Dove sono

11.07.2012

Dove sono? Questa è la domanda che mi pongo ogni volta che mi fermo ad ascoltare quello che sta accadendo, ascoltare le voci di dentro, che spesso vengono zittite o sommerse dal clamore e da tutti gli stimoli e gli imput che provengono dall'esterno. In questi ultimi anni posso affermare che è accaduto di tutto, cambiamento a 360 gradi, esperienze d'ogni tipo e intensità, contatti con tante persone, di queste molte si sono perse, altre condividono tuttora il mio stesso spazio e percorso.                                                                               

Percorso sperimentale che ha avuto inizio, quasi per gioco, nel 2007, era il mese di agosto e maturò l'idea di mettere su un gruppo di meditazione. Eravamo due operatori, laboriosa la gestazione del nome da dare all'iniziativa e ancora più laborioso dargli i contenuti. Mai due dimensioni erano sembrate così distanti come il lavoro sul corpo e quello sulla dimensione onirica. Tuttavia il parto avvenne e l'esperimento iniziò, fu denominato Sogni e Corpo, è proseguito con alti e bassi, vari cambiamenti e aggiustamenti in corso d'opera. Spesso anche con liti furibonde tra i due conduttori. Più volte si fu sul punto di sospendere tutto. 

Poi il rilancio nel 2009 con l'esperienza interessante nel Carcere di Prato, riportata in una della pagine di questo blog alla voce Meditazione e Detenzione. I numerosi cambi di location, prima associazioni, poi case private, poi ancora associazioni, danno l'idea di quanto sia stata sofferto il percorso, ma anche con quanta caparbietà abbiamo continuato a crederci. I gruppi si susseguivano anche se non con continuità, gli incontri si tenevano una volta al mese, spesso le sedute venivano rinviate per mancanza di partecipanti. Si è però tenuto duro fino al 2010, e proprio nello stesso mese nel quale avevamo iniziato, termina l'esperimento. 

Parte del gruppo si scioglie, quello di Firenze, rimane lo zoccolo duro del Valdarno e con quello riparto nell'ottobre dello stesso anno con la nuova iniziativa Sentire il Corpo, esperienza che dura tuttora. Si sono avvicendati al gruppo storico con un costante turn over, centinaia di partecipanti, di questi, quattro si sono aggiunti in modo sufficientemente continuativo al gruppo. Il passaggio dalla gestione del gruppo in collaborazione a quella individuale, inizialmente è stato difficile e critico, non mi sentivo all'altezza del compito, ero come un bambino che deve cominciare a muovere i primi passi; all'inizio c'è stata tensione, paura di non farcela. 

Ricordo i primi incontri: seguivo degli schemi prefissati, rigidi, anch'io ero rigido, sembravo un direttore d'orchestra, con tanto di spartito davanti. Col passare del tempo e con l'acquisizione di esperienza sul campo oltre alla supervisione dei moduli residenziali, qualcosa è cambiato, l'iniziativa è iniziata a levitare, la forza stessa delle sedute, l'energia sprigionata, le meditazioni l'hanno fatta espandere. Il 2011 è stato l'anno top, con presenze medie di 13, 14 partecipanti e con picchi in alcune sedute di 20, 21 presenze. 

Questa escalation, peraltro insperata, ad un certo punto ha innescato un processo di identificazione con il ruolo, dando spazio all'ego che ha cominciato a sussurrarmi quanto ero in gamba. A quel punto l'energia deviata e dispersa non ha tardato a provocare una diaspora lenta ma inesorabile dei partecipanti che, ma questo l'ho compreso dopo, avevano avvertito questo cambiamento, il passaggio dallo spazio del cuore a quello dell'ego, un calo graduale ma costante, fino alla crisi di fine 2011 e inizio 2012, in quel momento ero sul punto di interrompere tutto. Questa sensazione sgradevole ebbe anche dei riflessi e a livello fisico. 

La concomitanza in quel periodo del quarto modulo di tantra, mi ha consentito di effettuare una profonda elaborazione critica che mi ha riportato, non senza fatica, allo spirito originario con il quale avevo cominciato, con in più però tutta l'esperienza fatta fino ad allora, un mix che ha riportato tutte le cose al loro posto. Non ho più avuto grandi numeri nelle presenze, ma in compenso ora sono consapevole che il gruppo ha una sua anima, una vita propria, una fluidità tutte qualità delle quali il conduttore deve tenere conto e rendersi quindi duttile alla forza e all'energia che il gruppo attiva ad ogni seduta e soprattutto uscire completamente dalla dinamica delle aspettative ed agire dallo spazio del Cuore. 

Ora negli incontri prevale costantemente il lasciar scorrere e accadere, il porsi in modo autentico e diretto. I gruppi negli ultimi 10 incontri si sono praticamente formati da soli, con entrate e uscite all'ultimo minuto. Anche i programmi possono cambiare in corsa così come l'inversione delle sessioni ecc.. Questo nuovo modo di gestire il gruppo ora mi da soddisfazione e arricchisce ad ogni seduta il mio percorso di crescita.