Con te e senza di te

Non so se stamani sono con me o senza di me, una cosa è certa che tutta l'euforia che avevo un mese prima, pensando all'esperienza che avrei fatto con questo ulteriore seminario con Tantralife, evapora come neve al sole. E c'è ancora la neve sulle colline senesi, nascosta negli anfratti dei tornanti ma anche apertamente presente nei grandi slarghi dei prati, è bianchissima, accecante, sotto la luce del sole di una giornata splendida. Miasto è fredda e silenziosa ma ricca di promesse e dispensatrice di energia. Stamane mi sento come se portassi sulle spalle tutto il peso delle esperienze vissute dall'ultimo seminario fino a questo momento, il viaggio non è stato né lungo, né faticoso ho però addosso una stanchezza mentale e fisica, un'astenia sottile e divorante che mi tedia da alcuni giorni e che ora raggiunge la sua punta massima. Mi dico, cavolo! Ogni volta che c'è un seminario importante, non sono mai in forma. Sono convinto di non riuscire ad alzare un dito nelle meditazioni e nelle sessioni, considerato che la valigia che trascino verso l'ingresso mi sembra pesare un quintale. Sono arrivato in anticipo e resto in attesa davanti alla reception, cercando di respirare a pieni polmoni quell'aria tersa e fresca e godendomi il riverbero del sole sulla neve. Osho Miasto, un mito, ed è qui davanti a me, coloniche rimesse, rustiche, lasciate all'esterno così come erano sempre state, varie, dislocate a una certa distanza l'una dall'altra. Penso, chissà dove mi sistemeranno. Mi sento estraneo a questo posto, come se non appartenessi per nulla al contesto, al punto di chiedermi, perché sono qui?. E pensare che solo due settimane prima ero stato a Udine a provare un'esperienza rivelatrice e molto gioiosa. Ora sono a piangermi addosso e cercare di capire da dove nasce questa sgradevole sensazione. Dopo un po' lascio che la mente si cheti e che i pensieri facciano liberamente il loro corso e comincio a sentire che da quale parte dentro di me, ci sono. Sto lentamente

tornando e lo squillo improvviso del cellulare in quel silenzio mi riporta decisamente al presente, è una delle operatrici dell'office che mi chiede a che punto sono del viaggio, sorrido e le dico che sono a due passi da lei. Entro per la registrazione, incontro volti sorridenti, disponibili e sereni, mi mettono subito a mio agio, ricordo e riconosco questo tipo di energia ed entro pian piano in sintonia con il posto lasciando progressivamente il mondo alle spalle. Sono dentro, conosco bene questa sensazione provata altre volte. E' questione di poco poi affondo dentro uno spazio di neutralità. Appena arrivo al dormitorio, che non è come si potrebbe immaginare uno spazio con letti l'uno via l'altro con quel grigiore asfittico e angosciante, ma un grazioso sottotetto rustico con grandi travi a vista e con tutte le strutture in legno, letti a coppie separati da discrete tendine di paglia, letti bassi in legno, pavimento a listoni di legno chiaro, dalle travi pendono attaccapanni e stenditoi improvvisati, mensole a vista su tutte le pareti, ricolme di cose messe alla rinfusa con armonioso disordine. Mi basta guardare i volti sorridenti e un tantino sorpresi di mie "vecchie" compagne di corso, per spazzare via ogni indugio e passare la soglia che divide il tempo dall'assenza di esso, e il passato di qualche minuto prima a un qui e ora forte e prepotente. Sono abbracci, risa, travolgenti e subito sento crescere dentro la voglia di fare. L'atmosfera si fa confidenziale e gioiosa, così come altre volte avevo sperimentato, e mi riporta alla mia unicità. Stiamo per iniziare un corso che più sperimentale non si può, mai fatto prima, saremo noi stessi a segnare il percorso per quello che avverrà in questi 5 giorni dentro e intorno a noi, un viaggio avventuroso. Per quel che mi riguarda noto subito che con il passare delle ore e dei giorni, con il susseguirsi delle sessioni e delle meditazioni, quel peso che gravava su di me, lentamente lascia il posto a una crescente energia unita a serenità e gioia. Tra noi componenti del gruppo dormitorio si instaura una dinamica molto forte che poi si dispiega, crescendo giorno dopo giorno, come intesa, intimità e condivisione. Memorabile la serata da discoteca nel bar di Miasto, dopo i festeggiamenti per l'anniversario dell'illuminazione di Osho, tre ore filate di danza sfrenata senza mai fermarsi un attimo, l'energia era tale da poter illuminare un intero paese. Da poco c'era stata una toccante cerimonia di nomina di due sannyasin e prima ancora una bellissima meditazione serale con video di Osho e musica dal vivo, da brividi. La festa della primavera e l'anniversario dell'illuminazione di Osho avevano richiamato per l'occasione tutti i "vip" del mondo olistico, ho rivisto gente che non vedevo da anni, altri da poco, volti vecchi e nuovi ma tutti accomunati da un'unica espressione e un unico sentire. Per la prima volta mi sono sentito veramente parte del tutto, soprattutto nell'intensa meditazione serale e nella danza sfrenata dei sannyasin. Il percorso esteriore e interiore hanno seguito lo stesso iter, hanno fatto da specchio l'uno all'altro, mano a mano che dentro di me si attivava uno spazio nuovo e sensazioni diverse, anche il mio atteggiamento è mutato. Ho provato una varietà di emozioni, diverse sfumature di

stati d'animo, allo stesso tempo ho potuto sperimentare la mia relazione con l'altro sempre più diretta e autentica. Ho incontrato le mie gioie e le mie paure, momenti di esaltazione e di delusione, la speranza e l'aspettativa ma senza che dietro ci fosse l'assillo della inderogabilità. Si sono alternati momenti di fiducia e di sfiducia, e finalmente la capacità di lasciarsi andare. Infatti in questo incontro ho avuto modo di sperimentare in varie occasioni cosa vuol dire lasciarsi andare, mollare la presa e il controllo che mi avevano in passato creato non pochi problemi in relazione all'efficacia delle sessioni. Il superamento dei limiti è stata un'altra delle dinamiche che ho avuto modo di guardarmi in questa occasione, riassaporando la sensazione dolorosa di non potercela fare che, il corpo, ostaggio della mente, mi ha puntualmente riproposto. Mi ha commosso in altre occasioni la capacità di dare senza condizioni, di entrare in relazione con l'altro e accoglierlo nello spazio del cuore. Le meditazioni attive poi mi hanno ancora una volta di più sorpreso: la Dinamica la Kundalini sono sempre nuove e diverse; che io ricordi, non ho mai avuto sensazioni uguali, ogni volta è una riscoperta e in qualche caso una vera e propria scoperta. Ho fatto kundalini totali, non pensate, mi sono immerso nel fare con risultati interessanti in termini di benessere e di "immersioni" in spazi mai visitati prima. La dinamica, che è stata sempre la mia "bestia nera", mi ha donato una delle emozioni più belle da quando pratico. L'ultimo giorno, ma non è una novità se penso ai brividi provati l'ultima volta quando ho preso il sannyas, è sempre quello della dinamica "magica". In questa occasione mi si è aperto lo spazio del cuore con un'intensità tale da lasciarmi senza fiato, inebetito per alcuni minuti, senza che potessi fare altro se non respirare profondamente, abbracciare tutti e piangere di gioia. In quel momento ho avuto la percezione dell'amore verso me stesso e verso tutto quello che mi circonda, non credo di esagerare nel dire che pensavo di voler rimanere lì per sempre. Sono venuto qui senza di me e mi sono ritrovato e non solo ma ho ritrovato tutti gli altri e tutto il resto. Un'esperienza positiva, un esperimento riuscito. Tutte le volte, quando finisce, si vorrebbe fermare il tempo, ma il 22 marzo è arrivato puntuale, con celo grigio e vento freddo, un assaggio di autunno più che di primavera appena entrata. Ci siamo salutati uno per uno ma stavolta non ho sentito in me rimpianto o tristezza, nostalgia da abbandono, viceversa una senso di calma profonda, una centratura forte che altre volte non avevo provato. Tra me e me ho pensato "speriamo che duri" e questo pensiero provava già a sciogliermi l'incanto mentre scendevo verso il "mondo" e la "vita", ripercorrendo tutti i tornanti, ora completamente sgombri di neve. DOPO DUE SETTIMANE

Era forte ancora la sensazione sia domenica sera che lunedì, subito dopo essere venuto via dal seminario. Energia, stabilità, voglia di fare. Ma il martedì è come se mi avessero staccato l'alimentazione. Dentro di me è avvenuta come un'implosione, tutta l'energia d'improvviso è calata, sostituita da una sensazione di malessere generale e di prostrazione, accompagnata da vari disturbi fisici. Sento però che qualcosa è cambiato nel mio rapporto con gli altri, con me stesso e soprattutto con la mia compagna di vita. E' come se tutto quel lavoro duro di 5 giorni e la carica energetica accumulata, avessero alla fine saturato tutto il mio corpo. Entrare poi in contatto con situazioni delicate ed emotivamente coinvolgenti subito al rientro nella vita di tutti i giorni e soprattutto al lavoro, hanno provocato questa reazione. Non ho avuto nemmeno il tempo di agganciarmi ad una meditazione per conservare il collegamento con la fonte di energia attivata nel gruppo e fissare quindi un ancoraggio o memoria di continuità anche nel corpo oltre che nella mente. Un black out, uno stato confusionale, sembrava che si fosse bruciata tutta l'esperienza del seminario e non fosse rimasto nulla. Poi con il passare dei giorni e con il recupero dell'energia ho potuto notare che c'erano stati dei cambiamenti dentro di me e, come detto soprattutto verso la mia compagna con la quale ora il rapporto è più franco, aperto, sincero più di quanto non lo fosse prima di questa esperienza. Avverto più complicità e condivisione e questo provoca una sensazione piacevole, un evidente abbassamento della tensione nel rapporto. L'approccio con gli altri è meno impostato sul "ti aiuterò" o "ascolta me", ora cerco di ascoltare di più e sentire soprattutto di più, restando attento ma senza interferire, giudicare o consigliare. Questo mi costa non poca fatica, ma il risultato è un maggiore senso di serenità, di equilibrio, mi sento più dentro me stesso. Altra annotazione riguarda i ritmi diversi tra il durante e il dopo, stavolta ho avvertito di più la differenza. Passare da un contesto energetico attivo ad uno dispersivo, da un ritmo meditativo costante ad una condizione stop totale, da un'alimentazione equilibrata e sana ad un'altra disordinata e intossicante, hanno prodotto una crisi che non avevo mai provato così forte prima. Di qui la sensazione che è giunto il tempo di restare costantemente collegati a un percorso di vita "alternativo" per tenere sempre viva la sensazione di espansione e di centralità, utilizzando la meditazione e l'alimentazione come elementi fondamentali per conservare uno stato il più vicino possibile a quello sperimentato in un contesto protetto e fortemente energetico.