Attraversare il Fuoco

Questi incontri che sembrano stentare tanto, oggi siamo solamente in 5, si rivelano invece piccoli scrigni dove è possibile trovare delle perle rare.

Che quello di oggi non fosse un incontro come tanti altri, ne ho avuto sentore qualche ora prima dell'inizio. Ho avvertito una certa carica, un'euforia, una voglia di cominciare che non avevo mai avuto in altre occasioni. Mi sento carico, come si dice, e preparo i cd con meticolosità, scegliendo le meditazioni uscendo un pò dai canoni finora seguiti.

Mi sono detto, oggi proviamo qualcosa di diverso, di completamente nuovo, meditazioni inusuali e soprattutto rarissimamente eseguite. Sento che con le persone che sono qui oggi con me posso farlo, sono le più assidue del gruppo, cominciamo a conoscerci meglio e a creare uno spazio condiviso molto bello che cresce ad ogni seduta.

Le meditazioni in questione sono la "meditazione guidata sul respiro" della serie "Guida al Benessere" e "Focus on Fire" di Veet Marco. Entrambi quasi anonime, fuori dal grande e noto circuito delle meditazioni attive. Arrivo al centro volutamente prima, perché la volta scorsa era venuta una coppia, in piena meditazione, chiedendo notizie sulla nostra iniziativa ed io non avevo potuto dedicarmi a loro , avevano preso, come si fa in questi casi, un volantino ma......non si sono più sentiti. Per cui mi dico, se viene qualcuno, stavolta posso rendermi utile.

Non viene nessuno, solo i miei quattro compagni di meditazione, uno è un gradito ritorno, gli altri 3 sono ormai dei "veterani". Facciamo due chiacchiere preliminari e puntualmente, alle 16 e 30 iniziamo. E qui c'è la prima novità.....invece di cominciare con la solita galoppata di riscaldamento, d'istinto afferro il cuscino e dico a tutti di sedersi in cerchio. Mi guardano sorpresi, restano fermi in piedi, poi mi siedo e mi seguono. Da qual momento inizia una delle sedute più produttive di sviluppi, di intuizioni e di flash che mi sia mai capitato negli ultimi mesi. Una condivisione di mezz'ora che ha fatto un po' il punto della situazione e stimolato spunti di riflessione interessanti che hanno poi avuto uno sviluppo e un seguito non solo nel prosieguo della seduta ma anche e soprattutto dopo.

Ma andiamo con ordine, dopo la condivisione, dico di cominciare a lavorare sul serio e partiamo con la meditazione sul respiro, dieci minuti di pura semplicità, poche parole della voce guida, un tuffo nel respiro e un rilassamento immediato ed efficace. Al termine tutti chiedono di poter avere una copia della meditazione per poterla eseguire a casa ritagliandosi un momento della giornata. La condivisione iniziale sembra avere aperto un varco nel quale si è infilato velocemente la voglia di sperimentare e provare anche fuori da questo contesto. La conferma mi viene dal secondo esercizio che inizialmente penso di non fare, visto il tempo tiranno, l'amato "Fiore del Respiro", che colpisce ancora, anche qui tutti mi chiedono di fare una copia della musica e una descrizione dettagliata dei movimenti.

Una pausa che più breve non si può e si passa alla misconosciuta "Focus on fire", meditazione tosta, impegnativa e con la "pretesa" di far acquisire la consapevolezza di essere il testimone!. Una morte apparente seguita da una vera e propria resurrezione e celebrazione finale. Il corpo che si purifica attraverso il fuoco dopo una preparazione quasi ipnotica all'operazione, quindici minuti di respiro abbinato alla chiusura e apertura degli occhi, seguito da altri quindici di volontaria distruzione del proprio corpo immaginando un fuoco che lo arde, la constatazione che il corpo non c'è più da parte dell'osservatore e poi il ritorno graduale alla vita e al corpo con una lunga, gioiosa, celebrazione finale.

Che meditazione........io la seguo con attenzione girando tra i corpi distesi e inermi, ma dall'espressione complessivamente, serena, tranquilla, c'è qualche tensione qua e là, un movimento involontario, uno si è beatamente e profondamente addormentato.....un altro pensa, quando cambia la musica, che siamo già al quarto stadio a fa per muovere il corpo, con uno sguardo amorevole lo invito a "ricomporsi". Con un escamotage, induco il dormiente a svegliarsi, al cambio della musica, dico con voce decisa ma al contempo con tono neutro, "ora sei l'osservatore", il nostro, apre per un attimo gli occhi, poi dopo qualche minuto, ritorna tra le braccia di Morfeo. Alla celebrazione finale, che comincia con una lenta graduale riappropriazione del corpo, tutti sono ben svegli e gioiosamente danzanti.

Incredibilmente efficace la condivisione finale, breve ma incisiva, chi ha dormito dichiara che ha perso solo tempo, ma poi riflette e dice che era molto stanco per turni di lavoro ed ora di sente rigenerato dal "sonno meditativo". Un'altra ha avuto paura di bruciarsi sul serio e si è astenuta dall'immaginarlo, tuttavia ha avuto ad un tratto la sensazione che il corpo non esistesse più e tanto freddo!!!, un'altra ancora fa di necessità virtù, e brucia solo quello che del suo corpo ama di meno, anche lei non sente più il corpo ma a differenza dell'altra prova tanto caldo!!, infine una terza (e sì sono sempre le donne in maggioranza) conferma l'assenza del corpo ma non sa se se l'è immaginato, poi allo scambio di battute conviene che se resta alla sensazione e non ci ficca la testa, come del resto è abituata a fare ogni volta, resta la verità oggettiva e quindi reale della sensazione corporea che ha provato.

Una mirabile conferma di quanto sia vero che una meditazione non è un esame né un compito, né un lavoro, ma un lasciar accadere usando semplicemente delle indicazioni tecniche minime.

Considerata l'energia che si è attivata, alcuni di noi decidono di proseguire una sorta di condivisione anche fuori dal contesto e quale luogo più adatto, essendo sabato, di una pizzeria, applicazione alla lettera di quanto dice Osho sul meditare anche al mercato del paese, la pizzeria non è il mercato ma in certi casi è anche peggio. Infatti quella che scegliamo è affollatissima, non hanno accettato prenotazione per cui aspettiamo alcuni minuti sull'ingresso, per l'occasione ci ha raggiunti un'altra componente del gruppo, che però oggi non è venuta perché alle prese con i suoi massaggi.

L'attesa è ben ripagata, ci trovano un delizioso tavolo a 4 in un angolo della sala, tra una pizza e l'altra si continua a condividere l'esperienza fatta in meditazione con nuovi e interessanti spunti di riflessione, si aggiunge allo scambio anche chi non c'era e ci racconta delle giornate in quel di Livorno, a un certo punto quasi per caso accenna ad un'esperienza interessante fatta con un'amica comune, anch'essa meditatrice ma da un po' assente dal gruppo, usando le carte divinatorie di Osho. Con grande sorpresa queste le avevano rivelato ciò che in pratica già sapeva ma di cui non era consapevole circa alcune questione relative alla sua vita in questo momento e aveva avuto l'impressione come di osservarsi in un grande specchio e di vedere tutti i tasselli della sua condizione attuale sistemarsi a formare un mandala colorato e luminoso che l'aveva lasciata sbalordita. Mi chiede se quelle carte le ho anch'io. Dico che le conosco ma le mie sono diverse.

Racconto questo particolare per un motivo molto semplice, al ritorno a casa sono andato a guardarmi il tipo di carte che ho e sono trasalito, mi è bastato dare un'occhiata ai libri allegati e al loro contenuto per sentire che è arrivato il momento di utilizzarli nel nostro gruppo, aggiungere un momento diverso e sinergico alla meditazione, un momento di confronto e di rivelazione prima di lavorare con il corpo. Ed è quello che intendo fare già dal prossimo incontro. Ecco cosa bolliva in pentola, mi dico, tutto quello che è accaduto in questo pomeriggio e nella serata è un messaggio nemmeno tanto subliminale sulla nuova impostazione da dare agli incontri!!. Indovinate quali sono i titoli dei due libri?: Il sentiero dell'essere e Il sentiero del reale(sic!) e le carte allegate: della "realizzazione tantrica" e della "consapevolezza tantrica". Un approccio necessario per chi non ha la più pallida idea di che cosa siano queste meditazioni attive e di cosa sia il tantra e in questi mesi troppe e tante persone si sono perse per strada a causa di un amletico dubbio: continuo o non continuo? E di mezzo c'era l'inconsapevolezza e la non conoscenza di quello che si andava a sperimentare.