Introduzione al Tantra

Provo timore ed euforia allo stesso tempo pensando allo stage introduttivo di Tantra al quale mi sto recando. Poche le esperienze pregresse e alquanto estemporanee fatte con gruppi spontanei che si riunivano mensilmente in un centro olistico a Firenze. Viaggio da stamani alle nove, ho fatto una sosta per il pranzo e sono ripartito nel tardo pomeriggio. Dovrei sentirmi stanco, ma la curiosità, l'agitazione e un pizzico di tensione mi tengono su di giri. Quando esco a Varazze, imbocco una stradina scoscesa e tutta curve, dopo qualche chilometro sono arrivato. Il centro è più piccolo di quanto mi aspettassi, il parcheggio contiene al massimo sei o sette auto. Fuori, nel cortile, due gazebo grossi con struttura in metallo, due tavoli lunghi con le panche ai lati, danno subito l'idea spartana del posto. La sensazione di essere a casa mi coglie subito favorita dal senso di partecipazione e comunione energetica che c'è in questo luogo. Dopo le presentazioni di rito e la registrazione, c'è la scelta delle stanze. Scelgo quella al centro di un corridoio sul quale di affacciano altre tre stanze, due per coppie, un'altra di sette posti con letti a castello, come la mia che però è di 4 posti, le stanze si chiudono con porte scorrevoli in legno e vetro. Mi vengono assegnati altri due compagni e una compagna, con la quale c'è subito intesa. Sento che sarà un'esperienza assolutamente nuova, tuttavia non provo disagio in questa situazione di promiscuità. Tutta l'impostazione della parte amministrativa e di collocazione e la struttura logistica rendono bene l'idea di cosa ci aspetta nella pratica giornaliera. Infatti si comincia con la sveglia alle sette, proprio quando si gode di più il sonno, con il tintinnio dei cimbali. Prima meditazione del giorno la "Dinamica". E' la prima volta che l'affronto, so che è una meditazione forte, che mette alla prova i limiti sia mentali che fisici, misurando la capacità di superarli. Ammetto un certo timore di non farcela.

La musica parte e inizia una respirazione forzata e caotica, e dentro di me, dopo qualche minuto, accade ciò che avevo già sperimentato con lo yoga kundalini, divento testimone di quello che accade nel mio corpo e ciò che si muove nella mente, questo mi consente di gestire il respiro che tende a bloccarsi o a diventare ripetitivo e la sofferenza fisica indotta dalla voglia di fermarmi e di riposare. Per cui arrivo senza troppi danni al secondo stadio, nel quale in modo naturale si scatena tutta la forza emotiva repressa: grido, mi scuoto, batto le mani e i piedi per terra come in preda alla follia, sento le grida degli altri fondersi alle mie in un parossismo da tregenda, un oceano di energia esplosiva riempie tutta la stanza, mi arriva e mi avvolge come una corrente tempestosa. Il terzo stadio, salto sul posto e mantra oh!, segna i miei limiti, non riesco a saltare più di qualche minuto, tuttavia non mi fermo continuando a scuotere il bacino, le braccia alzate cominciano a far male e il sudore scende copioso dalla fronte mi bagna tutto il volto e mi nella bocca. Lo stop arriva come una liberazione, le braccia lentamente si piegano, riesco a non abbassarle e tengo istintivamente le palme rivolte verso l'alto. Una spirale di caldo intenso mi avvolge e mi sento come un fiammifero che brucia, il corpo pulsa con ritmo decrescente e sento sprofondarmi dentro. La danza che chiude la meditazione è decisamente celebrativa, dolce, sinuosa, avvolgente, mi ci abbandono con gioia. Una due giorni full immersion; sette del mattino, meditazione dinamica, colazione, quindi sessione di coppia o di gruppo, pranzo, di nuovo sessione di gruppo o di coppia, meditazione kundalini, sessione serale di coppia o di gruppo. Prima delle sessioni o delle meditazioni, tanta danza, libera, con musiche di vario genere, afro, pop, ecc. Si dà grande importanza al dinamismo e alla fluidità corporea e la danza diventa fondamentale per attivare l'energia e preparare il corpo agli esercizi successivi e rompere il ghiaccio tra i partecipanti, aprirsi agli altri ed espandersi. Alla fine di ogni meditazione o sessione l'energia è così intensa che i nodi emozionali si sciolgono, si passa dalla gioia estatica, a crisi di pianto, al riso incontrollato. Tutte le meditazioni e le sessioni sono in sinergia loro: danza, meditazioni dinamiche, sessioni e poi gli esercizi a coppie, che porta ad una percezione di se sconosciuta e inusuale, una "centralità espansa" Nei precedenti stage a cui ho partecipato c'era imbarazzo, diffidenza e con grande difficoltà ci si apriva alla condivisione, qui, invece, già dalla mattina del secondo giorno a colazione si comunica e ci si scambia sensazioni molto intime, stessa cosa a pranzo, momenti introspettivi e solitari alternati a condivisioni a due o a gruppi. Nella condivisione finale dello stage, ognuno dei presenti esprime le proprie sensazioni emerse nel corso delle due giornate, sintetizzandole, alla fine, con un'unica parola che indica il "regalo" che ognuno di noi si porta via da questa esperienza. Per me è come aver sostenuto un esame di "idoneità", una verifica di dove sto e cosa sono. Mi ha fatto comprendere i miei limiti e come superarli, avvicinandomi ad una dimensione di me più reale ed autentica e la conferma che non ci sono limiti all'espansione energetica. Prima di partire ci abbracciamo tutti con grande energia piena d'amore mai provata prima, sento dentro di me tutta la mia vita sintetizzarsi in un assoluto presente e divento

consapevole del perché ci sono. Una sensazione di gioia così intensa che vago a lungo nella Buddha Hall piangendo e ridendo come un bambino.