elevarsi agli stati superiori…..Colui che conosce se stesso nella <verità> dell'Essenza eterna ed infinita, costui conosce e possiede ogni cosa in se stesso e per se stesso, giacchè è pervenuto allo stato incondizionato…..tale stato che è lo scopo ultimo di ogni iniziazione, è propriamente ciò che si deve intendere per l'Identita Suprema."

La corrispondenza con il percorso iniziatico orientale è qui assolutamente coincidente, salvo le definizioni e il richiamo a simboli tipici della visione occidentale. Si intravede in questa "esaltante" descrizione di Guenon, la radice dalla quale è nata l'idea del superuomo e dell'identificazione con il Potere Divino che ha portato a livello storico a manifestazioni di segno del tutto opposto, tipiche della Kali distruttiva. Il rischio nel cammino iniziatico, così come in quello alchemico è di approdare, per insufficiente identificazione della forza energia che si sperimenta, alla dimensione, definita nel tantra, dell'Ego spirituale, che è la manifestazione più alta del poter dell'ego, prima che venga totalmente superato dalla disidentificazione totale da ogni simbolo o immagine interiore, questo è un passaggio molto critico. L'Identità Suprema è ancora una identificazione simbolica e proiettiva, oltre la quale c'è il vuoto, il nulla, che contiene il tutto ovvero l'unità, nella quale scompare qualsiasi definizione possibile di se.